“Basta piangere sulle risorse che non ci sono: si possono tassare le grandi ricchezze. E quando si dice no alla patrimoniale si piangono solo lacrime di coccodrillo”. Così il leader Cgil, Susanna Camusso, nel corso del comizio del primo maggio a Portella della Ginestra, torna a sollecitare un intervento fiscale sui grandi patrimoni per fare fronte a un piano straordinario contro l’”altissima” disoccupazione giovanile. Non solo: “Le risorse ci sarebbero – ha aggiunto – se la lotta alla corruzione e all’evasione fiscale fossero davvero una priorità politica. E basta anche con le risorse sparpagliate nei rivoli del consenso delle varie amministrazioni. Queste sono le risorse che servono”.
Un grande patto sociale con cui ridare centralità al lavoro e una riforma fiscale che reintroduca l’equità persa da finanziarie con i proventi della lotta all’evasione e alla corruzione. E’ Anna Maria Furlan, leader Cisl, a tornare così, dal palco del comizio del primo maggio a Portella della Ginestra, sui temi che il sindacato ha fatto propri da anni. “Serve un grande parto sociale tra tutti gli attori sociali e politici del Paese per rimettere all’ordine del giorno la questione che interessa tutti, il lavoro perché il lavoro significa libertà, eguaglianza, solidarietà e coesione sociale”, dice. E poi la riforma fiscale per lavoratori e pensionati: “Serve trovare risorse, certo. Ma ogni anno 150 mld spariscono tra evasione fiscale e contributiva e più di 50 mld vanno in fumo per la corruzione e la mancanza legalità. E’ qui che ci sono le risorse per il lavoro, lo sviluppo, la riforma del fisco e un welfare universale”, elenca.
E chi dice che il sindacato è inutile è contro il lavoro, aggiunge Furlan. “Non mancano partiti e leader emergenti che invitano i lavoratori a sbarazzarsi dei sindacati, li invitano a fare da soli, e promettono loro fantomatici redditi di cittadinanza che li tuteleranno tutta la vita anche senza lavorare ben sapendo che sono irrealizzabili”, dice. “Politici ostili al lavoro e ai lavoratori che si tutelano non con una carità ma con un reddito di inclusione che derivano dal lavoro, perché solo questa è dignità”, conclude.
“Basta bonus che oggi ci sono e domani no. La vita dei giovani non è flipper o un gioco a punti. Servono invece certezze e investimenti dovunque, ma soprattuto al Sud perché senza innovazione e ricerca il Paese non supera la crisi”. Così il leader Uil, Carmelo Barbagallo, rivolto al governo.
Pensione anticipata, le ultimissime novità
Sarebbe dovuta partire oggi, come stabilito dalla legge di Bilancio. Invece l’avvio dell’Ape (Anticipo pensionistico) volontario slitterà probabilmente di qualche settimana. Al momento infatti, solo il decreto sull’anticipo per i dipendenti che svolgono lavori usuranti è stato firmato dal premier Paolo Gentiloni. Il decreto sull’Ape volontaria è in transito tra Corte dei Conti e Consiglio di Stato, e rischia rallentamenti.Ma in cosa consiste l’anticipo di pensione? In sostanza, i lavoratori pubblici e privati con più di 63 anni potranno richiedere due diverse prestazioni, l’Ape sociale e l’Ape volontaria, che garantiranno un reddito ponte fino alla decorrenza della pensione di vecchiaia. Si tratta di due misure temporanee (il cui accesso sperimentale si chiuderà alla fine del 2018) che agiscono in modo complementare rispetto alle misure di sostegno al reddito già vigenti (in particolare la Naspi, Assicurazione Sociale per l’Impiego, la cui durata massima è di 24 mesi).
Mentre l’Ape volontaria è un vero e proprio prestito sulla futura pensione con tassi e condizioni agevolate e con la partecipazione dello Stato degli oneri finanziari a essi collegati, l’Ape sociale rappresenta una indennità finanziata dallo Stato per soggetti che versano in uno stato di difficoltà (causato da prolungata disoccupazione, disabilità). Ad esse si aggiunge una terza misura, la rendita integrativa temporanea anticipata, la cosiddetta Rita, destinata a lavoratori che hanno aderito alla previdenza complementare.
Vediamo, nel dettaglio, come funzionano e come fare domanda.
APE VOLONTARIA (Anticipo finanziario a garanzia pensionistica) – È un prestito commisurato e garantito dalla pensione di vecchiaia, erogato dalla banca in quote mensili per 12 mensilità, che il beneficiario otterrà alla maturazione del diritto.
A chi è rivolto: l’Ape volontaria può essere richiesta dai lavoratori dipendenti pubblici e privati, dai lavoratori autonomi e dagli iscritti alla Gestione Separata. Sono esclusi i liberi professionisti iscritti alle casse professionali.
Requisiti: per accedere al prestito è necessario, al momento della richiesta, avere almeno 63 anni di età e 20 anni di contributi; maturare il diritto alla pensione di vecchiaia entro tre anni e sette mesi; avere un importo della futura pensione mensile, al netto della rata di ammortamento per il rimborso del prestito richiesto, pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo dell’’Assicurazione generale obbligatoria’ (Ago); non essere titolare di pensione diretta o di assegno ordinario di invalidità. Non è necessario cessare l’attività lavorativa.
Come fare domanda: per ottenere l’Ape l’interessato, o gli intermediari autorizzati, devono presentare all’Inps domanda di certificazione del diritto e domanda di pensione di vecchiaia, da liquidare al raggiungimento dei requisiti di legge. Il servizio online per l’inoltro della domanda verrà rilasciato a seguito del decreto attuativo.
APE SOCIALE (Anticipo pensionistico) – Si tratta di una misura sperimentale intesa ad agevolare la transizione verso il pensionamento per soggetti svantaggiati o in condizioni di disagio ed è soggetta a limiti di spesa.
A chi è rivolto: l’indennità di natura assistenziale a carico dello Stato viene erogata dall’Inps a soggetti in stato di bisogno che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta. Viene corrisposta, a domanda, fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia o dei requisiti per la pensione anticipata.
Requisiti: per ottenere l’indennità è necessario avere, al momento della richiesta, almeno 63 anni di età; almeno 30 anni di anzianità contributiva. Solo per i lavoratori che svolgono attività difficoltose o rischiose l’anzianità contributiva minima richiesta è di 36 anni; maturare il diritto alla pensione di vecchiaia entro tre anni e sette mesi; non essere titolari di alcuna pensione diretta.
Come fare domanda: ulteriori istruzioni dettagliate (dalla procedura per l’accertamento delle condizioni per accedere all’indennità alla documentazione da presentare) saranno specificate a seguito di emanazione di un apposito decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Il servizio online per l’inoltro della domanda all’INPS verrà rilasciato a seguito del decreto attuativo.
RITA (rendita integrativa temporanea anticipata) – Si concede al lavoratore che ha maturato un montante in un fondo integrativo ma che vi deve attingere prima dell’età di pensionamento per poter usufruire di una rendita temporanea, per il periodo che manca alla maturazione del diritto alla pensione.
Tale opportunità sarà agevolata fiscalmente con una tassazione inferiore a quella attualmente prevista per gli anticipi e pari a quella prevista sulla pensione complementare erogata a rendita. La Rita è destinata a lavoratori che hanno aderito alla previdenza complementare, con almeno 20 anni di contributi e 63 anni di età.