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11 FEBBRAIO 2023

Conservo questa foto gelosamente.

Sono il primo da sinistra con gli occhiali.

Quel giorno vidi un papa non ancora avvezzo ai bagni di folla, come se volesse farsi piccolo e trasparente. La sua non fu una stretta di mano ma un tendere la sua verso altre mani, per dare e ricevere.

Ebbi occasione di collaborare all’organizzazione della prima del film su Giovanni Paolo II, presso l’aula Paolo VI.

C’erano molte personalità di vari settori, oltre al protagonista Jon Voight.

Lo osservavo, seduto sulla sua sedia, diversa e distaccata da tutte le altre della sala e mi sembrava in imbarazzo per questa esposizione.

E nel corso della proiezione guardavo le reazioni del suo viso, dalle quali traspariva una forte tenerezza per il pontefice che aveva servito per tanti anni.

Nel suo primo discorso da papa (24 aprile 2005) affermò: “La Chiesa è oggi il pastore che va in cerca dell’umanità smarrita in un deserto fatto di povertà, fame, sete, abbandono, solitudine, amore distrutto.”

Nella lettera ai vescovi di tutto il mondo nel 2009 scrive: Nella Chiesa ci si morde e ci si divora a vicenda, come espressione di una libertà male intesa.

Nel 2010, in seguito a vicende che vede coinvolto un cardinale in vicende affaristiche, afferma: “Il sacerdozio non può mai rappresentare un modo per raggiungere la sicurezza nella vita o per conquistarsi una posizione sociale. Chi aspira al sacerdozio per un accrescimento del proprio prestigio personale e del proprio potere ha frainteso alla radice il senso di questo ministero.”

Ma più di tutti rimase impressa nella mente di tutti quella sporcizia nella Chiesa che denunciò in una via Crucis.

Si dimise perché riconobbe di non avere più ‘il vigore’ per governare una Chiesa universale piena di problematiche.

Fu criticato, ma aveva 86 anni. Molti di noi, molto prima di questa venerabile età, si sentono stanchi anche se devono governare solo la propria famiglia e qualche relazione.

Ma a qualsiasi età si può avere il coraggio di dire la verità, anche se è scomoda e denuncia una realtà di miseria umana.

Se questa miseria non fosse stata così dilagante e non si fosse insinuata come una metastasi nel governo della Chiesa, credo che Benedetto XVI avrebbe potuto continuare a rappresentare il corpo di Cristo fino al suo ultimo giorno.

Nietzsche definiva il nichilismo come “il più inquietante tra tutti gli ospiti”, perché ciò che esso vuole è lo spaesamento.

Ciò che occorre è accorgersi di quest’ospite e guardarlo bene in faccia.

E poiché suole far visita soprattutto ai giovani, molti dei quali sono nostri figli o nipoti, se li amiamo davvero dobbiamo presentare loro un altro ospite: il senso della vita.

Tra i due ospiti c’è una totale incompatibilità.

Quando c’è il secondo, il primo non riesce nemmeno ad avvicinarsi alle loro case.

Se la Chiesa non fosse stata sempre violentata da personaggi che con il Cristianesimo non hanno niente da spartire, probabilmente avrebbe potuto sempre costituire l’alternativa più efficace alla malattia denunciata dal filosofo tedesco.

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Data:

11 Febbraio 2023