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73ESIMO FESTIVAL DI SANREMO – LE CANZONI DELLA PRIMA SERATA – LE PAGELLE

Serpentine di led, che disegnano ogni dettaglio del palcoscenico del teatro Ariston, illuminano la scena, che viene presentata al pubblico mediante alzata del classico sipario. Prende così il via il 73esimo Festival di Sanremo.

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Il clima di festa viene brevemente interrotto da un minuto di silenzio per le vittime del terribile terremoto occorso in Turchia. Sono quindi stati resi gli omaggi a Sergio Mattarella, spettatore storico, in quanto per la prima volta un Presidente della Repubblica assiste ad una serata del Festival; onori rimarcati dal canto dell’inno di Mameli, proposto da Gianni Morandi e patriotticamente accompagnato dall’orchestra della Rai.

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Averla qui con noi, in questo teatro, testimonia ancora una volta la Sua vicinanza al mondo dello spettacolo e della musica”, ha commentato Amadeus rivolgendosi a Mattarella, nel ricordo dell’anniversario della Costituzione, giunta al suo 75esimo compleanno.

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Il momento è stato impreziosito dalla presenza di Roberto Benigni, che nell’ormai consueto monologo ha ironicamente chiesto al Presidente se il “quarto mandato” di Amadeus a Sanremo fosse “costituzionale”.

Si è passati, quindi, alla gara. Questa sera si sono esibiti quattordici artisti, secondo l’ordine che segue:

Anna Oxa con “Sali (Canto dell’anima)”: la strofa lasciava intendere un brano di più alto livello. Rammarico per il ritornello, già sentito e decisamente scontato nei passaggi di accordi. Qualche incertezza nell’intonazione finale. Voto: 5

Giammaria con “Mostro”: espressione di musica sanremese in chiave giovanile, il brano, ritmato, è troppo gridato. Voto: 5-

Mr.Rain con “Supereroi”: l’accompagnamento del coro di bambini impreziosisce un tipico brano di Mr. Rain, armonioso e melodico. Tuttavia elementare. Voto: 6

Marco Mengoni con “Due vite”: un giro armonico classico, che però è sempre di effetto. Per avere la perfezione ci sarebbe voluta una diversa coreografia di luci. Il podio è garantito. Voto 7

Ariete con “Mare di guai”: brano un po’ anonimo, noioso, ritmica che porta la firma di Dardust. Voto: 4

Ultimo con “Alba”: la gestualità, nel canto, gli fa guadagnare punti, così come le inquadrature. Piacerebbe vederlo all’Eurovision, tuttavia non insidia il primo posto che, per il momento, resta di Marco Mengoni. Voto: 7

Coma_Cose con “L’addio”: la canzone che sinora mi è piaciuta di più, anche per come è recitata sul palco: ricorda molto la Danimarca del 2010 all’Eurovision. Voto 7 e mezzo.

Elodie con “Due”: intonazione impeccabile, il brano richiama però molto “Andromeda” e le sonorità tipiche di Mahmood, cui Elodie sembra essere molto legata. Radiofonica, la sentiremo spesso. Voto: 6

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A questo punto le performance hanno ceduto momentaneamente la scena al monologo della Ferragni. Chiara ha presentato una lettera alla se stessa bambina, quando le insicurezze dell’età più verde non le avrebbero mai fatto immaginare i grandi traguardi raggiunti da adulta. La nota influencer parte da qui per esprimere il suo lato più umano e fragile, con l’evidente intenzione di ridimensionare l’aura di inarrivabile donna da copertina e accostarsi alla gente comune, confidando al pubblico di soffrire delle medesime paure e difficoltà delle donne che non vivono sotto i riflettori come lei: il confronto con il costante giudizio degli altri, il sessismo di chi non crede che una donna possa costruirsi da sola come un uomo, il pregiudizio che impone alle madri di occuparsi esclusivamente dei figli, rinunciando alle proprie aspirazioni e sacrificandosi per la famiglia.

Si riprende con la gara.

Leo Gassmann con “Terzo cuore”: bel pezzo ritmato, vien spontaneo accompagnare la strofa con lo schiocco delle dita. Brano molto apprezzabile e orecchiabile, piacevolmente radiofonico. Voto: 7

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Disastrosa l’esibizione di Blanco, che – come ospite – presentava il suo ultimo singolo. Durante la performance, dopo aver segnalato un problema con l’audio delle cuffie, il cantante ha iniziato a rompere le fioriere che erano state apposte sul palco e a strappare le piante e i fiori che contenevano. Pur tempestato di fischi, l’artista non ha interrotto l’esibizione, motivando alla fine l’insano gesto con un discutibile: “Ho cercato di divertirmi”.

I Cugini di Campagna con “Lettera 22”: strofa dai tratti emozionanti, con caratteristiche appartenenti agli anni 70-80. Ritornello un po’ scontato, ma tutto sommato la canzone è piacevole. Voto 6

Gianluca Grignani con “Quando ti manca il fiato”: alcune difficoltà di intonazione hanno rovinato un pezzo che appariva sentito, dedicato al padre defunto che lo abbandonò quando aveva cinque anni. Voto: 4

Olly con “Polvere”: tanto ritmo, brano dance che accende l’Ariston. Giovanile, allegro, ma musicalmente poco concreto. Voto 6.

Colla Zio con “Non mi va”: funky-style colorato e simpatico, molto radiofonico. Voto: 5

Mara Sattei con “Duemilaminuti”: una bella ballata, cantata egregiamente e con passaggi apprezzabili. Voto: 7 e mezzo

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Un commento finale è d’obbligo sull’esibizione dei Pooh, complesso a cui sono intimamente legato a livello personale. Purtroppo, l’afonia di Roby costituisce un dato di fatto, che lui stesso sembra non voler ammettere e a cui non appare volersi rassegnare. La morte di Stefano sembrava aver posto, come era naturale che fosse, la parola fine al progetto “Pooh”. Voler invece proseguire con cieca ostinazione questo percorso è con tutta evidenza una battaglia persa. Oltre che un’azione incoerente con quanto espresso al termine delle esibizioni del cinquantennale.

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Al termine della serata è giunta la prima classifica provvisoria, quest’oggi votata dalla sola sala stampa:

14. Anna Oxa

13. Olly

12. gIANMARIA

11. Ariete

10. Gianluca Grignani

9. Mr. Rain

8. Cugini di Campagna

7. Colla Zio

6. Mara Sattei

5. Leo Gassmann

4. Ultimo

3. Coma_Cose

2. Elodie

1. Marco Mengoni

Data:

8 Febbraio 2023