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A BENITO

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Vincent Van Gogh: ”Sulla soglia dell’eternità” (1890)

A BENITO

oggi a mio padre e ai suoi tiremm innanz

densi di terra ancora tra le rughe

che puoi solcarle e ancora senti il suono

di ruote e di tratturi e a tratti il fango

incartapecorito intorno agli occhi

e al nome che si porta come il marchio

di una necessità di contadini

che di conquiste nulla hanno saputo

se non del pane duro dentro al latte

senza che il braccio fosse mai romano

oggi a mio padre piccolo di voce

e ignaro d’ogni trend o di giobbett

d’una sinistra sempre più sinistra

che non sa più parlare alla sua gente

io dedico il pensiero mio di figlio:

che possa andare ad abbracciarlo ancora.

Punto di riflessione:

cms_20732/2.jpegPenso da sempre a una Poesia che trascenda il dato personale, il vissuto di chi la produce e possa divenire patrimonio comune della nostra storia, che possa raccontare ognuno di noi e indurlo a scavare nei suoi ricordi e ritrovare un appiglio memoriale, uno sperone di roccia da cui oscillare nella bilicanza dell’esistere.

E così spero che mio padre sia ‘’il padre’’ di un’umanità migrante, alla ricerca dell’Eldorado, di matrice verghiana; spero che in quelle rughe possano in molti ritrovare il proprio percorso di uomini in lotta con la sopravvivenza e comprendere che spesso un nome non racconta tutta la storia, e che ognuno di noi ha dietro la nuca un messaggio che non poteva leggere ma che l’ha comunque guidato nella ricerca di sé.

Spero che Benito sia diventato per un istante tutti noi.

Autore:

Data:

24 Gennaio 2021