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A Londra la tecnologia tra passato e futuro

L’arte e le arti hanno cambiato, nel corso della storia dell’uomo, il nostro modo di intendere il mondo, aumentando di conseguenza la nostra sensibilità. Negli ultimi quarant’anni l’arte ha però avuto anche un innegabile sincretismo con la tecnologia e i suoi repentini e rivoluzionari sviluppi nella nostra vita personale e sociale.

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Ora al Barbican di Londra una rassegna interattiva e sensorialmente immersiva tenterà di spiegare, con l’intervento di artisti, designer, registi, musicisti e architetti, come la technè abbia trasformato le arti e, parallelamente, la nostra visione del mondo. L’impatto che negli ultimi ‘40 anni hanno avuto i nuovi manufatti tecnologici e l’avvento del digitale ha fatto sì che si possa parlare a giusta ragione di una vera e propria rivoluzione. La tecnologia, con tutte le sue applicazioni nei diversi ambiti della nostra vita, ha certamente cambiato, in modo irreversibile, quello che è il nostro modo di creare e, soprattutto, di comunicare con gli altri.

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Dal 3 luglio al 14 settembre, la mostra dal titolo “Digital Revolution” metterà tutto questo al centro dell’attenzione di quanti vorranno rendersi conto di quella che è ritenuta la protagonista assoluta delle nostre vite: la tecnologia e i suoi irreversibili processi. Arte, musica, design, film e architettura saranno riuniti tutti assieme in un viaggio che parte dagli Anni ’70 sino ai giorni nostri e che esplora il modo in cui il digitale ha trasformato le arti e, di conseguenza, il nostro mondo.

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Dai primi processori alle stampanti 3D, dai primi esperimenti di interconnessione all’intelligenza artificiale. Ma la mostra offre anche al visitatore le ultime novità in fatto di cosiddetta tecnologia da indossare, wearable technology.

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In quest’ambito è da notare di come molte aziende si siano subito interessate a un mercato in rapida ascesa, e tra queste aziende non mancano anche molte giovani menti italiane.

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Tornando però alla mostra di Londra, è inoltre interessante, oltre che nostalgico, rivisitare tutte quelle invenzioni che hanno permesso di ridisegnare il nostro approccio alla cultura tecnologica e alla società. La rassegna offre infatti una retrospettiva che parte dai videogame di prima generazione per mostrare ai giovanissimi come e quanto velocemente la cultura tecnologica si sia evoluta sino a diventare una vera e propria industria ludico-intrattenitiva.

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La mostra non dimentica di menzionare le grandi case di produzione e i grandi artisti che hanno contribuito grandemente a questa crescita e che si sono cimentati nel creare manufatti e archeologie digitali: Nintendo, Pong, Pac Man, Super Mario Bros, Atari, Commodore e il primo sito web di Tim Berners-Lee.

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Un posto poi lo merita certamente la settima arte, il cinema, e le tecniche di computing nel racconto delle storie su pellicola. Star wars, Matrix, Inception e molti altri film hanno re-immaginato il racconto e gli spazi in cui ognuno di noi vive o si potrebbe ritrovare a vivere in un futuro più o meno prossimo.

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Infine uno spazio della mostra è dedicato alla musica, forse uno dei bastioni di questa rivoluzione tecnologica. Strumenti, suoni e video digitali che hanno scatenato la creatività artistica di personaggi come Brian Eno, Bjork, David Byrne, solo per citarne alcuni.

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Ma al Barbican va anche in onda il futuro con cyborg, droni e, come dicevo sopra, la tecnologia da indossare, quella che elimina i confini con la nostra pelle e, forse anche con la nostra anima, rivelando la nostra indole e i nostri sentimenti. Tutto è wireless, invisibile, indefinito, connesso. Il prossimo passo adesso è quello di rendere la tecnologia sempre meno visibile e più intrinseca alla nostra vita: non dobbiamo fare niente, tutto girerà intorno a noi. E in questo cambiamento di prospettiva e di vita gli artisti hanno certamente un ruolo centrale in quella negoziazione del confine tra reale e virtuale e al mix tra questi due elementi. Una nuova sfida che appare già vinta in partenza. La rivoluzione digitale è già avvenuta.

Data:

23 Luglio 2014