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A Natale si può

A Natale puoi anche osare, addobbandolo di filosofia; il Natale. Regali, auguri, panettone, son cose che si toccano. Si toccano i regali da scartare, i baci, le parole, le mani, i sapori. Poi c’è il pensiero, quello che ti tocca dentro, quello che riflette sul valore dell’evento (il Natale) e sull’impatto, non quello rinomato dell’ambientale, ma quello del vivere di ogni uomo quando dice: “È già Natale”.

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Chi dice Natale, dice tante cose. È il momento del delirio economico, è l’antipasto di quel resoconto tipico del Capodanno. È lo spartiacque di quel freddo e buio inverno che ha bisogno di sentirsi rinascere di luci che ti illuminano dentro anche. Quello che accorcia alcune distante e ne sottolinea delle altre. Quello cioè che ti fa rinascere anche le distanze da persone che, non puoi avere più in carne ed ossa, ad esempio.

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È il momento dei sorrisi, dei nemici che, essendo Natale, diventano vicini. Dei gesti di ricorrenza, forse non tutti sentiti. È il periodo in cui si alimentano ostilità che sanno tanto di “A Natale non gli faro’ gli auguri”. Il Natale è un po’ come quella maggiore età in cui ci si sente diversi. È un mutamento dentro e fuori. Di addobbi, di pensieri. Rimanda al senso della giustizia negata. È Natale per chi lo vive nell’ospedale, o nel carcere, o da solo. È quello delle seconde famiglie che riempiono alcune assenze. È pur sempre un vivere in collettività. E se non fosse vero che a Natale puoi? Sarà un poter essere e fare dal gusto del per sempre che vivrà al di fuori del relativismo etico del “Natale puoi”.

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Il Natale come occasione di essere buoni di più, che non fa altro che sottolinearci il quanto siamo lontani per i restanti giorni dell’anno, da simili dimensioni buone. Una rivisitazione del Natale in chiave filosofica, si può. Non pensate al miglior Natale che avete mai vissuto. Pensate alla vita migliore da poter vivere.

Puoi, sempre.

Data:

21 Dicembre 2018