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“A noi presidenza Senato, a M5S la Camera”

“A noi presidenza Senato, a M5S la Camera”

cms_8743/Meloni_Berlusconi_Salvini_fg.jpgIl centrodestra decide. Dal vertice a Palazzo Grazioli emerge la proposta di dare, si legge in una nota “alla coalizione vincente, il centrodestra” la possibilità di esprimere “il presidente del Senato e al primo gruppo parlamentare, il M5S” la scelta del “presidente della Camera“. Contemporaneamente verrà riconosciuto “in ciascun ramo del Parlamento un vicepresidente a ogni gruppo parlamentare che non esprima il presidente”.

SALVINI, NO NOMI – “Non si fanno nomi. Abbiamo sancito un principio che offriamo a tutte le forze politiche, ciò è quanto di più democratico potessimo proporre in rappresentanza del voto degli italiani” ha detto il leader della Lega Matteo Salvini al Senato, rispondendo a chi gli domandava se l’accordo nel centrodestra fosse sul nome di Paolo Romani presidente di palazzo Madama. “Ognuno dei partiti abbia una funzione -ha spiegato- tra presidenze e vice presidenze: spero che tutti accettino”. Per chiudere l’accordo sulle presidenze delle Camere, M5S deve rinunciare ai veti messi sugli indagati? “No, no: devono esserci nomi e cognomi condivisi da tutti e penso che ogni partito possa avere nomi e cognomi condivisi da tutti” replica Salvini.

Lo schema valido per le Camere tra centrodestra unito e M5S non vale anche per il governo. Lo ha precisato il leader della Lega Matteo Salvini, incontrando i giornalisti al Senato: “No, no: significa -ha affermato- far funzionare il Parlamento visto che ci sono tanti provvedimenti che aspettano di essere esaminati”. “Poi -ha aggiunto- per quello che riguarda il governo, si parte dalla coalizione che ha vinto le elezioni. Si parte da un programma e da una squadra di centrodestra, che ovviamente può essere ampliato, ma da quello si parte visto che gli italiani hanno premiato la coalizione di centrodestra con due milioni di voti in più rispetto ai secondi arrivati. Da quello si parte”.

BERLUSCONI PUNTA SU ROMANI – Silvio Berlusconi per ora tiene resta fermo su Paolo Romani per la presidenza del Senato. Ma, come sempre, si tiene aperte più strade e non esclude altri nomi (Anna Maria Bernini, Maurizio Gasparri e Maria Elisabetta Casellati gli altri papabili), qualora la candidatura dell’ex ministro dovesse essere impallinata per il veto dei cinque stelle (contrari a ’’indagati e condannati’’) magari con la sponda della Lega. Nel corso del ’prevertice’ con lo stato maggiore di Fi, tenutosi a palazzo Grazioli prima del summit con i leader di Lega e Fdi, il Cavaliere annuncia di puntare su Romani per poi proporre la sua candidatura a Salvini e Meloni, ricevuti subito dopo nella residenza romana di via del Plebiscito.

M5S, NON VOTEREMO ROMANI– “Vogliamo dare il via a questa legislatura – dicono i due capigruppo M5S di Camera e Senato, Giulia Grillo e Danilo Toninelli -, per questo ci siamo confrontati e continueremo a farlo con tutte le forze politiche. Allo stesso tempo però non veniamo meno ai nostri principi, per cui non voteremo persone condannate o sotto processo. Gli italiani hanno bisogno di risposte ai loro problemi, concentriamoci su quello”.

PD, NO INCONTRI CON ESITI GIA’ SCRITTI – “Il Pd non può partecipare a incontri i cui esiti sono già scritti” scrive il Partito Democratico in relazione alla proposta del centrodestra per i presidente delle Camere. “Se c’è già un accordo sulle presidenze da parte di qualcuno è bene che chi l’ha fatto se ne assuma tutta la responsabilità”.

M5S candida Fico per Montecitorio

cms_8743/Fico_camera_deputati_fg.jpgE’ Roberto Fico il candidato 5 Stelle alla presidenza della Camera. La notizia arriva alla vigilia dell’assemblea congiunta di deputati e senatori convocata nell’Auletta dei gruppi di Montecitorio per le 13 di giovedì. In quella sede sarà definita la linea da seguire per il rush finale della sfida sul rinnovo delle presidenze. E probabilmente sarà ufficializzata la scelta di Fico per lo scranno più alto di Montecitorio, che i grillini reclamano a gran voce.

Intanto i vertici pentastellati sono in attesa di conoscere il frontrunner ufficiale su cui il centrodestra vuole puntare per conquistare Palazzo Madama. I leader del centrodestra – Salvini, Berlusconi e Meloni – al termine del vertice di Palazzo Grazioli hanno ribadito che spetta alla loro coalizione esprimere la seconda carica dello Stato. Da parte del M5S resta il veto sul forzista Paolo Romani, per via di alcune sue vecchie vicende giudiziarie.

“Vogliamo dare il via a questa legislatura – sottolineano i capigruppo 5 Stelle di Camera e Senato, Giulia Grillo e Danilo Toninelli -, per questo ci siamo confrontati e continueremo a farlo con tutte le forze politiche. Allo stesso tempo però non veniamo meno ai nostri principi, per cui non voteremo persone indagate o sotto processo. Gli italiani hanno bisogno di risposte ai loro problemi, concentriamoci su quello”.

“Per noi Romani resta invotabile”, dice senza mezzi termini il senatore Matteo Mantero, anche se, osserva, “il centrodestra potrebbe comunque votarselo da solo e a quel punto i nostri voti non sarebbero necessari”. Se il centrodestra punta su Romani, ragiona a taccuini chiusi un altro senatore, “per noi diventa improbabile convergere su di lui, agevolando la sua elezione”. E se il nome dovesse essere un altro? “A quel punto – spiega -, se c’è un nome che possiamo non ostacolare, potremmo uscire dall’Aula o votare scheda bianca”.

Stop rialzi bollette telefoniche

cms_8743/cellulare_smartphone.jpgL’Antitrust ordina la sospensione cautelare dell’attuazione dell’intesa tra Tim, Vodafone, Fastweb e Wind Tre per quel che riguarda i rincari delle bollette previste dai gestori dopo il ritorno all’obbligo alla fatturazione a 30 giorni. E’ quanto ha disposto l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

Nella riunione del 21 marzo 2018, si legge in una nota, l’Autorità ha deliberato l’adozione di misure cautelari nell’ambito dell’istruttoria avviata lo scorso febbraio per accertare la sussistenza di un’intesa tra TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre che, tramite l’associazione di categoria Assotelecomunicazioni – Asstel, avrebbero coordinato la propria strategia commerciale connessa alla cadenza dei rinnovi e alla fatturazione delle offerte sui mercati della telefonia fissa e mobile, a seguito dell’introduzione dei nuovi obblighi regolamentari e normativi.

L’Autorità, dunque, “ha ritenuto che la documentazione acquisita durante le ispezioni confermi prima facie l’ipotesi istruttoria secondo cui le parti avrebbero comunicato, quasi contestualmente, ai propri clienti che la fatturazione delle offerte e dei servizi sarebbe stata effettuata su base mensile anziché su quattro settimane, prevedendo, al contempo, una variazione in aumento del canone mensile per distribuire la spesa annuale complessiva su 12 mesi, invece che 13“.

Pertanto, prosegue l’Autorità, “al fine di evitare il prodursi, nelle more della conclusione del procedimento, di un danno grave e irreparabile per la concorrenza e, in ultima istanza, per i consumatori, l’Autorità ha adottato misure cautelari urgenti intimando agli operatori di sospendere l’attuazione dell’intesa oggetto di indagine e di definire la propria offerta di servizi in modo autonomo rispetto ai propri concorrenti”.

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22 Marzo 2018