A volte capita di incrociarle distrattamente mentre si percorrono le strade provinciali o statali, “vestite” con abiti colorati e appariscenti, talvolta qualcuno le importuna o insulta, il più delle volte si fa finta di nulla, e sono solo volti e figure indifferenti; ma dietro a quei volti, quei corpi, quegli occhi, si cela il dramma umano del fenomeno di giovani donne schiavizzate dagli sfruttatori del business della prostituzione, donne che rapite dai luoghi di origine subiscono violenze di ogni tipo, o soggiogate da falsi miraggi, oppure che devono farlo per portare il minimo per il sostentamento delle loro famiglie, donne che provengono da ogni parte del mondo, donne alle quali non bisogna rubare la Dignità.
Donne che prima di tutto sono DONNE e non prostitute o in qualsiasi altro epiteto volgare le si voglia apostrofare.
FIORI RECISI
Giovani fiori, steli leggeri,
boccioli sottili colorati,
recisi, calpestati,
ai bordi delle strade
agli angoli degli incroci
delle periferie isolate e desolate.
Foglie leggere, insudiciate da porci insensibili
lacerate da lupi famelici
pisciate da cani affamati
per delimitare il loro territorio d’azione
come un’effimera conquista.
Dolce fiore spezzato
con occhi d’incanto e ricolmi d’illusione
sei sbocciato sognando il sole,
sogni di viaggiare lontano con la fantasia
accarezzato con i colori dell’arcobaleno,
ma solo la notte, solo il buio
ha segnato ha tua dolce corolla,
il tuo cuore ferito.
Il branco famelico
ha macchiato ed annientato
quel manto colorato che pennellava il tuo cuore.
Voi giovani donne,
giunte da lontano in cerca di un sogno,
le giovani prostitute schiavizzate.