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ABUSIVISMO EDILIZIO NELLA REGIONI ITALIANE – Cresciuto in media del 12,94% tra il 2004 ed il 2022

cms_33536/istat-logo.jpgL’Istat calcola il valore dell’abusivismo edilizio.

L’abusivismo edilizio è definito come numero di costruzioni abusive per 100 costruzioni autorizzate dai Comuni.

I dati fanno riferimento al periodo tra il 2004 ed il 2022 nelle regioni italiane.

Ranking delle regioni italiane per valore dell’abusivismo edilizio nel 2022. La Basilicata e la Calabria sono al primo posto per valore dell’abusivismo edilizio nel 2022 con un valore pari a 54,1, seguite dalla Campania con un valore pari a 50,4 unità e dalla Sicilia con 48,2 unità. A metà classifica vi sono il Lazio con un valore dell’abusivismo edilizio pari a 20, seguito dall’Umbria e dalle Marche con un valore di 10,9 unità e dalla Toscana con 6,8 unità. Chiudono la classifica l’Emilia Romagna con un valore pari a 4,2 unità, seguiti dal Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia con 3,3 unità.

Ranking delle regioni italiane per variazione percentuale dell’abusivismo edilizio tra il 2004 ed il 2022. Il Lazio è al primo posto per valore della variazione percentuale dell’abusivismo edilizio tra il 2004 ed il 2022 con una variazione pari a +73,91% corrispondente ad una variazione da 11,5 unità fino a 20,00 unità. Seguono la Basilicata e Calabria con una variazione pari a +49,45% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 36,2 unità fino a 54,1 unità. Segue la Puglia con una variazione pari a +34,36% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 25,9 unità fino a 34,8 unità. A metà classifica vi è il Friuli Venezia Giulia con una variazione pari ad un valore di +22,22% corrispondente ad una crescita da 2,7 a 3,3. Segue la Sicilia con una crescita pari a +16,99% corrispondente ad una variazione da 41,2 fino a 48,2 unità. Segue la Lombardia con un valore pari a +4,44% corrispondente ad una variazione da un ammontare di 4,5 unità fino a 4,7 unità. Chiudono la classifica la Valle d’Aosta con una variazione pari a -26,32% corrispondente ad una diminuzione da 5,7 unità fino a 4,2 unità. Segue la Toscana con una variazione pari a -31,31% corrispondente ad una riduzione da 9,9 unità fino a 6,8 unità. La Liguria chiude la classifica con un valore pari a -61,68% corrispondente ad una variazione da 16,7 unità fino a 6,4 unità. In media l’abusivismo edilizio è previsto in crescita del 12,94% tra il 2004 ed il 2022 corrispondente ad una variazione da 18,1 unità fino a 20,4 unità.

L’abusivismo edilizio nelle macro-regioni italiane tra il 2004 ed il 2022. L’abusivismo edilizio è cresciuto nelle seguenti macro-regioni ovvero: Centro con +45,54%, Isole con +21,00%, Mezzogiorno con +15,19%, Sud con 12,57%. Vi sono anche delle macro-regioni nelle quali l’abusivismo edilizio è diminuito ovvero: Nord con -8,00% e Nord-Ovest con -14,55%. Possiamo notare pertanto che il valore dell’abusivismo edilizio è significativamente cresciuto nelle macro-regioni meridionali mentre è diminuito nelle macro-regioni settentrionali.

Clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Di seguito presentiamo una clusterizzazione con algoritmo k-Means ottimizzato con il coefficiente di Silhouette. Vengono individuati tre clusters ovvero:

  • Cluster 1: Molise, Abruzzo, Puglia, Sardegna;
  • Cluster 2: Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Toscana, Marche, Umbria, Liguria, Lazio;
  • Cluster 3: Calabria, Basilicata, Campania, Sicilia.

Viene individuato il seguente ordinamento dei cluster dal punto di vista della media ovvero: C3>C1>C2. Ne deriva che al primo posto vi è il cluster 3 composto da quattro regioni meridionali. Segue il Cluster 1 composto dalle altre quattro regioni meridionali. Le regioni centro-meridionali invece si trovano tutte all’interno del cluster 2 caratterizzati da livelli di abusivismo edilizio assai più ridotti rispetto alle regioni meridionali. Notiamo pertanto che il valore dell’abusivismo edilizio risulta essere molto diffuso nelle regioni meridionali, mentre tale valore tende a diminuire significativamente nelle regioni settentrionali.

Conclusioni. L’abusivismo edilizio è cresciuto in media nelle regioni italiane del 12,94% tra il 2004 ed il 2022. Possiamo notare l’esistenza di un vero divario tra le regioni meridionali e le regioni del centro-nord. Per esempio se consideriamo l’abusivismo edilizio nel Sud Italia nel 2022 risulta un valore pari a 42,1 unità mentre nel Nord-Est il medesimo valore è pari a 4,6 e nel Nord-Ovest pari a 4,7 unità. Ne deriva che il valore dell’abusivismo edilizio nelle regioni meridionali è quasi 10 volte più grande rispetto alle regioni del Nord e circa 2,8 volte più grande rispetto alle regioni del Centro Italia. I dati mettono in evidenza una incapacità dei comuni meridionali di gestire le concessioni edilizie. Inoltre la presenza elevata dell’abusivismo edilizio potrebbe essere un indicatore anche di fenomeni di corruzione e relazioni pericolose tra le aziende del settore delle costruzioni e le amministrazioni comunali. È assai probabile che i comuni di piccole dimensioni siano ancora più attraversati da fenomeni di abusivismo edilizio come evidenziato dai dati della Basilicata e della Calabria. Nelle regioni settentrionali il valore dell’abusivismo edilizio è molto basso. Per esempio nel Trentino Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia vi sono 3,3 abusivismi edilizi ogni 100 costruzioni. Il medesimo livello per la Basilicata e la Calabria è pari a 54,1. Ovvero in Basilicata e Calabria più della metà delle costruzioni sono realizzate attraverso abusivismi edilizi. La questione degli abusivismi edilizi diventa grave soprattutto dinanzi ai rischi idro-geologici. Infatti, il territorio di molte regioni, anche meridionali, presenta delle fragilità. L’abusivismo edilizio costituisce pertanto un costo sia in termini di illegalità che in termini di rischi ambientali. Una possibile soluzione per risolvere la questione potrebbe consistere nell’attribuzione alle regioni delle procedure nei comuni caratterizzati da elevati livelli di abusivismo ovvero superiori al 50,00%.

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Data:

16 Febbraio 2024