L’accordo per l’elezione di quattro giudici della Corte Costituzionale sembra essere vicino. I nomi in gioco includono i professori Francesco Saverio Marini per Fratelli d’Italia (FdI), Massimo Luciani per il Partito Democratico (PD), Valeria Mastroiacovo come tecnica-indipendente, e per Forza Italia (FI), la cui posizione è ancora indefinita, gli avvocati Pierantonio Zanettin o Francesco Paolo Sisto. Tuttavia, un nome istituzionale di alto profilo, Gabriella Palmieri Sandulli, potrebbe complicare gli equilibri politici e alterare l’accordo.
I Nomi in Gioco
La quarta casella sembrava destinata alla stimata giurista cattolica Valeria Mastroiacovo, segretario Centrale dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani (UGCI) e professore ordinario di Diritto Tributario presso l’Università degli Studi di Foggia. Mastroiacovo ha già messo piede a Palazzo della Consulta nel 2018 come assistente di studio del giudice costituzionale Luca Antonini (in quota Lega) e dal 2021 fa parte dell’Ufficio Studi dell’intera Corte, supportando i giudici costituzionali nella sua materia.
Il Profilo delle Candidature
Il profilo di entrambe le donne è altissimo, ma ci sono due fattori che i sostenitori dell’una o dell’altra tirano in ballo per perorare la propria causa. Di Mastroiacovo, che non ha mai avuto alcun incarico politico, è malvisto l’aver lavorato quale assistente di un giudice costituzionale in quota Carroccio, punto del curriculum che secondo l’opposizione, in particolare il PD, potrebbe sbilanciare gli equilibri nello scenario 2+1+1.
Di contro, a Palmieri Sandulli, che se eletta sarebbe il secondo avvocato generale dello Stato nominato a Palazzo della Consulta dopo Luigi Mazzella nel 2001, vengono contestati numerosi incarichi politici avuti nel passato, che colorerebbero il suo ruolo di tecnico. Palmieri Sandulli infatti, a vario titolo, ha lavorato nei governi Berlusconi II e IV, Prodi, Gentiloni, Letta, Renzi, e Draghi. Insomma, a seconda dei punti di vista, Palmieri Sandulli potrebbe essere messa in quota PD o FI, con ripercussioni sul quadro complessivo dell’accordo.
Equilibri Politici e Culturali
“Si tratta di vedere dove vogliono trovare l’equilibrio e se si considera anche un bilanciamento di ordine ‘culturale’ della Corte, che contempli tutti gli orientamenti della cultura italiana, tra cui la rappresentanza del mondo cattolico. Ma c’è una parte del PD, indifferente a questo aspetto, che punta alla componente laica e che in questo senso può avere interesse a favorire FI”, commenta una fonte d’area popolare prossima alla Conferenza Episcopale Italiana. Non nominare Mastroiacovo, che anche in qualità del suo ruolo in UGCI avrebbe avuto il placet della CEI, altererebbe l’equilibrio generale perché “siamo tutti cattolici anche se un popolo di miscredenti, come diceva Benedetto Croce”.
La Decisione di Forza Italia
Per trovare la quadra sarà dunque decisivo lo scioglimento delle riserve di FI, che per superare l’impasse interno dovuto alla difficoltà di scelta del candidato fra il viceministro della Giustizia Sisto e il capogruppo del partito nella Commissione Giustizia di Palazzo Madama Zanettin, potrebbe avere convenienza a candidare Palmieri Sandulli, professionista di altissimo profilo già molto apprezzata da Silvio Berlusconi. In questo caso, oltre alla ‘tecnica’ Mastroiacovo, gli azzurri si intesterebbero il merito di una seconda quota rosa al Palazzo della Consulta. Ma è un’ipotesi che per ora resta solo sullo sfondo.
Conclusioni
L’accordo per l’elezione dei nuovi giudici della Corte Costituzionale è ancora in fase di definizione, con nomi di alto profilo in gioco e complessi equilibri politici da considerare. La scelta finale avrà un impatto significativo sulla composizione e sull’orientamento della Corte, riflettendo le diverse sensibilità culturali e politiche del paese.