Quando un anno fa moriva la star de “I Soprano”, l’attore italo-americano James Gandolfini, la notizia arrivò portando sconcerto e sgomento. Non solo perché un uomo di 51 anni era stato colpito da un fatale arresto cardiaco, ma perché quell’uomo, grazie anche ai ruoli interpretati, emanava un alone di indistruttibilità. Altrettanto incredibile la quantità di messaggi di cordoglio e di solidarietà che circolavano in rete. Esprimere la propria tristezza e il proprio rammarico tramite i social network probabilmente è più efficace e diretto di un abbraccio materiale. “Il mondo non ha perso solo un attore talentuoso ma anche un’icona culturale”. Così un articolo dell’Abc news, fra tanti altri messaggi nella la stampa di tutto il mondo.
James Gandolfini è venuto a mancare il 19 giugno 2013, in una Roma già colpita dall’afa, dove si trovava in vacanza in attesa della sua partecipazione al Taormina Film Fest. L’attore soggiornava all’Hotel Exedra di Piazza della Repubblica, che tempestivamente ha lanciato l’allarme: i primi soccorritori hanno tentato di rianimarlo, ma le condizioni di Gandolfini, colto da arresto cardiaco, erano già disperate. Al Pronto soccorso dell’ Umberto I, le manovre di rianimazione durarono 40 minuti. Poi alle 22.40 ne veniva decretata la morte. “Siamo profondamente addolorati, avevamo sentito James Gandolfini poche ore prima ed era molto felice di ricevere questo premio e della possibilità di questo viaggio in Italia – dichiaravano alla stampa Mario Sesti direttore editoriale del TaorminaFilmFest e Tiziana Rocca general manager. In casi analoghi il mondo dello spettacolo ma anche il caloroso e vastissimo mondo dei fans si dimostra sempre all’altezza della situazione. Colleghi e amici dell’attore scomparso hanno espresso il loro cordoglio con messaggi sui social network.
L’attrice Woopi Goldberg scriveva su twitter “R.I.P. Gandolfini, un attore raffinato. Non lo conoscevo bene ma quello che ho conosciuto mi è piaciuto. Condoglianze alla sua famiglia da parte mia e dei miei”.
Anche Joe Mantegna, uno dei protagonisti del telefilm “Criminal Minds”, ha usato twitter per manifestare il suo rammarico: “Ho lavorato con Gandolfini una volta ed aveva talento, era un ragazzo molto buono. Sono ancora scioccato dalla notizia”. “Un attore straordinario. R.I.P. Mr. Gandolfini,” scrive Robin Williams. E ancora fiumi di messaggi da parte di amici e fans: “Sono triste per Gandolfini più di chiunque altro”, diceva Jimmy Kimmel, celebre conduttore televisivo, attore e comico. L’attore Jeff Daniels, che ha recitato con Gandolfini in “God of carnage”, scriveva: “Se Broadway disponesse di una versione di un ragazzo che vorreste nella vostra tana, Jim Gandolfini sarebbe il mio”.
Nato nel New-Jersey da genitori di origine italiana, si affaccia al mondo della recitazione in giovane età, accompagnando un amico a New York per un provino. Debutta nel 1992 diretto da Sidney Lumet in “Un’estranea tra noi”, interpretando il ruolo che a lui risulterà congeniale dell’italo-americano.
Scelto da David Chase ha interpretato il ruolo di Tony Soprano, uno dei più complessi della storia della televisione, nella celebre serie tv che racconta la vita del boss della mafia italoamericana. “Era un genio – ha detto il creatore della serie “I Soprano” – Chi l’ha visto anche nelle sue più piccole performances lo sa. E’ uno dei più grandi attori di tutti i tempi. Gran parte del suo genio era in quegli occhi tristi”. Edie Falco, che interpretava la moglie di Tony Soprano, ha detto: “L’amore tra Tony e Carmela era uno dei più grandi amori che abbia mai visto”. Dopo la fine della popolare serie tv, l’attore ha recitato nel film “Zero Dark Thirty” (2012) che racconta la caccia al leader di Al-Qaeda Osama Bin Laden e nel film “The Incredible Burt Wonderstone” (2013) mai uscito in Italia. Nei suoi ultimi mesi di vita stava lavorando per una nuova serie della Hbo, “Criminal Justice”. Vincitore di un Golden Globe, tre Emmy, tre Sag Awards e svariati altri premi minori, Gandolfini ha legato per sempre la sua immagine a quella del corpulento, fragile e spietato capofamiglia mafioso, pur avendo sempre rifiutato l’associazione al suo ruolo nella serie che lo ha portato alla fama mondiale. “Mi trovo meglio a fare delle cose più piccole”, ha detto una volta Gandolfini. “Mi piace il modo in cui sono girati, sono girati in fretta. E’ tutta una questione di script e sto ottenendo alcuni interessanti piccoli script”. Nonostante la sua timidezza nei rapporti con i media, nel dicembre 2012, in un’intervista per l’Associated Press, Gandolfini aveva detto di essere diventato attore per superare la sua rabbia. “Non so esattamente perché fossi arrabbiato. Cerco di evitare certe cose e certi tipi di violenza, a questo punto – diceva l’attore – “Sto invecchiando, anche. E non voglio picchiare la gente.”
A distanza di un anno, la pubblicazione della prima biografia dell’attore “James Gandolfini: The Real Life of the Man Who Made Tony Soprano” ad opera di Dan Bishoff, critico d’arte per il quotidiano del New Jersey Star-Ledger. E a distanza di un anno, il web sembra non averlo dimenticato. Ma la vita di tutti i giorni forse si.