Aifa blocca lotti Buscopan, Zantac e Ranidil
Altri farmaci contenenti ranitidina sottoposti a divieto d’uso in via precauzionale. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), dopo il ritiro annunciato venerdì di tutti i lotti di medicinali contenenti ranitidina prodotti dall’azienda indiana Saraca Laboratoires a causa della presenza di un’impurità potenzialmente cancerogena, ha ora anche aggiornato l’elenco di prodotti di cui è vietato l’uso in attesa che vengano analizzati: oltre 500 farmaci prodotti in altri siti, inclusi alcuni lotti di Zantac*, Ranidil* e Buscopan* nella versione antiacido.
La ranitidina (antagonista dei recettori H2 dell’istamina) è un inibitore della secrezione acida utilizzato nel trattamento dell’ulcera, del reflusso gastroesofageo, del bruciore di stomaco e di altre condizioni associate a ipersecrezione acida. È commercializzata in Italia sia come medicinale soggetto a prescrizione medica, sia come medicinale di automedicazione, in forma di compresse, sciroppi o soluzioni iniettabili per uso endovenoso. La sostanza ’sospetta’ e potenzialmente cancerogena è denominata N-nitrosodimetilammina (Ndma) e appartiene alla classe delle nitrosammine, già rilevata nel 2018 in una classe di farmaci anti-ipertensivi (sartani). Per informazioni si può contattare il numero verde 800571661 o scrivere a farmaciline@aifa.gov.it
Bollette, stangata luce e gas in arrivo
Dal primo ottobre per la famiglia tipo arriverà un aumento della bolletta della luce del 2,6% e del +3,9 per il gas. Lo rende noto Arera, l’Autorità per l’Energia precisando che “sono prevalentemente l’andamento stagionale dei mercati e le criticità internazionali, a spingere al rialzo le bollette dell’energia per i clienti in tutela, nel quarto trimestre del 2019”. Per l’energia elettrica l’aumento finale è il risultato di una crescita dei costi di acquisto dell’elettricità, attenuato da una riduzione degli oneri generali.
Nel dettaglio, l’aggiornamento, valido dal prossimo primo ottobre, è determinato da un aumento della componente a copertura della spesa per la materia energia (+3,2%), parzialmente ridotto da un calo di quella per gli oneri generali (-0,6%). La condizione di ritrovato equilibrio del gettito degli oneri infatti ha permesso una loro riduzione.
Per il gas naturale l’andamento è sostanzialmente determinato per intero dall’aumento della spesa per la materia prima (+3,8% sulla spesa della famiglia tipo), legata alle quotazioni stagionali attese nei mercati all’ingrosso nel prossimo trimestre, e da un lieve aggiustamento dei costi di trasporto (+0,1%).
Per quanto riguarda una misurazione degli effetti sulle famiglie (al lordo tasse), per l’elettricità la spesa per la famiglia-tipo, nell’anno in corso (compreso tra il primo gennaio 2019 e il 31 dicembre 2019) sarà di 559 euro. Nello stesso periodo la spesa della famiglia tipo per la bolletta gas sarà di circa 1.107 euro. Nel 2019 la famiglia tipo ’in tutela’ quindi avrà una spesa totale sostanzialmente allineata a quella del 2018, registrando solo un aggiustamento di circa il +1% (+1,35% per l’elettricità, +1% per il gas).
Andamento stagionale, riduzione della produzione di gas olandese, alcune restrizioni all’accesso ai gasdotti di transito europei, rileva l’Authority, “sono tra i fenomeni che spingono verso l’alto il prezzo del gas, ancora predominante anche nella produzione elettrica. Sempre in materia di produzione elettrica pesano i timori per un possibile calo della produzione francese nei prossimi mesi, a causa dei problemi in alcune centrali nucleari. A questo si aggiungono le recenti tensioni geopolitiche, legate agli attacchi alle piattaforme petrolifere saudite, che hanno influenzato le quotazioni delle principali commodity energetiche”.
Le variazioni tariffarie di questo ultimo trimestre, commenta il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, “ci consegnano un 2019 in cui i costi energetici hanno mantenuto una sostanziale stabilità nel medio periodo anche a fronte degli interventi sugli oneri che hanno caratterizzato la prima parte dell’anno. Nel complesso quindi uno scenario positivo che però conferma, ancora una volta, l’importanza di un sistematico lavoro di revisione degli oneri generali per recuperare tutti gli spazi possibili a vantaggio di consumatori e aziende”.
Telepass nel mirino dell’Antitrust
L’Antitrust ha avviato un procedimento nei riguardi di Telepass per possibile violazione della disciplina di derivazione comunitaria che vieta di impedire o applicare condizioni diverse ai consumatori che intendano pagare attraverso domiciliazione su conti correnti esteri cosiddetti ’Iban discrimination’. Lo comunica l’autorità in una nota.
Dalle informazioni raccolte (segnalazioni, rilevazioni sul sito e informazioni fornite dallo stesso professionista), sembra, spiega l’Antitrust, che non sia possibile attivare il servizio Telepass se il consumatore intende pagare attraverso un conto corrente estero, in violazione delle norme di cui al D. lgs n. 135 del 18 agosto 2015 di attuazione del Regolamento Ue 260/2012, volto a creare un mercato integrato dei pagamenti elettronici in euro. I provvedimenti di avvio del procedimento sono stati notificati nell’ambito delle ispezioni effettuate ieri, 23 settembre, dall’Autorità in collaborazione con il Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.
Telepass non ha mai adottato alcuna pratica di ’Iban discrimination’, come comprova il fatto che diverse migliaia di clienti della società risiedono e hanno conti correnti in Paesi europei al di fuori dell’Italia, e che Telepass è il principale sistema di tele-pedaggio attivo in 13 Paesi europei, precisa la società. Come tutte le piattaforme di pagamento, Telepass, si legge in una nota, richiede l’identificazione dei nuovi clienti online, operazione che viene delegata agli istituti bancari presso i quali risiede il conto dove vengono addebitati i pedaggi. L’istruttoria dell’Antitrust riguarda un numero limitatissimo di clienti con conti su banche estere – circa una decina di persone negli ultimi due anni su un totale di 6 milioni di utenti – per i quali non è stato possibile ottenere adeguate garanzie di riconoscimento.
Tali pratiche di identificazione del titolare del contratto Telepass sono infatti necessarie per tutelare i consumatori, in Italia come all’estero, evitando che chiunque possa aprire contratti indicando in modo illecito Iban di terze persone. Nonostante l’esiguità del fenomeno, la società ha già messo a disposizione un sistema alternativo sulla sezione in inglese del proprio sito, “Go By Telepass”, che permette ai clienti di sottoscrivere un contratto e quindi identificarsi tramite la propria carta di credito.
E’ interesse della società, sottolinea ancora la nota, ampliare ulteriormente le modalità di accesso ai propri servizi: per questo Telepass sta sperimentando modalità diversificate di auto-identificazione online da parte del cliente, come il “selfie dinamico” oppure il “penny-check”, pratiche già in uso presso diverse piattaforme di pagamento americane e anglosassoni.
In un’ottica di trasparenza e collaborazione, Telepass ha già anticipato la realizzazione di tali iniziative all’Antitrust, nell’ambito del procedimento di verifica avviato dall’Authority, ed è comunque pronta a valutare d’intesa con l’Autorità ogni ulteriore utile iniziativa a tutela dei propri clienti e della sicurezza delle transazioni.
Rafforzata la scorta a Sandro Ruotolo
La Fnsi e il Sindacato unitario giornalisti della Campania hanno rilevato che “al collega Sandro Ruotolo, presidente dei cronisti campani, già sotto scorta per le sue inchieste sulla camorra dei Casalesi, è stata rafforzata la protezione e gli è stata fornita un’auto blindata. Si tratta di un segnale preoccupante che indica come i clan non abbiano allentato la prese sul territorio”. Lo dichiarano in una nota il segretario e il presidente della Federazione nazionale stampa italiana, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il segretario del Sugc, Claudio Silvestri.
“Sono ben quattro – ricordano – i giornalisti sotto scorta armata per le intimidazioni dei Casalesi. La recrudescenza delle minacce riguarda anche altri cronisti, non solo a Caserta e in Campania, ma in tutta Italia. Basti pensare alle reiterate minacce che dal carcere arrivano a Paolo Borrometi. Chiederemo un incontro urgente al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, per la riattivazione del comitato per la sicurezza dei giornalisti che non è stato più convocato durante il precedente governo”.
Ostia, tre ergastoli a clan Spada
Tre ergastoli e il riconoscimento del 416 bis. È la sentenza emessa dai giudici della Corte d’Assise che, nel maxiprocesso al clan Spada, hanno riconosciuto l’associazione a delinquere di stampo mafioso. La decisione è arrivata dopo più di 10 ore di camera di Consiglio. Sono 17 le condanne e 7 le assoluzioni per un totale di 147 anni di carcere: questa la sentenza della Corte d’Assise di Roma nei confronti dei 24 imputati nel maxiprocesso.
Condannati all’ergastolo Carmine Spada, detto Romoletto, Roberto Spada, già condannato per la testata a Ostia al giornalista della Rai Daniele Piervincenzi, e Ottavio Spada, detto Marco. Gli imputati hanno seguito la lettura della sentenza collegati in videoconferenza. Il procedimento della Dda di Roma è legato agli arresti avvenuti il 25 gennaio 2018 nel corso dell’operazione ’Eclissi’. Tra i reati contestati, a seconda della posizione, anche l’omicidio, l’estorsione e l’usura.
RAGGI – Esprime soddisfazione la sindaca di Roma Virginia Raggi dopo la sentenza. “Ringrazio magistratura, forze dell’ordine e chi ogni giorno combatte in prima fila contro le mafie. Istituzioni e cittadini onesti se uniti vincono sempre. Io continuerò #ATestaAlta la battaglia per la legalità” scrive su Twitter.
E sempre sul social network, all’indomani dell’aggressione, aveva scritto: “Violenza clan Spada inaccettabile. Solidarietà a giornalista e film maker di Nemo aggrediti a Ostia. Fermeremo criminalità e estremismi a Roma”.
DIFENSORE – “Sono indignato, è una follia vera” ha detto l’avvocato Mario Girardi, difensore di Carmine Spada, detto Romoletto, condannato all’ergastolo nel maxiprocesso. “Questa decisione è una vergogna, non condivisibile in alcun suo aspetto”.