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AL-QAEDA HA UN NUOVO CAPO

La nebulosità delle informazioni che lo riguardano la dice lunga sull’oscura aura di mistero che lo avvolge. E sono ben poche le certezze sul suo conto, ma su tutte quella che promette terrore dalle sue parti. Saif al-Adel è il nuovo capo di al-Qaeda, la famosa organizzazione terroristica nota per gli attentati dell’11 settembre 2001. Si dice sia nato nel Governatorato di Monufia l’11 aprile 1960, anche se alcune fonti riportano il 1963. Negli anni ’80 era colonnello dell’esercito egiziano. La sua carriera nel terrore iniziò nel 1987, quando fu accusato di aver tentato di rovesciare il governo egiziano. Subito processato, ma assolto. L’anno successivo, il 1988, anno della fondazione di Al Qaeda, si trasferì in Afghanistan e combatté nella guerra sovietico-afgana in difesa dell’Islam sunnita. Nel 1991 è entrato a far parte di al-Qaeda, divenendo il braccio destro di Bin Laden e del successore Ayman al-Zawahiri. La sua identità rimane un mistero fino ad oggi: si pensa che Saif al-Adel non sia il suo vero nome, ma semplicemente uno pseudonimo per le operazioni militari.

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Secondo le autorità egiziane il suo vero nome è Mohammed Salah al-Din Zaidan, per l’FBI è Ibrahim Makkawi. Nel 1998 ha organizzato il bombardamento dell’ambasciata degli Stati Uniti, rendendolo un ricercato internazionale. Dall’inizio del 2001, Adel è stato uno dei terroristi più ricercati dall’FBI, con l’agenzia che ha offerto fino a 10 milioni di dollari per informazioni su dove si trovasse. Dopo l’11 settembre, Adel si è trasferito in Iran, dove vive ancora oggi a Teheran. In un rapporto delle Nazioni Unite citato da The Guardian, l’opinione prevalente degli Stati membri delle Nazioni Unite è che “Adel è ora il leader de facto di al-Qaeda, rappresentando per ora la continuità. Le preoccupazioni per la morte di Zawahiri a Kabul e il fatto che Adel è presente alla Repubblica islamica dell’Iran è sensibile e non può essere annunciata“.

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Il rapporto, pubblicato martedì, afferma che c’è stato un ampio accordo tra gli Stati membri sul fatto che Adel fosse ora il leader del gruppo, “rappresentando la continuità del presente“. Ma il gruppo deve ancora dichiararlo formalmente “emiro” tra le preoccupazioni delle autorità talebane afgane, che si sono rifiutate di riconoscere Zawahiri che è stato ucciso da un razzo americano in una casa a Kabul l’anno scorso. Inoltre, l’al-Qaeda islamica sunnita è sensibile al fatto che Adel viva nell’Iran a maggioranza sciita, secondo il rapporto delle Nazioni Unite. “La sua posizione solleva interrogativi sulle ambizioni di Al Qaeda di guidare un movimento globale di fronte alla sfida dell’ISIL“, si legge nel rapporto delle Nazioni Unite, riferendosi a un altro nome per il gruppo rivale dello Stato islamico.

Data:

16 Febbraio 2023