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Alitalia, ecco i commissari. Prestito di 600 milioni

cms_6172/alitalia_code_ftg.jpgIl ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha disposto oggi con decreto l’ammissione di Alitalia all’amministrazione straordinaria in base al decreto legge Marzano. Con lo stesso decreto è stato nominato un collegio commissariale composto da Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari.I termini dell’intervento del governo su Alitalia “non sono quelli di immaginare una rinazionalizzazione di Alitalia. Lo abbiamo escluso fin dal primo momento, lo escludiamo oggi”, ha detto il premier Paolo Gentiloni al termine del Consiglio dei ministri. “Da parte nostra c’è stata la responsabilità di chi deve assicurare alcuni servizi fondamentali al nostro Paese, i collegamenti fondamentali, alcuni diritti acquisiti di chi ha acquistato i biglietti, la continuità, sia pure per il periodo di amministrazione straordinaria e quindi limitato nel tempo. Questo fa parte dei doveri e delle responsabilità del governo”, ha aggiunto.”Il mandato affidato ai commissari è chiaro: a breve dovranno aprire alle manifestazioni di interesse per individuare il potenziale acquirente”, ha sottolineato Calenda, annunciando la concessione di un “prestito ponte di 600 milioni per 6 mesi“. Il prestito, ha spiegato, sarà erogato “a condizioni di mercato, euribor più mille punti base. “Era il massimo – ha detto – che si potesse prevedere e fare”. “I commissari hanno un mandato ampio nello spettro ma limitato nei termini temporali”, ha evidenziato il ministro. Alitalia ha “4,9 milioni di prenotazioni in piedi e trasporta 2 milioni di passeggeri al mese”, ha detto ancora, sottolineando con questi numeri gli “impatti pesantissimi” che avrebbe comportato la scelta di lasciare a terra gli aerei della compagnia.

AZIENDA – Il Consiglio di amministrazione della compagnia oggi ha deciso all’unanimità di presentare l’istanza di ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria come disposta dalla legge. Ad annunciarlo è stato l’azienda al termine della riunione del board, che si è svolta dopo l’Assemblea dei soci della compagnia.Il Cda ha preso atto “della grave situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società, del venir meno del supporto dei soci e dell’impraticabilità in tempi brevi di soluzioni alternative”. I voli e le operazioni di Alitalia non subiranno alcuna modifica e continueranno secondo la programmazione prevista.

Finte vaccinazioni, in Friuli al via richiamo per 7mila bimbi

cms_6172/vaccino_bimbo_1_fg.jpgIl sospetto sulle finte vaccinazioni si allarga. Da Treviso a Udine. Sono cominciati oggi in Friuli Venezia Giulia i primi richiami per i circa 7mila bambini che sono stati vaccinati nei giorni in cui l’assistente sanitaria sospettata in Veneto di aver finto la somministrazione delle iniezioni scudo era in servizio nell’ex Azienda 4 Medio Friuli, prevalentemente nel distretto di Codroipo.La scelta di far ripetere le immunizzazioni varando una campagna straordinaria di vaccinazione è stata presa da una task force avviata fra Regione, Asuiud (Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine) e Aas 3, dopo che il 20 aprile scorso l’azienda sanitaria di Treviso ha comunicato ai colleghi friulani che l’operatrice al centro dello scandalo scoppiato nelle scorse settimane nella Marca Trevigiana “proveniva per trasferimento” proprio dall’Azienda sanitaria di Udine, dove ha lavorato “da novembre 2009 a dicembre 2015 presso il distretto di Codroipo”.L’Aas 3 in questi giorni ha costantemente tenuto informati i genitori sull’evolversi della vicenda. Sul fronte sanitario si è infatti deciso di muoversi subito con le verifiche, mentre la Procura di Udine ha aperto un’inchiesta sul caso. Nell’ambito del monitoraggio avviato dalla task force, fra lunedì 24 aprile e venerdì 28 sono stati effettuati prelievi ad alcuni dei bambini (poco meno di 200 famiglie hanno accettato di sottoporre i figli ai controlli). E “i primi risultati, per quanto parziali – ha comunicato l’Aas 3 – fanno pensare che una parte dei bambini controllati, che sono quelli che avevano effettuato l’intero ciclo con l’assistente sanitaria” Emanuela Petrillo, “non abbia ricevuto un ciclo completo. Pertanto si ritiene verosimile che in diversi casi” la donna “abbia ’fatto finta’ di eseguire le vaccinazioni, ma non abbia in realtà iniettato i vaccini”.Da qui il ’piano straordinario di intervento rapido’ (battezzato ’Vaccinare-sì’), con il via ai richiami per migliaia di bambini nella popolazione pediatrica del Medio Friuli, “al fine di dare certezza di completa copertura a tutti” i piccoli. Oggi sono partite le “prime chiamate attive e le vaccinazioni”.Nelle sue verifiche l’azienda sanitaria ha parlato con i medici e i colleghi dell’operatrice nel mirino e spiega: “Tutti ci dicono che era una giovane assistente sanitaria seria, attiva nelle riunioni tecniche e con conoscenze del tutto adeguate. Chi le è stato vicino è ancora incredulo. Abbiamo sentito anche mamme medico e mamme infermiere che hanno vaccinato con lei i propri bambini negli scorsi anni e non si erano insospettite”. Perché l’abbia fatto, continua l’Aas 3, “non riusciamo a comprenderlo. Ci siamo rivolti alla magistratura che farà di certo tutte le indagini necessarie con tutti gli strumenti di cui può disporre. Il risultato comunque è quello che conta: un comportamento che poteva mettere a rischio la salute di una comunità. Fortunatamente, anche se 6 anni sono molti, rispetto alla vita della comunità sono ancora un periodo breve, nel quale la cosiddetta ’immunità di gregge’ ha funzionato”.I numeri su cui si lavora? “Sembrerebbe – scriveva in questi giorni l’Aas 3 – che circa un terzo delle dosi somministrate dall’assistente sanitaria ai bambini piccoli (sotto l’anno), e circa metà delle dosi da lei somministrate ai bambini più grandi non siano state somministrate correttamente”. Si è scelto comunque “di seguire il principio di massima precauzione e di ripetere tutte le dosi somministrate nei giorni in cui” Petrillo “era in servizio”. L’azienda conta “di riuscire a contattare tutti già entro metà maggio”.

Migranti, Ue: “Entro 6 mesi stop controlli a frontiere interne”

cms_6172/immigrati_ungheria_03_afp.jpgEntro sei mesi l’area Schengen di libera circolazione delle persone dovrebbe tornare alla normalità, senza più controlli straordinari alle frontiere interne. La Commissione Europea ha deciso di raccomandare ai Paesi che hanno tuttora in piedi, legalmente, controlli straordinari in alcuni tratti di frontiera (Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia) di rimuoverli nel corso dei prossimi sei mesi. In realtà, la Commissione raccomanda al Consiglio di prorogare l’autorizzazione ai controlli straordinari per l’ultima volta, cosa che ne comporterà la rimozione entro sei mesi: si tratta dell’ultima volta che una proroga può essere concessa a norma di legge. La proroga viene autorizzata poiché, anche se la situazione sul fronte migratorio in Europa continua a stabilizzarsi, “ci sono ancora molti migranti irregolari e richiedenti asilo in Grecia“. In questo periodo, come in precedenza, i controlli di frontiera dovrebbero essere condotti “in modo mirato e limitato, e solo come mezzo di ultima istanza”.La Commissione contemporaneamente, con una raccomandazione, invita gli Stati membri a fare sempre più uso di misure alternative “in grado di fornire il medesimo livello di sicurezza”, come controlli di polizia “proporzionati” nelle aree di confine e lungo le principali arterie di trasporto. Diversi Stati Ue hanno fatto uso di questi controlli di polizia intensificati nelle aree di confine (tra questi l’Italia), ma per la Commissione non sono misure che possano essere considerate equivalenti ai controlli di confine: costituiscono invece delle buone pratiche, volte ad affrontare “minacce persistenti e accresciute” alla sicurezza interna.I controlli in vigore, che dovranno essere via via rimossi entro sei mesi, riguardano l’Austria, limitatamente ai confini con Ungheria e Slovenia; la Germania al confine con l’Austria; la Danimarca nei porti che hanno collegamenti marittimi con la Germania e al confine di terra con la Germania.E ancora: i controlli in vigore riguardano la Svezia nei porti della regione sudoccidentale e sul ponte di Oeresund, che collega il Paese con la Danimarca; la Norvegia nei porti collegati via traghetto con Danimarca, Germania e Svezia. I controlli straordinari erano stati autorizzati, a norma del codice delle frontiere di Schengen, dal Consiglio il 12 maggio 2016, alla luce delle “circostanze eccezionali” previste dal codice per quanto riguarda la permeabilità delle frontiere esterne; i controlli sono stati poi prorogati l’11 novembre 2016 e il 7 febbraio 2017.La proroga di oggi è la terza, e ultima, concessa agli Stati che hanno ottenuto il via libera ai controlli di frontiera straordinari. Sei mesi viene considerato un periodo congruo per implementare i controlli di polizia mirati, con i quali, a giudizio dell’esecutivo, si possono conseguire i medesimi risultati; in più, nota la Commissione, sono flessibili e possono adattarsi facilmente all’evolversi dei rischi.

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3 Maggio 2017