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Alla scoperta dei borghi più belli d’Italia

In questi giorni di gran caldo è possibile trovare un po’ di refrigerio in qualche area geografica in cui le catene appenniniche fungono da termoregolatore. La Calabria, lambita dalle splendide acque del mar Ionio e del mar Tirreno col suo clima accogliente, gli splendidi colori del mare, le coste rocciose alternate a litorali sabbiosi, la sua natura selvaggia e misteriosa, offre ai viaggiatori la certezza di trovarsi in un posto unico dove si sposano i sapori intensi e genuini della cucina locale con le testimonianze delle sue antiche origini. Nell’entroterra calabrese vi sono la natura, i suoi profumi, i suoi misteri dove è possibile scoprire un paesaggio puro e incontaminato.

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Siamo in provincia di Catanzaro a Curinga terra ricca di storia, di un lontano passato che la rende custode di vestigia del Neolitico. Essa ha avuto il suo culmine tuttavia nel periodo magno greco in cui in un vasto territorio vi è stata un’ espansione culturale e commerciale notevole. Nel 1916 il ritrovamento del Tesoretto di Curinga (stateri arcaici greci), attualmente esposti al Museo Nazionale di Reggio Calabria, risalente al V–IV sec a.C, sta a dimostrare concretamente questi insediamenti. I romani in epoca successiva hanno lasciato in questo territorio notevoli testimonianze molte ancora da valorizzare ed altre da scoprire. E via via col passare dei secoli “qui si sono succeduti popoli, civiltà, degrado e rinascite”. Numerose civiltà che si sono stratificate nel tempo hanno lasciato la loro impronta cercando di valorizzare al meglio questo territorio. Oggi Curinga ha molto da offrire è uno infatti dei più caratteristici borghi della Calabria proteso fra colline e mare con scorci paesaggistici davvero suggestivi con viuzze, gradinate, chiese e ritrovamenti archeologici. Tra le destinazioni turistiche più interessanti della Calabria questo suggestivo borgo arroccato su speroni rocciosi a guardia delle ampie valli d’intorno, racconta la sua storia e conserva ancora antichi usi e costumi tipici di una volta.

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II monastero di S. Elia “Vecchio”, poco distante dal centro cittadino, rappresenta un vero gioiello che una campagna di scavi archeologici ha portato alla luce, immerso in una natura incontaminata, dove il tempo sembra essersi fermato. Esso risale al XI secolo. A pochi passi da qui si raggiunge il bosco dove esiste un platano di eccezionali dimensioni, la cui circonferenza alla basa è di 20 metri. Per quanto concerne l’età dell’albero alcuni botanici hanno stabilito che ha oltre 1000 anni di vita. A piantarlo fu probabilmente, uno dei monaci Basiliani, che costruirono il vicino Eremo di Sant’Elia.

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Tra le cose che stupiscono di più, oltre alle dimensioni del vegetale, è l’enorme cavità che vi è all’interno dell’albero e la rigogliosa natura che lo circonda. Un’occasione inoltre per camminare nella radura boschiva lontani dai consueti rumori della vita metropolitana!

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Data:

13 Agosto 2017