29 – La creazione di Adamo
La Creazione di Adamo è un affresco (280×570 cm) di Michelangelo Buonarroti, databile al 1511 circa e facente parte della decorazione della volta della Cappella Sistina, commissionata da Papa Giulio II.
Si tratta dell’episodio più celebre della Sistina e una delle icone più note e celebrate dell’arte universale, oggetto di innumerevoli citazioni, omaggi e parodie.
Per l’affresco furono necessarie sedici “giornate”, a partire dal gruppo dell’Eterno e degli angeli, per i quali il disegno del cartone venne trasferito con lo spolvero, tranne la tunica, oggetto di incisioni dirette. Adamo, la cui figura venne studiata con cura, venne invece riportato sull’intonaco con la sola incisione diretta.
Su uno sfondo naturale spoglio e poco caratterizzato, simboleggiante l’alba del mondo sta semidistesa la figura giovane e atletica di Adamo, che da un pendio erboso, quasi sul ciglio di un abisso, fa per sollevarsi da terra, tendendo un braccio verso l’Eterno, che si avvicina in volo entro un nimbo angelico.
Dio, con la veste purpurea, è circondato, secondo la tradizione iconografica, da un gruppo d’angeli, ma al posto degli stereotipati serafini e cherubini (sebbene vengano rappresentati in modo diverso dalla Bibbia, infatti i Serafini hanno 6 ali e invece i Cherubini hanno sembianze animalesche), Michelangelo rappresentò delle figure reali, impegnate in uno sforzo come per sollevare il nimbo e composte in varie attitudini e atteggiamenti, con un trattamento differenziato in termini di illuminazione e nitidezza che amplifica, per contrasto, quelle in primo piano.
Straordinaria è l’invenzione degli indici alzati delle braccia protese, un attimo prima di entrare in contatto, come efficacissima metafora della scintilla vitale che passa dal Creatore alla creatura forgiata, di straordinaria bellezza che riflette la perfezione e la potenza divina, ridestandola. Tale gesto fu forse ispirato dalla fiorentina Annunciazione di Cestello di Sandro Botticelli.
Il momento così immortalato acquistava un valore eterno e universale, sospeso in un trepidante avvicinamento che non avviene, ma è già perfettamente intellegibile.
Alcuni pensano che il contatto che non avviene tra le due dita sia voluto, per sottolineare l’irraggiungibilità della perfezione divina da parte dell’uomo.
Adamo, dal corpo definito con notevole perizia anatomica, poggia il braccio sul ginocchio piegato, in un perfetto effetto di risveglio: solleva lentamente il corpo e alza il dito ancora incerto verso quello assolutamente fermo di Dio.
La figura del primo uomo presenta morbidi trapassi chiaroscurali, che però, tramite il ricorso a tonalità brillanti, rendono un forte risalto scultoreo.
Il suo volto, di profilo e leggermente ruotato all’indietro, è quello di un adolescente, senza un’espressione definita, che si contrappone all’intenso ritratto di Dio Padre, maturo e carico d’energia, con la capigliatura grigia e una lunga barba con baffi fluttuante nell’aria. L’occhio di Adamo non è dipinto, ma è ricavato direttamente “rialzando” l’intonaco ancora fresco, così da creare un gioco di ombre.
Per l’Adamo, Michelangelo si ispirò, come fece per la Creazione di Eva, alla formella scolpita da Jacopo della Quercia per la Porta Magna della Basilica di San Petronio a Bologna.
La posa di Adamo venne studiata in un foglio a carboncino nero e sanguigna, oggi al British Museum di Londra.
Il gruppo divino è inserito in un grande manto rossastro, gonfio di vento, che abbraccia l’Eterno e gli angeli con una curva dinamica, che per alcuni studiosi ricorda la forma di un cervello umano, che sottolineerebbe il concetto di “idea” divina, per altri una conchiglia.
La corrispondenza dei dettagli anatomici, sorprendente per l’esattezza, non può essere ritenuta casuale, ma si spiegherebbe solo in virtù della profonda conoscenza anatomica che Michelangelo aveva acquisito attraverso una consolidata esperienza di dissezioni su cadavere praticate durante il periodo trascorso presso la Basilica di Santo Spirito a Firenze.
25. La Creazione di Eva
La Creazione di Eva è un affresco (170×260 cm) di Michelangelo Buonarroti, databile al 1511 circa e facente parte della decorazione della volta della Cappella Sistina, commissionata da Giulio II.
Adamo è disteso nell’angolo inferiore a sinistra, con una posizione diagonale, più o meno perpendicolare a quella del corpo di Eva che si alza, sollecitata da un gesto eloquente dell’Eterno in piedi davanti a lei (nelle altre scene invece Dio è sempre in volo).
Dio, avvolto in un ampio mantello violaceo, che lascia appena scorgere la tunica violetto che indossa nelle altre scene, ha uno sguardo intenso e alza il braccio destro, che, come negli altri episodi, è il vero motore dell’azione.
Il braccio alzato sembra infatti guidare Eva verso l’alto, mentre essa emerge gradualmente con le mani giunte benedicenti, da Adamo disteso addormentato.
La composizione è resa particolarmente efficace da un gioco di linee perpendicolari e parallele: il corpo di Adamo è parallelo allo sporgenza rocciosa e al braccio divino, mentre quello di Eva appare come continuazione del braccio disteso di Adamo, parallelo al tronco secco. Le teste dei protagonisti sono disposte poi su un unico asse che attraversa diagonalmente l’intera scena.
I corpi dei progenitori appaiono come quelli di adolescenti, diversi da quelli di atletici adulti nella scena del Peccato originale.
Originale è la capigliatura e la barba bionda del Creatore, grigia negli altri episodi.
Il paesaggio è spoglio e sintetico: si vede un lembo di mare sotto un cielo azzurro chiaro e un prato verde, mentre il primo piano è composto da un gruppo di rocce digradanti verso destra con un albero secco a cui è appoggiato Adamo.
Nei due medaglioni bronzei ai lati della Creazione di Eva, si vedono altrettante storie dell’Antico Testamento: David davanti al profeta Nathan o Alessandro davanti al gran sacerdote di Gerusalemme la Distruzione della tribù di Acab, seguace di Baal o Morte di Nicanor.