(Adnkronos) – Approda all’Archivio della Biennale di Venezia il Fondo Paolo Valmarana: raccoglie le carte del giornalista, dirigente Rai e produttore cinematografico di capolavori quali “Prova d’orchestra” di Federico Fellini, “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi e “La notte di San Lorenzo” dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani, storico componente delle commissioni di selezione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica dagli anni Sessanta agli anni Ottanta. A quarant’anni dalla sua morte, avvenuta il 13 settembre 1984 all’età di 56 anni (era nato a Vicenza nel 1928), la Biennale accoglie il suo patrimonio documentale con l’obiettivo di conservarne e valorizzarne l’eredità artistica. Il Fondo sarà reso disponibile a studenti e ricercatori e diventerà oggetto di iniziative di valorizzazione anche attraverso incontri nell’ambito delle attività dell’Archivio della Biennale/Centro Internazionale della Ricerca sulle Arti Contemporanee. Questa acquisizione si aggiunge ad altre già presenti, come l’Archivio Luca Ronconi, Fondo Palazzo Grassi/Fiat (1894-2005), Archivio Premio Architettura città di Oderzo, Archivio Lorenzo Capellini, Archivio Luca Massimo Barbero, Archivio Nuova Icona, Archivio Enzo Di Martino, Archivio Tullio Kezich, l’accordo con la Fondazione Luigi Nono. La Biennale presieduta da Pietrangelo Buttafuoco conferma così la missione del suo Archivio/Centro Internazionale della Ricerca sulle Arti Contemporanee: ospitare archivi e fondi che affrontano i temi delle arti contemporanee. Con la nuova sede in costruzione all’Arsenale, La Biennale diventa un luogo sempre più aperto, vitale e generativo, volto ad attivare opportunità di ricerca e a conservare lasciti di artisti, mettendoli a disposizione di studiosi e appassionati. Paolo Valmarana, figlio di Giustino Valmarana e di Amalia Spingardi, nasce a Vicenza il 4 novembre 1928 nella casa di famiglia, Villa Valmarana ai Nani, nota per il ciclo di affreschi di Giambattista e Giandomenico Tiepolo. Dopo aver studiato tra Vicenza e Padova, all’inizio degli anni Cinquanta si trasferisce a Roma, dove si laurea in Giurisprudenza e dove muove primi passi nel mondo del cinema sia come critico e saggista, occupandosi di recensioni di film e di commenti su temi legati al cinema, sia come assistente alla regia di Alessandro Blasetti. Intraprende in quegli anni la sua collaborazione con la «Rivista del cinematografo» e con «Il Popolo», per il quale si occupa della rubrica di critica cinematografica divenendone ben presto il principale animatore. Scrive non solo di cinema anche per riviste come «Nuovi Argomenti» e «Paragone», sulle quali pubblici diversi racconti. Nel 1956 inizia a lavorare per la Rai ricoprendo prima il ruolo di redattore del telegiornale e poi dal 1964 quello di Capo dell’ufficio stampa. Dal 1969 diventa Vicedirettore dei programmi Radiofonici e Direttore dei programmi culturali dei tre canali, producendo trasmissioni come Per voi giovani, Buon pomeriggio, Popoff. Nel 1976, a seguito della riforma del Servizio pubblico, viene nominato Capo struttura di Rai 1, occupandosi di acquisizione e produzione cinematografica e di spettacoli teatrali e programmi culturali di cui curerà anche la programmazione. Tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta ricopre inoltre, il ruolo di consigliere di Amministrazione dell’Istituto Luce e dell’Ente Gestione Cinema. Nel corso della sua carriera si interessa in particolare ai rapporti tra cinema e televisione, intuendo prima di altri le potenzialità della televisione nel campo cinematografico e il suo ruolo per promuovere anche il cinema d’autore. Produce film come Padre padrone dei fratelli Taviani e L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi, entrambi vincitori della Palma d’oro a Cannes, ai quali seguono Il gabbiano di Marco Bellocchio, La notte di San Lorenzo dei fratelli Taviani, Prova d’orchestra di Federico Fellini, Colpire al cuore di Gianni Amelio, Yerma di Marco Ferreri, Le mani sporche di Elio Petri. Collabora inoltre quasi ininterrottamente e con diversi incarichi alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. Nei primi anni Ottanta, con l’avvento delle televisioni private e la fine del monopolio della Rai nel campo dell’audiovisivo, i compiti di Valmarana si concentrano principalmente nell’acquisizione di film e serie. Nel contempo, continua a produrre programmi come Bontà loro e i Film Dossier condotti da Enzo Biagi. Nel 1983 fonda, insieme a Ermanno Olmi, il laboratorio Ipotesi Cinema a Bassano del Grappa, per la formazione di giovani cineasti. Muore prematuramente a Roma il 13 settembre 1984, all’età di 56 anni. —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Data:
12 Settembre 2024