Dopo l’evento di pace organizzato dalla Tecnica della Scuola, nell’ambito dell’Educazione civica, per rilanciare l’articolo 11 della nostra Costituzione, a cui ha partecipato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, anche le organizzazioni sindacali intervengono sulla questione dei drammatici episodi di guerra in Ucraina.
In particolare, Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL, in una lettera inviata giovedì 3 marzo, al ministro dell’Istruzione Bianchi ed alla ministra dell’Università e della Ricerca Messa, fa appello a tutto il mondo della conoscenza affinché si faccia promotore di “un’unica data di mobilitazione nazionale che coinvolga tutte le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, le aule universitarie, i centri di ricerca e tutti i luoghi della formazione in un momento corale che sia di riflessione, discussione e approfondimento sui temi della pace e della guerra.”
Con i venti di guerra in atto, spiegare cosa sta succedendo ai nostri figli e ai nostri alunni si fa molto difficile. Intanto perché la situazione è confusa e ricca di tanti punti di vista difficili da mettere insieme, poi perché si tratta di luoghi e contesti di cui – se non se ne parla come tragicamente sta accadendo in questi giorni – si matura quell’atteggiamento verso qualcosa che è “lontano” e pertanto “non ci riguarda” e poi, forse l’aspetto che invece ci tocca tutti e tutte mettendoci in crisi come educatori, formatori e genitori è che, parlare di guerra, è comunque difficile.
“Innanzitutto non bisogna dimenticare di lasciare il giusto spazio alle emozioni, che possono essere anche molto forti quando si tocca un tema come la guerra”, così si legge sul sito Save the Children Italia, che prova ad affrontare il tema della guerra spiegato ai più piccoli. L’articolo, scritto per parlare della guerra in Siria, diventa di attualità in questi giorni. Un buon modo per iniziare è quello di ascoltare le domande che i bambini hanno da fare, i loro dubbi e soprattutto le loro paure, questo ci aiuterà ad orientare il dialogo verso ciò che per loro è davvero importante conoscere.
Infatti da quello che è emerso dall’evento organizzato sulla pace è che mai come in queste ore, come ha fatto presente Sinopoli, è necessaria “una reazione culturale e politica” per portare la riflessione in tutti i luoghi della formazione, perché alle studentesse ed agli studenti non giunga il messaggio sbagliato, quello di una indifferenza per cui “tutto ciò che non ci riguarda direttamente, non sono affari nostri”.