Nel 2004 il governo danese ha offerto la possibilità di ricorrere gratuitamente alle diagnosi prenatali per l’identificazione e la conseguente eliminazione a mezzo aborto dei nascituri “difettosi”.
L’obiettivo è quello di raggiungere il primato di unico Paese al mondo Down Syndrome Free.
Fino ad oggi ha eliminato “il problema” al 98%.
Il Regno Unito ha raggiunto il 90%, la Francia il 77% e gli Usa il 67% (dati CBS)
In Islanda tutte le donne incinte si sottopongono ad uno specifico screening ed è permesso l’aborto dopo 16 settimane se si scopre che il feto ha questa caratteristica.
Al massimo si verificano uno o due casi di tali nascite solo perché i genitori hanno ricevuto risultati sbagliati sui test.
Il Belgio è diventato il primo stato europeo a farsi carico in toto del costo dell’esame del dna fetale che consente di individuare la sindrome.
Già nel 2015 Thomas Hamann, presidente dell’Associazione nazionale per la sindrome di down in Danimarca, aveva puntato il dito contro il fatto che l’opzione di non abortire non fosse nemmeno presa in considerazione a livello sociale, mentre quei pochi che decidono di portare a termine la gravidanza devono confrontarsi con il timore che i sostegni pubblici alla cura di questi bambini vengano tagliati “perché i genitori avrebbero potuto abortire”.
Secondo alcuni si tratta di un investimento cinico, dato che è molto più conveniente per lo Stato sobbarcarsi i costi di questo esame che quelli dell’assistenza delle persone con sindrome di down.
In Germania oltre il 90 per cento delle donne sceglie l’aborto se il bambino ha la trisomia 21.
Didier Sicard, il celebre internista dell’Hôpital Cochin di Parigi, già presidente del comitato di Bioetica francese, ha scritto che con questi test “la nascita di un figlio con sindrome di Down sarà considerata un errore medico. Il sistema francese ha fatto di questo ‘sradicamento’ una questione di sanità pubblica. Il principio di precauzione ha portato alla selezione dei non nati. È eugenetica”.
Christie Hoos, una madre canadese, aveva postato una foto di sua figlia che ha la sindrome di Down sul suo blog personale. Per scoprire poi che quella foto era stata utilizzata da una società che vende uno dei test in questione.
Il prodotto pubblicizzato si chiama “Tranquility” ed è realizzato da una società di biotecnologia svizzera.
Con la foto della ragazzina trisomica c’era anche l’avvertenza: “Non lasciate che questo accada a voi”.
In Italia, nei casi di interruzione di gravidanza, non viene diffusa la motivazione, e pertanto non è possibile sapere quante di queste siano legate alla trisomia 21.
La società occidentale ha inventato nel Novecento forme di eugenetica democratica, modalità presentate in maniera edulcorata che, in sostanza, promuovono azioni che abbiamo già condannato nell’epoca nazista.
In assenza di un valore etico, su cosa si fonda il criterio per stabilire chi debba far parte della razza geneticamente superiore autorizzata ad eliminare quella geneticamente inferiore?
Chi determina i requisiti per ammettere una persona nella società perfetta?
E chi garantisce i limiti di quei requisiti?