A 5 anni di distanza dal tragico colpo afflitto alla sede parigina del settimanale satirico francese, Charlie Hebdo, nuove minacce vengono rivolte nei confronti del giornale da parte di Al Qaida. “Charlie Hebdo pagherà il prezzo di nuovo”, si legge nel magazine One Ummah diffuso da Al Qaida Central; numero dove tra l’altro figurano gli stessi contenuti concernenti l’11 settembre, i profili degli attentatori, lo scopo dell’attacco, la portata dei danni inflitti agli Stati Uniti ecc… Nonostante non ci sia paragone su un piano meramente numerico e materiale, in termini di danni procurati, l’attacco del 7 settembre 2015 presso la sede di Charlie Hebdo, che causò la morte di 12 persone e il ferimento di altre 11, ha in sé un forte contenuto simbolico. L’utilizzo della satira, infatti, costituisce uno degli elementi peculiari dei sistemi democratici occidentali, tra i cui pilastri, figura la libertà di espressione e di stampa, come principio largamente diffuso e radicato nei sistemi costituzionali delle varie comunità statali.
Colpire uno dei capisaldi del linguaggio satirico contemporaneo, è sicuramente da rimettere ad una volontà di colpire il cuore dei valori democratici. “Il fondamentalismo islamico – ha dichiarato Patrick Pelloux, storico collaboratore di Charlie Hebdo – è un fascismo che in Europa non l’avrà mai vinta. Al-Qaida non vincerà mai. Le democrazie saranno sempre più forti del terrore e il diritto degli uomini avrà sempre la meglio sulla teocrazia“, ha insistito Pelloux, assicurando che “le minacce di al-Qaida non cambiano nulla. Continueremo a dire quello che abbiamo da dire sul diritto e la lacità. È cosi e lo sarà per sempre. C’è paura, ma noi saremo sempre più forti delle minacce e della paura.” È questo lo spirito con cui ancora una volta si affronta la strategia dl terrore, volta a far abbassare la testa di fronte alla minaccia della violenza distruttrice, lo stesso spirito con cui i parigini riuscirono a riprendere in mano le redini della propria vita dopo l’annata maledetta che tra gli avvenimenti di Charlie Hebdo e del Bataclan.