Il database Ameco prende in analisi una serie molto ampia di variabili relative ai paesi dell’Unione Europea. In modo particolare il database Ameco fa riferimento ad un periodo compreso tra il 1960 ed il 2018 e per talune variabili si spinge fino a stimare dei valori nel 2020. Di seguito viene analizzato il ruolo del “Net Property Income: Corporations” ovvero del reddito netto della proprietà per le società in Italia. Le relazioni indicate sono prive di valore causale. Esse indicano un’associazione di fenomeni rilevante in termini di significatività statistica. L’equazione stimata è indicata di seguito:
Figura 1. Equazione stimata. Dati Ameco. Paese: Italia. Periodo: P=[1960;2020]U[1960;2020]
I risultati mostrano che il reddito netto della proprietà per le società italiane è associato in modo:
- Esiste una relazione positiva tra il reddito netto della proprietà per le società italiane e la forza lavoro;
- Esiste una relazione negativa tra il reddito netto della proprietà e il valore dei consumi;
- Esiste una relazione negativa tra il reddito netto della proprietà per le società italiane e il reddito nazionale netto;
- Esiste una relazione positiva tra il reddito netto della proprietà per le società italiane e il reddito lordo disponibile;
- Esiste una relazione positiva tra il reddito netto della proprietà per le società italiane e le compensazioni dei dipendenti;
- Esiste una relazione negative tra il reddito netto della proprietà per le società italiane e con l’eccedenza operativa lorda;
- Esiste una relazione negative tra il reddito netto della proprietà per le società italiane e il costo unitario nominale del lavoro.
Le relazioni indicate sono statisticamente significative in termini di p-value. Tuttavia prima di procedere oltre si vuole chiarire il significato del regressando scelto: il reddito netto della proprietà per le società italiane. Si tratta del reddito ottenuto dal proprietario di una impresa meno le spese, le tasse sulla proprietà ed altre spese, come per esempio le spese legati correlate alla proprietà. Pertanto è il reddito che rimane all’imprenditore, sia esso quotista oppure azionista, a seguito del sostentamento di costi e tasse.
Figura 2. Modello econometrico stimato.
Esiste una relazione positiva tra il reddito netto della proprietà per le società italiane e la forza lavoro. Il reddito netto dell’imprenditore risulta essere posto in relazione positiva rispetto alla forza lavoro. La quale circostanza indica che al crescere della forza lavoro cresce anche il reddito netto della proprietà. La crescita del reddito netto della proprietà tende quindi ad essere associato in modo positivo alla crescita della forza lavoro. Si tratta di una relazione che risulta essere effettivamente confermata dal fatto che in genere la crescita delle imprese fa crescere anche il capitale umano. In effetti l’impresa accresce il proprio reddito e la propria capacità di generazione di valore aggiunto per il tramite della crescita del valore dei fattori produttivi impiegati, tra i quali esiste anche la componente della forza lavoro. Le imprese che crescono nel reddito sono indotte ad assumere lavoratori, e questa condizione potrebbe comportare un ulteriore crescita del reddito netto prodotto dalle società. Tuttavia occorre considerare che una tale condizione potrebbe non essere effettivamente durevole per l’impresa e per il sistema capitalistico in quanto le nuove tecnologie che vengono applicate alla produzione industriale e dei servizi sono a basso impatto di capitale umano e pertanto nel futuro è molto probabile che la crescita del reddito dei proprietari delle imprese avvenga nella riduzione della forza lavoro.
Figura 3. Stime econometriche del modello stimato. Fonte: AMECO. Paese: Italia 1960-2018
Esiste una relazione negativa tra il reddito netto della proprietà e il valore dei consumi. Il valore dei consumi tende ad essere associato in modo negativo al valore del reddito netto della proprietà. La proposizione potrebbe apparire controfattuale. Tuttavia non lo è se si considera il passaggio dal manager-owner, al manager professionista che si configura nel passaggio dalla massimizzazione del profitto alla massimizzazione delle vendite. Nel caso di manager owner, è lo stesso imprenditore che procedere alla realizzazione dell’esercizio dell’attività di management e potrebbe portare l’impresa a preferire degli obbiettivi di lungo periodo, come per esempio definiti dai profitti, piuttosto che degli obbiettivi a breve come invece è il caso della massimizzazione dei ricavi. La massimizzazione dei ricavi infatti si manifesta nell’interno di una visione shortermistica dell’impresa ed è associata alla crescita dei consumi. Infatti la crescita del fatturato, rappresentato dalla massimizzazione dei ricavi, non necessariamente si associa alla massimizzazione dei profitti e porta l’impresa ad essere concentrata su valori a breve come per esempio la trimestrale di cassa. Per incrementare il fatturato, ovvero per incrementare le vendite i managers possono essere anche interessati alla realizzazione di attività che siano fortemente orientate ai consumatori pure nella riduzione del profitto. Pertanto crescita dei consumi e crescita del reddito dell’ownership sono scissi in quanto la crescita dei consumi nell’attuale fase del capitalismo è prodotta dai managers professionisti che privilegiano obbiettivi a breve riducendo la componente del reddito della proprietà aziendale.
Figura 4. Capacità predittiva del modello. Fonte: AMECO. Paese: Italia 1960-2018
Esiste una relazione negativa tra il reddito netto della proprietà per le società italiane e il reddito nazionale netto. Il reddito nazionale netto è costituito dalla somma di tutti i redditi percepiti nell’interno di una determinata economia considerando non soltanto i redditi delle imprese quanto piuttosto il reddito dei lavoratori al netto dei trasferimenti netti. La relazione negativa sta ad indicare il fatto che esiste un gioco a somma zero tra la crescita del reddito di un nazione nel suo complesso e la crescita del reddito della proprietà. Le imprese tendono a fare un gioco a somma zero sul reddito nazionale e quando questo cresce, soprattutto per l’azione svolta dal reddito dei lavoratori, la quota del reddito netto si comprime. Pertanto la relazione, sotto altri punti di vista, può essere utilizzata per individuare la presenza di un certo “conflitto” rappresentato nel reddito nazionale tra la componente spettante all’impresa e la componente del lavoro. Tuttavia anche questa relazione potrebbe essere strutturalmente modificata a seguito della crescita del ruolo della tecnologia nel sistema produttivo.
Figura 5. Ellissi di confidenza. Fonte: AMECO. Paese: Italia 1960-2018
Esiste una relazione positiva tra il reddito netto della proprietà per le società italiane e il reddito lordo disponibile. Si tratta di una relazione positiva. Il reddito lordo disponibile comprende una serie di transazioni che riguardano sia il reddito netto disponibile, sia il consumo di capitale fisso ed anche il risparmio netto. La crescita del reddito delle società è associato alla crescita del reddito lordo disponibile per il fatto di incorporare effettivamente anche dei valori di capitale significativi quali sono per esempio il valore delle immobilizzazioni ammortizzate. Infatti le imprese che vogliano incrementare la produttività devono necessariamente agire attraverso il potenziamento della propria infrastruttura di capitale e questo aumenta la probabilità di associazione positiva tra il reddito netto della proprietà ed il reddito lordo disponibile.
Figura 6, Relazione tra valori effettivi e valori stimati. Fonte: AMECO. Paese: Italia 1960-2018
Esiste una relazione positiva tra il reddito netto della proprietà per le società italiane e le compensazioni dei dipendenti. La crescita delle compensazioni dei dipendenti è in un certo qual modo il prodotto dell’andamento positivo del reddito prodotto dalle società. In effetti soltanto una società che riesca ad accrescere il proprio reddito attraverso la crescita degli investimenti può incrementare anche il valore delle compensazioni dei dipendenti. Tuttavia occorre considerare che questa relazione funziona a parità di condizioni tecnologiche e che potrebbe essere sostanzialmente distrutta dall’orientamento nei confronti dell’applicazione di strutture del tipo industria 4.0.
Figura 7. Test performati. Fonte: AMECO. Paese: Italia 1960-2018
Esiste una relazione negativa tra il reddito netto della proprietà per le società italiane e con l’eccedenza operativa lorda. L’eccedenza operativa lorda è costituita dal valore della produzione lorda meno il costo dei beni e dei servizi intermedi, meno la retribuzione dei dipendenti e le imposte sui servizi e sulla produzione. Si tratta di una grandezza che viene considerata lordo in quanto non tiene in considerazione il consumo di capitale fisso. Tuttavia il reddito netto della proprietà tende a dipendere proprio dalla presenza di investimenti durevoli che vengono a coincidere con il capitale di lungo periodo ovvero con il capitale durevole. L’esistenza di una relazione negativa è pertanto da attribuire al fatto che il reddito delle imprese dipende in misura rilevante dagli investimenti fissi il quali non sono considerati nell’interno del reddito netto della proprietà.
Figura 8. Intervalli di confidenza. Fonte: AMECO. Paese: Italia 1960-2018
Esiste una relazione negativa tra il reddito netto della proprietà per le società italiane e il costo unitario nominale del lavoro. Il costo unitario del lavoro è definito come il rapporto esistente tra il costo del lavoro e la produttività del lavoro. Chiaramente il rapporto cresce quando cresce il costo del lavoro e si riduce quando si riduce la produttività del lavoro. La redditività della produttività è comunque una misura economica nell’ambito della quale è molto rilevante il ruolo della riduzione dei costi. Pertanto se i costi crescono, come per esempio nel caso del costo del lavoro, il costo unitario del lavoro cresce ed il valore del reddito spettante alla proprietà della società si riduce.
Conclusioni. Il reddito netto delle società in Italia tende a crescere con la crescita della forza lavoro, con il valore della produttività, il reddito lordo disponibile e la compensazione dei dipendenti, ovvero tutte variabili che si riferiscono in un qualche modo al contributo del capitale umano nell’interno della produttività aziendale. Tuttavia è assai probabile che nel futuro il contributo dei lavoratori nell’interno del complesso della produzione di valore aziendale venga ad essere ridotto e che sia sostituito sostanzialmente dall’apporto delle macchine siano esse robotizzate che rappresentate da algoritmi di machine learning. Il ruolo preponderante che la quarta rivoluzione industriale sta attribuendo al valore della tecnologia risulta essere tale da ribaltare i termini del conflitto del capitalismo: non più una contraddizione tra lavoratori e capitale, quanto piuttosto una contrapposizione tra capitale umano e tecnologia, nella quale chiaramente il capitale umano rischia di perdere significato. Il reddito delle società potrebbe quindi crescere con la tecnologia e senza capitale umano.