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ANIMALISTI A TEMPO DETERMINATO

Con la massima stima e deferenza per tutte le “associazioni” che si battono per il rispetto e la difesa degli animali, che sono contrari alla vivisezione e alla sperimentazione crudele, mi piacerebbe fare alcune precisazioni.

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Dopo l’intervento della giornalista Gabanelli nel programma report sul caso Moncler e le piume d’oca, sono stato subissato, su fb, da foto di meravigliosi cuccioli in cerca d’affetto. I commenti erano quasi tutti concordi sul rispetto di queste bestioline. Come potrei non essere d’accordo con questa gente. Ma un dubbio, comunque, mi assale. So perfettamente che la lettura di questo articolo mi procurerà più nemici che amici, ma alcuni approfondimenti andrebbero fatti.

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Chi si prodiga a postare queste foto è veramente animalista? Per quale recondito motivo questi signori, dopo aver mostrato tanto affetto per il proprio amato cucciolo tanto da portarlo a passeggio bardato a festa, con scarpette e cappottino per paura di farlo raffreddare, indossa scarpe di vitello, guanti in coccodrillo o cinture colbacchi e giubbotti firmati in vera pelle?

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Come mai, gli stessi “pseudo” animalisti, al ristorante continuano a ordinare e mangiare carne e pesce crudo e sanguinolento, frutti di mare che al contatto del limone, prima di essere ingeriti, si contorcono in maniera spietata. Senza parlare delle atroci sofferenze che dovranno subire le povere aragoste che ancora “vive” finiranno in un pentolone di acqua bollente. Una vera situazione angosciante e spesso paradossale.

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Personaggi celebri come B. Bardot e non solo, mettono su organizzazioni interplanetarie per salvare “l’orso marsicano” o la “foca monaca”, animali che nella mia lunga vita non ho mai visto e che, se dovessi incontrarne uno, non saprei nemmeno riconoscere. Pur tuttavia, gli stessi, mentre organizzano battaglie in difesa di alcune specie, si disinteressano delle altre?

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Prendiamo, per esempio, il capretto, il vitellino da latte o il povero maiale, che, a parer mio, è quello che meglio ci rappresenta a livello comportamentale. La simpatica porchetta di Ariccia, piccola, innocua e rosata, finisce regolarmente sulle nostre tavole senza che qualcuno provi mai un pizzico di pietà o di compassione. Mah! Volendo assolutamente strappare alle vostre labbra un sorriso, vorrei rammentarvi che, in vita mia, ho conosciuto più “preti maiali” che “foche monache”. Parola d’onore! Ho visto tanti cacciatori manifestare dinanzi alle vetrine dei grandi magazzini affinché le pellicce dei cani non finiscano, illegalmente , a far da collo ai giubbotti invernali. Gli stessi, dopo qualche ora, dovendo andare a caccia, indossano giubbotti in pelliccia per proteggersi dal freddo e da eventuali attacchi di cervicale.

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Questi cacciatori dicono di amare le bestie (esclusivamente i loro cani) ma non disdegnano di assaporare un cosciotto di cerbiatto in salmì, che loro stessi hanno sparato alcune ore prima. Come mai questi bambi, di Disneyana memoria, dagli occhi azzurri, bellissimi, liberi e imponenti non vengono considerati alla pari dei cani, dei gatti o delle oche?

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Mi chiedo, inoltre, come mai in tutto questo fervore protezionista non vi sia una sola organizzazione che si interessi seriamente dell’essere umano? Servizi sanitari sempre più carenti, anziani che devono pagare di tasca propria una cura dentale, una crema antidolorifica o un collirio pur dovendo vivere con delle pensioni da fame. Ma in che mondo viviamo?

cms_1439/punto_interrogativo.jpgPrima di chiudere vi chiedo come mai non vi è ancora una legge che permetta l’eutanasia per concedere una “morte dignitosa” ad un povero malato terminale? Se ne deduce che, per la società contemporanea l’uomo vale molto ma molto meno di qualsiasi altra specie vivente del nostro terracqueo.

“…Non ci resta che piangere…”.

Data:

12 Novembre 2014