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Sudan, si dimette capo intelligence

Sudan, si dimette capo intelligence

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l capo dell’intelligence nazionale e dei servizi di sicurezza sudanese, il generale Salah Abdallah Gosh, ha rassegnato le sue dimissioni. Lo rende noto la televisione sudanese. ’’Il capo del Consiglio militare transitorio, Abdel-Fattah al-Burhan, ha accettato le dimissioni del capo del Niss’’, ha reso noto il Consiglio militare in una nota. Ieri sera ha rassegnato le sue dimissioni anche il presidente del Consiglio militare Awad Ibn Auf, cedendo il posto al generale Abdel Fattah al-Burhan. Dopo la dopo la deposizione del presidente Omar al-Bashir di giovedì, rende noto la polizia sudanese, sono state almeno 16 le persone che hanno perso la vita e venti quelle rimaste ferite a Khartoum. ’’Alcuni fuorilegge hanno sfruttato la situazione attuale nel Paese per compiere saccheggi e altre attività criminiali’’, si legge nella nota. Il coprifuoco è stato revocato dal presidente del Consiglio militare transitorio, Abdel Fattah Burhan.

CHI ERA IL CAPO DELL’INTELLIGENCE – Salah Abdallah Mohamed Saleh, comunemente noto come Salah Gosh, guidava il potente Servizio di sicurezza e di intelligence nazionale del Sudan (Niss) dal febbraio del 2018. Aveva ricoperto lo stesso incarico anche tra il 2004 e il 2009. Gosh è stato consigliere per la sicurezza del deposto presidente sudanese Omar al-Bashir per due anni, prima di essere arrestato nel 2012 con l’accusa di aver ’’incitato al disordine’’, ’’preso di mira’’ alcuni leader e diffuso notizie sulla salute di Bashir. Nel 2005 il ’New York Times’ aveva scritto che ufficiali dell’intelligence americana avevano permesso a Gosh di recarsi negli Stati Uniti per consultazioni con la Cia a proposito della collaborazione del Sudan nell’arrestare sospetti militanti e fornire informazioni su al-Qaeda dopo gli attentati dell’11 settembre del 2001. E’ accusato di aver avuto un ruolo significativo nei reati commessi in Darfur, inserito nella lista Onu dei maggiori responsabili di crimini di guerra e di chi ha impedito il processo di pace.

IL DISCORSO ALLA NAZIONE – E’ un invito al ’’dialogo’’ quello che viene dal presidente del Consiglio militare del Sudan, Abdel Fattah Burhan, che in un discorso alla nazione ha spiegato che verrà formato un governo civile dopo un periodo di transizione che durerà al massimo due anni. ’’Invito tutto il popolo del Sudan, compresi i partiti politici e i gruppi della società civile, a prendere parte al dialogo’’, ha dichiarato al-Burhan. ’’Sarà formato un Consiglio militare per rappresentare lo Stato fino a quando verrà formato un governo ad interim. Il Consiglio militare ad interim si impegna per quanto segue: un periodo di transizione di due anni durante il quale, o al termine del quale, il potere verrà consegnato a un governo civile formato dal popolo’’, ha spiegato. Il presidente del Consiglio militare transitorio ha inoltre annunciato che verranno scarcerate tutte le persone arrestate durante l’applicazione della legge marziale in Sudan. ’’Con l’obiettivo di creare un clima adatto al vostro progetto di creare uno Stato, annunciamo che il coprifuoco viene revocato e che tutte le persone arrestate o condannate sotto legge marziale vengono immediatamente rilasciate’’, ha affermato al-Burhan. Più tardi ha incontrato una delegazione di manifestanti, che dal 19 dicembre stanno protestando in Sudan contro il governo di Khartoum.

Nuove sanzioni Usa contro Maduro

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Gli Stati Uniti hanno introdotto nuove sanzioni contro quattro aziende petrolifere legate al governo di Nicolas Maduro in Venezuela mentre il segretario di Stato Mike Pompeo, in visita in Cile, sollecita la Russia a evitare di “promuovere una escalation di una situazione già molto precaria” e assicurato che gli Stati Uniti sono un partner più affidabile per i Paesi latino americani che non Russia e Cina.

Continuiamo a contrastare le compagnie che trasportano il petrolio venezuelano a Cuba“, ha dichiarato il segretario del Tesoro Steven Mnuchin. Pompeo si recherà poi in Paraguay, Perù e Colombia.

Gilet gialli in piazza, ancora scontri

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Ancora scontri tra i gilet gialli e la polizia francese, nella 22esima giornata di protesta, dopo che è entrata in vigore la nuova legge che punta a limitare le manifestazioni non autorizzate. Gli episodi più violenti si sono avuti a Tolosa, dove la polizia ha arrestato 23 manifestanti. La prefettura locale ha riferito che due persone sono state ricoverate in ospedale, in condizioni non gravi.

A Parigi il confronto tra i manifestanti, che protestavano contro la nuova legge, e la polizia si è svolto in maniera più pacifica, anche se la prefettura in serata ha riferito di avere effettuato 27 fermi.

Secondo il ministero dell’Interno francese, i manifestanti scesi in piazza oggi in tutto il Paese sono stati 31mila, in aumento rispetto ai 22mila della scorsa settimana, ma comunque in calo rispetto alle manifestazioni dei mesi scorsi.

Alan Kurdi sbarca a Malta

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Il governo maltese ha autorizzato lo sbarco dei 62 migranti a bordo della nave tedesca Alan Kurdi bloccata da più di una settimana al largo della costa. I profughi saranno trasferiti in Germania, Francia, Portogallo e Lussemburgo, ha precisato il governo a La Valletta. La Alan Kurdi, della ong tedesca Sea Eye, non sarà autorizzata a entrare in porto. A bordo della nave ci sono 62 persone, fra cui 12 donne e un bambino, tratti in salvo al largo della costa libica lo scorso tre aprile.

La Germania accoglierà fino a 26 dei 62 migranti che sono stati soccorsi dalla nave tedesca Alan Kurdi e che sono stati autorizzati a sbarcare a Malta. In una nota pubblicata su Twitter, il ministero dell’Interno tedesco ha evidenziato di aver “alzato il proprio livello di accoglienza” nella circostanza.

Esulta il ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Ottime notizie! Come promesso – dice -, nessun immigrato a bordo della nave Alan Kurdi arriverà in Italia. Verranno trasferiti in altre nazioni europee, a partire dalla Germania che è il paese di quella ong. E ora anche La Valletta fa benissimo a denunciare la pressione indebita e pericolosa delle Organizzazioni non governative”.

“La vicenda della Alan Kurdi rafforza la collaborazione tra Italia e Malta contro i trafficanti di esseri umani: non possiamo essere lasciati soli a fronteggiare sbarchi e trafficanti di esseri umani – continua il vicepremier -. Ribadiamo, con forza, che le ong non sono al di sopra della legge. Noi e Malta siamo stati i primi a dirlo, e ora se ne accorgono in tutta Europa”.

La Commissione Europea si dice “sollevata” per la soluzione trovata, ma “questo incidente mostra ancora una volta chiaramente che l’Unione Europea non può continuare ad affidarsi a soluzioni ad hoc”. Al contrario, “servono soluzioni prevedibili e sostenibili per far sì che gli sbarchi delle persone soccorse in mare possono avvenire sistematicamente e insicurezza in futuro“, afferma una portavoce dell’esecutivo comunitario.

La Commissione “accoglie con favore la decisione dell’autorità maltese di autorizzare lo sbarco oggi a Malta. Ciò è stato possibile grazie alla collaborazione di Malta, insieme a Francia, Germania, Lussemburgo e Portogallo, sostenuti dagli sforzi diplomatici e dall’intenso coordinamento messo in campo dalla Commissione nell’ultima settimana”.

“Silvia Romano è viva”

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Silvia Romano, la cooperante sequestrata il 20 novembre scorsomentre si trovava nel villaggio di Chakama a circa 80 km da Malindi, sarebbe viva e non avrebbe superato il confine con la Somalia. E’ quanto sarebbe emerso, come riportano il ’Corriere della Sera’ e ’il Messaggero’, nel corso dell’incontro tra gli investigatori kenioti e i carabinieri del Ros a Nairobi dove sono stati condivisi gli atti raccolti finora.

“Siamo sicuri che Silvia è viva”, avrebbero assicurato, secondo quanto riportano i quotidiani, gli investigatori kenioti. Tra le persone arrestate in questi mesi ci sono anche due uomini che avrebbero accettato di collaborare: secondo la loro versione la ragazza sarebbe stata ceduta a una nuova banda di criminali avvalorando così l’ipotesi che Silvia sia ancora in Kenya.

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14 Aprile 2019