Di Maio: “Non ci tappiamo la bocca”
Vicepremier contro. “Stufo di insulti da alleati, io non rispondo. Questo governo andrà avanti cinque anni basta che la smettano di chiacchierare, perché le parole hanno un peso” afferma Matteo Salvini nel corso di un incontro a Roma. A stretto giro la replica di Luigi Di Maio, in un’intervista a ’Non è l’Arena’: “Con la corruzione non ci si tappa la bocca, si parla e si chiede alle persone di mettersi in panchina” dice il vicepremier. “Il Movimento 5 Stelle rimane un presidio di legalità”.
“Il tema è semplice: questa persona poteva fare un passo indietro. Ora si faccia fare un passo indietro a questa persona prima del Cdm” di mercoledì, sottolinea Di Maio. “Il M5S ha la maggioranza assoluta in Cdm”, ricorda. E chiede: “Ma perché dobbiamo arrivare a questo punto?”. Sul caso Siri “non mollo per coerenza, chi getta un’ombra su governo si deve mettere in panchina”. Con Salvini “lavoriamo bene quando lavoriamo su cose concrete” mentre “la tensione in questi giorni” è legata all’inchiesta sulla corruzione e al caso del sottosegretario leghista.
Intanto, in giornata, Salvini parla anche di legittima difesa, “è ormai questione di giorni. Fra una settimana l’Italia sarà più sicura per le persone per bene e meno sicura per i delinquenti”. Inoltre, sottolinea il ministro dell’Interno, “quest’anno entreranno in servizio molti degli 8.000 tra poliziotti, pompieri e forze dell’ordine che abbiamo promesso”.
Per quanto riguarda i migranti, “i morti in mare sono drasticamente diminuiti, i numeri parlano chiaro. Porti chiusi per delinquenti e per chi non ha davvero bisogno di aiuto”.
EUROPEE – E poi, sulle prossime elezioni, “contagiate di entusiasmo e cambiamento tutti i vostri conoscenti e convinceteli a votare – esorta Salvini -. In questi 9 mesi abbiamo dimostrato che volere è potere. Non mi stuferò mai di fare ciò che sto facendo. Facciamo in modo che la Lega sia il primo partito in Italia in modo di cambiare le cose in Europa”.
Proposta anti-troll
Chiunque è libero di pubblicare quel che vuole su Twitter, Facebook e Instagram purché si sappia a chi appartenga l’account. Forza Italia scende in campo contro i falsi profili social, a cominciare dal fenomeno dei troll. E con una pdl ad hoc chiede maggiore trasparenza e più chiarezza sulle ’piattaforme’. Della serie: “Onori e oneri dello stare sui social” come spiega all’AdnKronos il deputato azzurro Andrea Ruggieri, primo firmatario del testo di 4 articoli, che punta a “tutelare la sicurezza dei cittadini, garantendo trasparenza e tracciabilità dei dati, e monitoraggio delle informazioni nell’ambito dei servizi di social network elettronici”.
’’Massima libertà di pubblicare ciò che si vuole sui social, ma altrettanta massima identificabilità di chi pubblica, abbinando i profili a un codice fiscale” insiste l’esponente forzista, che cita due casi: ’’Innanzitutto, quello del filmato in cui un finto funzionario Bce dice ’dobbiamo prendere alla gola gli italiani e strozzare l’Italia’, che fa 4 milioni di visualizzazioni. Un chiaro esempio di contenuto chiaramente falso, con una sua forte influenza ed effetto fuorviante’’.
Poi, sottolinea, ’’c’è il recente video con ben 5 milioni di visualizzazioni di un ragazzo che si finge un ladro sul letto di ospedale, ferito dalla reazione di uno che ha sparato per legittima difesa: lui cattura l’attenzione con la frase ’che ho fatto di male, volevo solo rubare qualcosa per mangiare, merito di morire? Allora la prossima volta vuol dire che mi porterò anch’io una pistola’”.
“La mia proposta – precisa Ruggieri – non impedisce a una persona di avere anche 5mila profili, ma devono essere tutti chiaramente riconducibili a qualcuno che risponde di quello che pubblica e che rimane libero di pubblicare ciò che vuole”.
Ruggieri ricorda anche un altro ’caso’: “Di recente sono circolate immagini di due persone che avevano ottenuto il reddito di cittadinanza e sbeffeggiavano i lavoratori che ancora si alzano la mattina per lavorare. Poi si è scoperto che quel video era falso, ma nessuno è riuscito a sapere chi lo aveva messo in giro: sarebbe giusto capire chi fa questo tipo di scherzetti”.
La pdl, presentata alla Camera, dal titolo ’Nuove disposizioni in materia di tracciabilità degli account social’, vuol ’’contrastare ogni forma di violazione della dignità della persona, in particolare dei minori in quanto soggetti più deboli ed esposti sul web”.
Secondo Ruggieri ’’l’utilizzo assai diffuso dei social network comporta la necessità di una maggiore consapevolezza nell’uso delle tecnologie digitali, divenute oramai principale veicolo di diffusione delle informazioni. Ciò rende improcrastinabile una regolamentazione o, quantomeno, dei ’filtri’ di autenticazione, anche perché il dibattito in rete che deriva dalla interconnessione tra più soggetti può in ogni caso generare contenuti giuridicamente rilevanti”.
“Rendere trasparente il sistema delle piattaforme social – assicura – può avere effetti positivi sia in termini di sicurezza e tutela per i cittadini che in termini di qualità delle informazioni, a garanzia di un uso responsabile della rete internet e del dibattito on line”.
Prevedere, quindi, la “tracciabilità dei dati degli utenti dei social network è ormai priorità sia dal punto di vista sociale che normativo”. A tal fine, la pdl obbliga i “fornitori di servizi di social network elettronici, al momento della registrazione di un account social”, di ’’richiedere contestualmente, oltre ai dati anagrafici del soggetto iscritto, anche il codice fiscale e copia fotostatica in digitale dello stesso”.
Castrazione chimica, finora raccolte 50mila firme
Nella prima giornata di raccolta firme a sostegno della proposta di legge per l’introduzione della castrazione chimica promossa dalla Lega, e che proseguirà anche domani, sono state 50mila le sottoscrizioni. A renderlo noto gli organizzatori.
“In tutte le piazze d’Italia stanno firmando a favore della proposta di legge della Lega per la castrazione chimica contro pedofili e stupratori – ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a Prato durante un comizio elettorale per sostenere il candidato sindaco del centrodestra Daniele Spada – Chi mette le mani addosso a una donna o a un bambino merita solo la galera, ma va anche curato per evitare che molesti altre donne e altri bambini. Su questo non ci fermeremo fino a quando non sarà legge dello Stato”.
Affondo su Fazio
Fabio Fazio nel mirino di Matteo Salvini e anche di un affondo da parte del presidente della Rai, Marcello Foa. “Ci sarà un buco di tre quarti d’ora perché mi sono rifiutato di andare da Fazio. Sono l’unico segretario di partito che si è rifiutato, mi hanno detto ’ma come, fa 3 milioni di spettatori…’. Per me la coerenza viene prima e per me i valori e la coerenza valgono più di 3 milioni di spettatori” ha detto il vicepremier in un comizio a Foligno. Poi, rivolgendosi direttamente a Fazio: “Riduciti lo stipendio, chiacchierone di sinistra pagato con i soldi degli italiani”.
E Fazio, in apertura di ’Che tempo che fa’, ha replicato: “Prima di cominciare la nostra puntata voglio leggere alcune righe che mi sono appuntato per fare una brevissima, ma doverosa, precisazione in nome del pluralismo a cui ’Che tempo che fa’ si è sempre attenuto”.
“Come forse saprete, dopo Forza Italia avremmo dovuto ospitare la Lega, in particolare il suo segretario Matteo Salvini a cui abbiamo ripetuto molte volte inviti senza ricevere risposta formale. Il Ministro però – ha continuato Fazio – ha fatto sapere in numerosi interventi pubblici, nei suoi comizi elettorali, che non sarebbe intervenuto. Naturalmente mi dispiace perché, al di là della sua opinione su di me che non mi permetto in questa sede di discutere, sarebbe stato invece interessante consentire al pubblico di ’Che tempo che fa’ di poter ascoltare le sue opinioni circa i temi dell’Europa, i recenti tragici fatti di Napoli e naturalmente tutta l’attualità politica. Naturalmente la sua posizione è legittima – ha detto – confido che ci sia un’occasione nella prossima stagione”.
FOA – Sul ’tema Fazio’ interviene anche il presidente della Rai, Marcello Foa, che dal Festival della tv e dei nuovi media di Dogliani dice: “Il compenso di cui beneficia Fabio Fazio è molto elevato, al di sopra di qualunque altra valutazione di merito che può essere fatta rispetto agli ascolti che fa. Nella Rai del cambiamento che vuole essere anche rispettosa del canone pubblico è chiaro che per quanto vincolato da un contratto che la Rai naturalmente deve rispettare si pone un problema di opportunità”.
“Spetta all’amministratore delegato trovare risposte opportune a una questione che è sul tavolo da tanto tempo. Non interferisco con il suo lavoro. Questa è la Rai del cambiamento e ’Che tempo che fa’ è una trasmissione che va in onda da 16 anni, dal 2003. Forse è un format che non ha più quella carica innovativa che aveva all’inizio. Questo dovrebbe farci riflettere” dice ancora il presidente Rai a margine dell’incontro al Festival.
E aggiunge: “E’ stata portata su Rai1 e gli indici di ascolto non sono aumentati. Questo induce a una riflessione dal punto di vista aziendale. Non gestisco i palinsesti, non voglio entrare nel campo di Salini, è compito dell’ad; ma sono riflessioni di fondo che condivido anche con lui che porteranno alle valutazioni che Salini riterrà più opportune”.
PD – “L’offensiva della Lega contro Fabio Fazio – e non mi fa velo né la stima, né di sfidare lo zeitgeist – è una spudorata, intollerabile intimidazione. In linea con i suoi alleati di governo. Adesso ditemene e parliamone. Spero che i vertici Rai difendano l’azienda” scrive in un tweet il deputato del Pd, Filippo Sensi.
Morta per tumore, nel mirino protesi al seno
Una donna è morta all’inizio di quest’anno a causa dell’Alcl, il linfoma anaplastico a grandi cellule associato ad alcuni tipi di protesi al seno. È il primo caso registrato in Italia. La paziente era in cura al Policlinico Umberto I di Roma.
Secondo fonti mediche – verificate dalla trasmissione ’Report’ che ne parlerà durante la puntata di oggi alle 21.20 su Rai3- la donna a ottobre era stata sottoposta a un intervento di rimozione delle protesi ma la malattia era già in stato molto avanzato e, nonostante le terapie, ha portato in poche settimane al decesso. L’impianto risaliva a 12 anni fa.
Del caso, come verificato da Report, i medici del Policlinico Umberto I hanno informato il ministero della Salute. Secondo i dati più recenti del ministero i casi di linfoma anaplastico a grandi cellule associato a protesi al seno in Italia sono saliti a 41, ma altri starebbero emergendo. Tuttavia mai finora erano stati ufficialmente segnalati decessi di pazienti nel nostro paese.
Interpellata da Report, il capo della direzione dispositivi del ministero della Salute, Marcella Marletta, ha confermato il decesso e ha detto che il ministero “è stato informato a febbraio e ha ricevuto la documentazione ad aprile”. Prosegue Marletta: “Stiamo completando l’istruttoria sul caso con il parere degli esperti. il 13 maggio il Consiglio superiore di sanità esprimerà la posizione ufficiale del ministero della Salute sul tema del linfoma anaplastico a grandi cellule associato a impianti mammari”.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato ufficialmente la malattia nel 2016. I casi segnalati alla Food and Drug Administration (Fda) statunitense sono saliti a 457 in tutto il mondo, mentre sono finora 17 le morti accertate. Ad inizio aprile, l’Ansm, l’autorità sanitaria francese, ha sospeso la commercializzazione di protesi macrotesturizzate, sospettate di essere associate alla malattia.