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Salvini: “Ora la flat tax”

Salvini: “Ora la flat tax”

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“Tiro fuori la flat tax già domani (mercoledì, ndr) al Consiglio dei ministri”. Lo ha detto il ministro degli Interni, Matteo Salvini, a margine del convegno ’Una nuova giustizia: l’impresa che serve all’Italia’ a Milano. “Prima si fa e meglio è – ha aggiunto – è chiaro che bisognerà stringere i denti all’inizio, ma nel medio lungo periodo i risultati si sentono, anche in termini di lotta all’evasione. Chiunque voglia combatterla non lo fa soltanto con le manette ma lo fa anche abbassando le tasse”.

“Ridurre le tasse è un’esigenza che non può aspettare mesi o anni” ha detto ancora il ministro, ricordando che la flat tax “è nel contratto di governo. I Paesi che la applicano crescono più di noi”.

A stretto giro arriva la risposta del M5S: “Ennesima farsa sulla flat tax – dichiarano fonti di governo grilline all’AdnKronos – Cosa porta Salvini in Cdm? Non può portare un decreto senza che il Quirinale ne sappia nulla”. E inoltre, “mancano totalmente le coperture. Quindi è propaganda becera sulle speranze dei cittadini che aspettano la riduzione delle tasse”, l’affondo dei 5 Stelle.

DI MAIO – “Salvini vuole portare la flat tax in Consiglio dei ministri? non vedo l’ora, sono prontissimo a votarla, se ci portano pure le coperture” dice poi Di Maio, intervistato a ’Cartabianca’ su Rai 3. “Io domani porto il salario minimo, così abbassiamo le tasse e alziamo gli stipendi, che gli italiani sono contentissimi”.

Il ’tesoretto’ per stop Iva

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Dalla razionalizzazione dei 137,6 miliardi di sgravi fiscali che ogni anno alleggeriscono il peso delle tasse per i contribuenti italiani e da una compiuta lotta all’evasione stimata in 110 miliardi all’anno il governo potrebbe disporre di un ’tesoretto’ di oltre 250 miliardi con cui fare fronte ai 23 necessari alla sterilizzazione della clausola di salvaguardia sull’Iva. E’ l’Ufficio studi della Cgia a calcolare il possibile risparmio di spesa di un riassetto dei bonus fiscali unitamente al recupero di “cifre importanti” di evasione ed elusione fiscale.

E se è vero “che i risultati dalla lotta all’evasione sono ancora molto contenuti e difficilmente entro la fine dell’anno potranno essere recuperate cifre importanti”, disboscare la giungla di misure agevolative è per la Cgia “un obbligo morale e un atto di giustizia sociale, visto che una parte di questi vantaggi fiscali premiano ingiustamente anche i contribuenti più facoltosi”, spiega il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo.

I 137,6 miliardi di sgravi fiscali sono infatti articolati variamente: 61,1 i miliardi di ’tax expenditures’; 39,1 quelli relativi a detrazioni ai lavoratori dipendenti, ai pensionati e agli autonomi; 26,8 i miliardi di sgravi sui tributi locali e 10,6 miliardi per detrazioni familiari a carico. E per le misure strettamente riconducibili alla sola voce ’tax expenditures’, calcola ancora la Cgia, le prime 20 agevolazioni su 513 incidono sul totale della spesa, pari a 46,1 miliardi all’anno, per il 75,5%. “Ciò vuol dire che la spesa per questo pacchetto di interventi agevolativi è fortemente concentrato su poche voci”, argomentano ancora gli artigiani di Mestre.

Ma quali sono le principali agevolazioni e chi sono i contribuenti che ne traggono i maggiori vantaggi? La prima voce è costituita dal ’bonus Renzi’ che, stima ancora la Cgia, interessa oltre 11 milioni di lavoratori dipendenti con un livello retributivo medio-basso e costa allo Stato quasi 9,4 miliardi all’anno.

La seconda misura è la detrazione al 50% delle spese per il recupero edilizio che grava sulle casse pubbliche per 6,8 miliardi di euro. La terza, invece, è composta dai proprietari di prima casa la cui rendita catastale non rientra nell’imponibile Irpef e che beneficiano di uno ’sconto’ fiscale di 3,6 miliardi di euro. Misurando invece le agevolazioni fiscali per settore economico, la Cgia annota come al comparto casa e all’assetto urbanistico gli ’sconti’ fiscali nel 2019 ammontino a 20,4 miliardi di euro. Seguono le politiche per il lavoro con 14,4 miliardi, la tutela della salute con 4,6 e la competitività e lo sviluppo delle imprese con 4,5 miliardi di euro.

Sul fronte delle tasse, la Cgia torna dunque a ribadire “un concetto molto importante che, però, fatica a farsi strada anche in questo scorcio di campagna elettorale”. Ovvero, “è verosimile ipotizzare che, con meno tasse da pagare, si registrerebbe una decisa emersione di base imponibile tale da consentire all’Amministrazione finanziaria di concentrare le attività di contrasto nei confronti dei comportamenti fiscali più insidiosi” dice il segretario Renato Mason, che sottolinea però come la riduzione strutturale delle tasse debba avvenire contestualmente alla riduzione di pari importo della spesa pubblica improduttiva. “Altrimenti – conclude – rischiamo di illudere inutilmente i cittadini che mai come in questo momento chiedono meno tasse, soprattutto sugli stipendi e sulle pensioni”.

Pensioni d’oro, da giugno i tagli

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Prende il via il prossimo giugno il taglio delle pensioni d’oroprevisto dalla legge di bilancio. In una circolare pubblicata sul sito, l’Inps sottolinea che, “a decorrere dal 1° gennaio 2019 e per la durata di 5 anni, i trattamenti pensionistici diretti complessivamente eccedenti l’importo di 100.000 euro lordi su base annua sono ridotti di un’aliquota percentuale in proporzione agli importi dei trattamenti pensionistici”.

“Saranno circa 25mila posizioni e c’è un risparmio per lo Stato di 140 milioni” afferma il presidente dell’Inps Pasquale Tridico a proposito del taglio, intervistato da Giovanni Floris alla trasmissione ’diMartedì’ in onda su La7. Il tetto oltre il quale il taglio interviene “è 100mila euro” ha spiegato Tridico, precisando però che “solo la parte retributiva verrà tagliata”.

“Questa volta si è iniziato cambiando paradigma di intervento -ha detto – con le pensioni di cittadinanza, un sussidio dato anche in un periodo di non crescita e tagliando laddove c’era da tagliare, nella parte alta dei redditi che funzionasse da redistribuzione”.

Colf e badanti, il 60% irregolare

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In Italia, i lavori domestici rappresentano l’1,25% del Pil e sono svolti da 2 milioni di lavoratori, di cui 1,2 irregolari (il 60% del totale). E’ quanto emerge dalla presentazione del Libro Bianco del lavoro domestico ’Famiglia, lavoro e abitazione’, presentato questa mattina al Cnel da Assindatcolf, Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico e da Effe, la Federazione europea dei datori di lavoro domestico.

Tra i presenti il presidente del Cnel, Tiziano Treu, il giuslavorista Michele Tiraboschi, il direttore di ricerca dell’Irs Sergio Pasquinelli, il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, il vice presidente della Federazione delle associazioni familiari cattoliche in Europa Vincenzo Bassi, il presidente di Federanziani Roberto Messina, il presidente Fish Onlus Vincenzo Falabella ed il responsabile dei servizi statistico-informativi dell’Anmil Franco D’Amico. Presenti anche Debora Serracchiani; Silvia Costa; Fabio Massimo Castaldo; Laura Agea; Anna Bonfrisco; Maria Teresa Bellucci; Costanza Hermanin.

Si stima che, con adeguate risorse, nei prossimi anni potranno essere circa 13 milioni i lavoratori nel settore domestico, oltre 5 milioni in più rispetto ad oggi, con un aumento del 40%.

Per quanto sottostimato, – ha spiegato il vice presidente Assindatcolf ed Effe, Andrea Zini – questo settore rappresenta comunque il 4% dell’occupazione totale in Europa, contro il 4,7% di quello dell’ospitalità ed il 6,8% delle costruzioni. Se supportato da adeguate politiche pubbliche e da finanziamenti, si stima che il comparto potrà espandersi in modo capillare nei prossimi anni, arrivando ad offrire un bacino occupazionale di 5 milioni di nuovi posti di lavoro, per un totale di 13 milioni, con un incremento del 40% rispetto ad oggi”.

Sono 8 milioni i lavoratori domestici regolari in Europa. Rappresentano il 4% dell’occupazione totale, sotto al settore dell’ospitalità, al 4,7%, e al settore delle costruzioni, al 6,8%.

“In Europa – ha aggiunto Alessandro Lupi, vice presidente Assindatcolf – nel 70% dei casi il lavoro domestico viene fornito da esterni, quali il servizio pubblico, le organizzazioni profit e non profit. Solo nel 30% dei casi è la famiglia ad assumere direttamente colf, badanti e baby sitter. Un modello per sua natura più soggetto a irregolarità ma anche più economico, poiché non prevede l’azione di intermediari. In Italia, invece, dove ad assumere sono quasi sempre direttamente le famiglie e, soprattutto, dove non esiste un sistema di agevolazioni adeguato, ma solo minime forme di detrazioni e deduzione dei costi, su 2 milioni di lavoratori complessivamente impiegati, oltre il 60% lavora in nero”.

Hackerate 30mila mail, c’è anche sindaca Raggi

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La Polizia Postale, attraverso il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic) sta svolgendo accertamenti in merito alla violazione da parte di Anonymous Italia degli account di posta elettronica certificata di circa 30.000 avvocati iscritti all’Ordine di Roma.

Formalmente in Procura non è ancora stata aperta un’indagine. Nel pomeriggio, l’account Twitter di ’Anonymous Italia’ ha rivendicato l’intrusione informatica dicendo che fra le email hackerate c’è anche quella della sindaca Virginia Raggi.

POLIZIA POSTALE – “Non abbiamo ancora ricevuto denunce, siamo in una fase iniziale di controllo”. Dopo la pubblicazione dei documenti, “stiamo facendo accertamenti per vedere cosa è stato pubblicato, che tipo di documentazione è, se è vecchia o recente. Stiamo seguendo la situazione” spiega all’AdnKronos Nunzia Ciardi, portavoce della Polizia Postale.

“Vedremo chi farà denuncia – aggiunge – per ora dobbiamo perimetrare e parametrare la situazione, capire cosa è successo: stiamo mettendoci in contatto con le persone coinvolte per capire cosa è stato esfiltrato”. E quanto alla possibile presenza, tra le persone coinvolte, di altri personaggi pubblici osserva: “E’ l’ordine degli avvocati, sicuramente è un database da cui emergeranno nomi di un certo rilievo, bisogna vedere se corrispondono e valutare anche tante possibili omonimie. Ancora – conclude – è presto per fare un bilancio”.

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8 Maggio 2019