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Greta e Schwarzy insieme per l’ambiente

Greta e Schwarzy insieme per l’ambiente

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Arnold Schwarzenegger e Greta Thumberg insieme contro i cambiamenti climatici. ’Terminator’ ha infatti invitato la giovane attivista svedese a partecipare all’R20 Austrian World Summit, un evento che unisce città e regioni impegnate in programmi per l’ambiente. E da Vienna, dove è in corso l’appuntamento, Greta e Schwarzy hanno lanciato insieme un appello ai leader politici ed economici mondiali. “Fino a quando voi, i leader, continuerete a comportarvi come se tutto fosse a posto, sotto controllo, noi le persone comuni non capiremo che c’è un’emergenza. Noi giovani ci stiamo svegliando e non vi lasceremo comunque in pace”, ha dichiarato l’adolescente svedese che ha coinvolto decine di migliaia di ragazzi in tutta Europa nella sua battaglia.

Schwarzenegger si è rivolto agli scettici, gli industriali e in particolare i produttori di automobili, perché accettino la realtà della minaccia dei cambiamenti climatici. “Prima o poi anche voi vi renderete conto della verità”, ha detto l’ex governatore della California e attore, ricordando quanto sia costato alla Volkswagen lo scandalo della truffa sulle emissioni inquinanti. “Alla fine – ha detto – la gente va in prigione per le sue bugie”. Con Greta e Schwarzy c’era anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che ha chiesto ai governi di aumentare i loro programmi per la riduzione delle emissioni nocive. “Stiamo facendo meno di quanto sappiamo non sarà abbastanza”, ha dichiarato, riferendosi agli obiettivi degli Accordi di Parigi sul clima.

“Nordcoreani prigionieri della corruzione”, la denuncia Onu

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“Un circolo vizioso fatto di privazioni, corruzione e repressione”. E’ questa la realtà che milioni di nordcoreani si trovano ad affrontare ogni giorno, nel ’regno eremita’ di Kim Jong Un. A descrivere le condizioni di vita a nord del 38° parallelo è un rapporto delle Nazioni Unite, che accusa il regime di Pyongyang di una gestione dissennata dell’economia. La sopravvivenza quotidiana, afferma il rapporto, è resa ancora più difficile dalla continua richiesta di mazzette da parte dei funzionari di regime.

Il rapporto, intitolato ’Il prezzo è giusto’, è stato realizzato attraverso le interviste fatte a 214 persone che sono riuscite a disertare e mettersi in salvo oltreconfine, tra il 2017 e il 2018. Il collasso del sistema di distribuzione statale negli anni ’90, sottolinea il documento, ha costretto circa tre quarti della popolazione a fare ricorso al mercato nero, perché le razioni quotidiane garantite dal regime non sono sufficienti a garantire un’alimentazione adeguata.

“Se ci si limita a seguire le istruzioni del regime, si muore di fame”, ha raccontato uno dei disertori. Ed è grazie all’illegalità dei vari mercati ’paralleli’ che fiorisce la corruzione, con i funzionari di stato pronti a ’chiudere un occhio’ in cambio di denaro. Quelli che possono permetterselo, ha raccontato un altro disertore, “riescono a farla franca su tutto, compreso l’omicidio”.

Il rapporto dell’Onu, citato dalla Bbc, critica anche la gestione economica del regime di Kim, salito al potere nel 2011 dopo la morte del padre. Pyongyang si difende puntando il dito contro le sanzioni, che avrebbero messo il Paese in ginocchio, e affermando che il rapporto ha una “motivazione politica” e lo “scopo sinistro” di danneggiare il regime. Eppure, sostiene l’Onu, le ristrettezze riguardano solo la popolazione civile, mentre l’apparato militare riceve risorse adeguate.

Il Programma alimentare mondiale stima che siano 10,1 milioni i nordcoreani che soffrono di carenze alimentari, anche a causa del peggior raccolto dell’ultimo decennio, che ha lasciato i magazzini di stato privi di un milione di tonnellate di derrate alimentari.

“Mi preoccupa che la costante attenzione alla questione nucleare distolga l’attenzione dal terribile stato dei diritti umani per milioni di nordcoreani”, ha detto l’alta commissaria Onu per i Diritti umani, Michelle Bachelet. “Il diritto al cibo, alla salute, alla casa, al lavoro, alla libertà di movimento e alla libertà in generale è universale e inalienabile, ma in Corea del Nord dipende soprattutto dalla capacità degli individui di corrompere i funzionari statali”, ha detto la commissaria Onu.

Studenti transgender possono scegliere il bagno

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La Corte Suprema degli Stati ha confermato la decisione di un distretto scolastico della Pennsylvania che permette agli studenti transgender di scegliere di usare il bagno che corrisponde alla propria identità di genere. E’ stato infatti respinto il ricorso del gruppo conservatore, Alliance Defending Freedom, che rappresenta studenti in una serie di ricorsi simili in tutto il Paese.

La Corte, che ha ora una maggioranza di giudici di orientamento conservatore, ha quindi confermato la sentenza della corte d’appello del terzo circuito che, all’unanimità, aveva riconosciuto la legittimità della misura del distretto scolastico. “Questa è una vittoria per studenti ed insegnanti transgender in tutto il Paese”, ha subito commentato l’Aclu, organizzazione per i diritti civili che patrocinava il caso.

Di tono ovviamente opposto la dichiarazione dell’organizzazione conservatrice: “Gli studenti che hanno problemi con la loro identità di genere hanno bisogno di compassionevole sostegno, ma ragioni fondate sul buon senso hanno da sempre portato ad avere nelle scuole una separazione tra maschi e femmine nei bagni e negli spogliatoi”.

Offre acqua a migranti, a processo

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Sarà processato per traffico di esseri umani uno dei volontari di Ajo, in Arizona, arrestato per aver dato “acqua, cibo, vestiti puliti ed un letto” ai migranti entrati dal deserto di Sonora. A raccontarlo è lo stesso Scott Warren, spiegando che “questa settimana sarò processato” e che se condannato “potrei essere detenuto fino a 20 anni”.

In un articolo sul ’Washington Post’, Warren racconta che “residenti e volontari organizzano delle spedizioni per offrire assistenza umanitaria, e lasciare contenitori di acqua, cibo in scatola, calzini ed articoli di pronto soccorso” lungo il percorso dei migranti nel deserto dove le temperature di giorno superano i 48 gradi e precipitano di notte. “Lungo quello che ormai è noto come il corridoio di Ajo, decine di corpi vengono trovati ogni anno, e si ritiene che siano molti di più quelli che non vengono scoperti”.

In passato, aggiunge il volontario, vi era una pacifica coesistenza se non una collaborazione con il Border Patrol e ricorda che un giorno un agente gli disse: “Sono felice che siate qui oggi, la gente ha bisogno di acqua”. Con il cambio di amministrazione la situazione è cambiata: “Sono stati negati i permessi per entrare nel Cabeza Prieta National Wildlife Refuge, distrutte le riserve d’acqua lasciate nel deserto e hanno cominciato a perseguire i volontari”. Diversi membri della Ong No More Deaths in passato hanno rischiato condanne e multe fino a 10mila dollari, ma ora il caso di Warren rappresenta un salto di qualità dal momento che il volontario è stato incriminato per traffico di esseri umani e questo, afferma il volontario, potrebbe segnare “un pericoloso precedente”.

“Ad Ajo la mia comunità offre cibo ed acqua a chi attraversava il deserto da decenni, da generazioni – conclude – qualsiasi cosa succederà nel mio processo, il giorno dopo qualcuno si troverà a camminare nel deserto e busserà ad una delle nostre porte per rispondere ai bisogni del viaggiatore. Se avrà sete gli daremo da bere e non gli chiederemo i documenti. Il governo non dovrebbe criminalizzare questo comportamento”.

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29 Maggio 2019