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Via della Seta, i paletti di Salvini

Via della Seta, i paletti di Salvini

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Governo alle prese con il ’nodo’ della Via della Seta, il nuovo fronte sul quale si è acceso il dibattito tra le diverse anime dell’esecutivo gialloverde. L’Italia, infatti è pronta a salire a bordo del treno della ’Belt and Road Initiative’, voluta da Pechino per connettere Asia, Europa e Africa, e diventare il primo Paese del G7 ad appoggiare formalmente la spinta all’investimento globale della Cina, nonostante le preoccupazioni degli Stati Uniti e dell’Ue.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha garantito che non c’è “nessun rischio di colonizzazione” e oggi il vicepremier Luigi Di Maio assicura che nell’esecutivo c’è “totale accordo“. L’intesa “prevede di portare i prodotti italiani in Cina, sono contento che ci sia accordo dal Quirinale e nel governo” sottolinea il capo politico M5S, ribadendo che “la Via della Seta non deve essere vista come una nuova alleanza geopolitica, assolutamente. E’ un memorandum of understanding che firmerò io, come ministro dello Sviluppo, e che servirà anche ai porti del Sud, come quello di Taranto per esempio. E’ una grande opportunità per le nostre imprese di portare le eccellenze agroalimentari e artigianali in Cina”. “Per la prima volta – rileva ancora Di Maio – sto firmando un accordo con cui si cominciano a prendere i prodotti italiani per portarli in Cina. Tutti dicono che c’è pericolo di colonizzazione, ma l’unica colonizzazione a cui dobbiamo ambire è quella del made in Italy nel mondo: è il made in Italy che deve colonizzare il mondo con la sua bellezza e le sue capacità”.

Ma l’altro vicepremier, Matteo Salvini, fissa i paletti e dice a chiare lettere che il Memorandum d’intesa tra Italia e Cina “non è un testo sacro, per quello che mi riguarda, tutto è perfettibile e migliorabile“, aggiungendo che “il 5G non è nel Memorandum, è un’altra cosa, sono questioni che viaggiano parallele, ma sono due cose diverse”, assicura il ministro dell’Interno. Il leader della Lega si spinge anche oltre: “Se ci sarà solo il dubbio che certe acquisizioni e presenze possano compromettere la sicurezza degli italiani ci sarà un secco no dal Viminale“. “Per me – rimarca – aprire ai nuovi mercati è fondamentale, ma altro è permettere penetrazioni che poi possono manipolare le politiche economiche del Paese, come successo alla Grecia con il porto del Pireo”. “Non avrei nessun problema se fossimo di fronte a un investitore americano per il porto di Trieste o di Genova, ma la Cina è altra cosa: non penso che ci sia una competizione ad armi pari”, scandisce Salvini. “Gli investimenti in settori strategici devono essere esaminati cinquanta volte“, avverte il ministro dell’Interno.

La firma del Memorandum d’intesa con la Cina sulla Via della Seta resta tutt’altro che scontata, “come ha ben detto anche il vicepremier Matteo Salvini”, ma la Lega “vuole rendere potabile questo documento” prima ancora che per venire incontro alle “pressioni” americane per difendere l’interesse nazionale, dice all’Adnkronos il sottosegretario agli Esteri, Guglielmo Picchi. “Comincio a dubitare della firma – sostiene l’esponente leghista – Per ora, quelle tre parole, energia, telecomunicazioni e interoperabilità restano. Ma si sta continuando a negoziare, da parte della Lega c’è la volontà di rendere potabile questo documento”. Al quale il sottosegretario ha sempre detto di non essere “ideologicamente o pregiudizialmente contrario, ma a condizione che non venisse in alcun modo compromesso l’interesse nazionale”. “E io credo che, al di là delle rassicurazioni date, nel Memorandum il 5G ci sia ancora“, avverte Picchi.

D’accordo con Salvini la senatrice ’ribelle’ del M5S, Elena Fattori. “E sulla Via della Seta devo ammettere che sono d’accordo con la prudenza della Lega e di Salvini – scrive su Facebook – Non si affrontano trattati internazionali così delicati senza un approfondimento adeguato a tutela del nostro paese”.

Insomma, il fronte è aperto in attesa che martedì prossimo il premier Conte affronti in Parlamento il tema del Memorandum. Il presidente del Consiglio illustrerà la posizione del governo alle 10.30 in aula alla Camera. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo che si è svolta a Montecitorio. Le comunicazioni sulla Cina sono state inserite all’odg dei lavori d’aula di martedì prossimo che prevedono, sempre nel corso della stessa seduta, le comunicazioni di Conte sul Consiglio europeo del 21 e 22 marzo.

Intanto oggi il Financial Times torna sull’argomento muovendo nuove critiche all’Italia. Il progetto di cooperazione tra Italia e Cina attraverso la ’Belt and Road Initiative’, si legge in un editoriale, “è venuto fuori in Italia proprio mentre la coalizione di governo a Roma cadeva in pezzi a causa di uno dei più grandi progetti di trasporto europei, il collegamento ferroviario ad alta velocità Torino-Lione. Non potrebbe esserci migliore esempio dell’incoerenza del governo italiano o dei costi imposti alle imprese del Paese“.

Reddito, nuove strette

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L’erogazione della pensione di cittadinanza potrà essere anche in contanti, non solo attraverso la card. E’ quanto prevede un emendamento al decreto legge rdc e quota 100, presentato dalle relatrici nelle commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera. La proposta di modifica, si spiega nella relazione illustrativa, prevede che ’’la pensione di cittadinanza venga erogata con modalità ordinarie di erogazione delle pensioni e non per il tramite della carta rdc’’.

Tra gli emendamenti spicca una ulteriore stretta volta a ’’migliorare la selettività ai fini dell’accesso’’ al reddito di cittadinanza e, allo stesso tempo, ’’evitare comportamenti opportunistici’’. Come i conviventi che cambiano la situazione anagrafica ma che continuano a vivere sotto lo stesso tetto. O come i genitori single. La proposta di modifica stabilisce che ’’i componenti già parte di un nucleo familiare a fini Isee o del medesimo nucleo ai fini anagrafici, continuano a farne parte a fini Isee anche a seguito di variazioni anagrafiche, qualora continuino a risiedere nella medesima abitazione’’. Mentre nel caso di minorenni, si precisa che viene applicata la legge del 2013 secondo cui ’’il genitore non convivente nel nucleo familiare, non coniugato con l’altro genitore, che abbia riconosciuto il figlio, fa parte del nucleo familiare del figlio’’.

Arriva poi il Piano straordinario per il potenziamento dei centri per l’impiego, che dovrà disporre ’’gli utilizzi e il ripiano delle risorse’’ volte a garantire ’’l’avvio del reddito di cittadinanza e, nelle fasi iniziali del programma, azioni di assistenza tecnica presso le competenti sedi territoriali delle regioni’’. Il Piano, si spiega nella proposta di modifica, dovrà fornire una ’’cornice volta a garantire l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni connesse alle politiche attive del lavoro in favore dei beneficiari del reddito di cittadinanza’’.

I centri per l’impiego potranno convocare i beneficiari del reddito di cittadinanza anche con ’’mezzi informali, quali messaggistica telefonica o posta elettronica’’. Gli stessi strumenti potranno essere utilizzati anche dai comuni, per i lavori socialmente utili.

Quanto ai ’working poor’ rientrano nella definizione di ’’stato di disoccupazione’’ ai fini della fruizione delle opportunità di politica attiva del lavoro, previsti dal reddito di cittadinanza. E ancora. Le famiglie che percepiscono il reddito di cittadinanza potranno beneficiare degli sconti sulle bollette dell’acqua, già previsti per alcune categorie svantaggiate. Il provvedimento attualmente prevede già delle tariffe agevolate per le bollette della luce e del gas; con la proposta di modifica nella lista viene incluso anche il servizio idrico integrato.

Il governo paga gli F35 all’America

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Il governo paga gli F35 agli Stati Uniti. Oggi a Palazzo Chigi si è svolto un incontro tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, “un’occasione per vari aggiornamenti riguardanti i temi della difesa. In particolare – si legge in un comunicato della Presidenza del Consiglio – il colloquio ha riguardato anche il tema degli F35. Sono state già trasferite negli Stati Uniti le somme dovute per le commesse già completate e nei prossimi giorni verranno concretamente effettuati i pagamenti”.

“Nei prossimi mesi – rende inoltre noto la Presidenza del Consiglio – tutti i comparti della difesa, sotto il coordinamento del Ministro Trenta, saranno chiamati a operare una ricognizione delle specifiche esigenze difensive dell’Italia, in modo da assicurare che le prossime commesse siano effettivamente commisurate alle nostre strategie di difesa, con l’obiettivo di garantire la massima efficacia ed efficienza operative in accordo con la collocazione euro-atlantica del nostro Paese”.

Il tema degli F35, come è noto, divide leghisti e grillini. Questa mattina sulla questione degli “investimenti per gli F35” è intervenuto Matteo Salvini, parlando in conferenza stampa alla Camera. “L’industria aeronautica italiana è un’eccellenza, quindi ritengo un danno per l’economia italiana ogni ipotesi di ravvedimento o rallentamento – ha sottolineato il ministro dell’Interno – Se non lo facciamo noi, inoltre, lo fanno Francia e Germania, quindi non vedo perché fare regali ai nostri competitor”.

Mentre il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, a margine della conferenza sulla Siria a Bruxelles, ha ribadito: “Sugli F35 abbiamo detto, e lo confermiamo, che occorre una revisione profonda degli accordi fatti, ma è chiaro che, se abbiamo delle commesse da pagare, certamente non passeremo alla storia per aver tradito un accordo fatto con aziende private. C’è un’intera filiera che va rispettata”. “Questa è materia della difesa – ha proseguito – quindi non mi voglio sbilanciare. Dico soltanto, come abbiamo sempre detto, che specialmente in questo periodo di recessione globale, con un governo che ha investito tutte le sue risorse nelle fasce più deboli della popolazione, con il reddito di cittadinanza, dobbiamo stare molto attenti agli investimenti che facciamo in settori che non sono né prioritari e nemmeno competitivi e provare, come un buon padre di famiglia, a spostare i soldi dove servono davvero”.

Consob, via libera dell’Anac a Savona

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Nulla osta dell’Anac alla nomina alla presidenza della Consob di Paolo Savona. In una delibera che risponde ad una segnalazione, l’Autorità evidenzia che non esiste incompatibilità rispetto alle passate esperienze di Savona come amministratore del Fondo Euklid. L’Autorità che esamina vari profili evidenzia in particolare che nel caso in cui “il fondo di investimento Euklid finisca per rientrare nella sfera di esercizio dei poteri di regolazione e di vigilanza di Consob laddove l’attività del fondo in questione, così come descritta sul sito internet dello stesso, potrebbe essere svolta anche sul mercato italiano”, questa ipotesi di conflitto di interesse “potrebbe essere facilmente ’sterilizzabile’ con l’astensione del controllore relativa ad ogni decisione che possa riguardare il controllato”.

La seconda tipologia di conflitto di interesse che potrebbe evidenziarsi con riferimento alla fattispecie in esame, sottolinea ancora l’Anac, “è quella relativa alla possibilità per il Presidente di Consob di avere accesso ad informazioni riservate utili per la gestione del fondo stesso. Ferma restando la configurabilità di fattispecie illecite penali o amministrative conseguenti all’utilizzo di tali informazioni, fattispecie astrattamente ascrivibili a tutti i funzionari in possesso di tali informazioni, la disponibilità di informazioni riservate da parte di chi detenga interessi privati in società che operano quotidianamente nell’ambito dei mercati azionari potrebbe dare luogo ad ipotesi di conflitto di interesse di tipo generalizzato, più difficile da neutralizzare rispetto al conflitto di interesse puntuale”.

Le eventuali ipotesi di incompatibilità o conflitto di interessi ravvisabili nella nomina di Paolo Savona a presidente di Consob, rispetto alla pregressa carica di Ministro per gli affari europei, “sono oggetto dei poteri di vigilanza sull’applicazione dei divieti contenuti nella legge n. 215/2004 attribuiti all’Autorità garante della concorrenza e del mercato e all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni”, sottolinea ancora l’Anac.

Inps, Morrone verso nomina a sub commissario

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Sarà Adriano Morrone ad affiancare Pasquale Tridico alla guida dell’Inps come sub commissario. A quanto apprende l’Adnkronos sarebbe questo il nome sul quale il governo avrebbe trovato l’accordo. Morrone è stato ex direttore generale Enpaia, l’ente di previdenza dei lavoratori agricoli e capo della segreteria dell’ex direttore generale dell’Inps Mauro Nori. Per ironia della sorte è stata propria la rinuncia di Nori a spianare la strada della sua nomina. Quella di Morrone è “un’ottima scelta” ha commentato Nori all’Adnkronos.

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15 Marzo 2019