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Conte: “Savoini era a Mosca con Salvini”

Conte: “Savoini era a Mosca con Salvini”

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“Il signor Gianluca Savoini non riveste e non ha rivestito incarichi formali in qualità di consulente esperto di questo governo”. Così il premier Giuseppe Conte nell’informativa sulla vicenda dei presunti fondi russi alla Lega. “Risulta presente in una missione ufficiale a Mosca del 15-16 luglio 2018 a seguito del vicepremier Salvini – dice Conte – La partecipazione di Savoini al Forum Italia Russia ha comportato l’automatico invito alla cena” a Villa Taverna” aggiunge. L’invito di Savoini “era stato sollecitato dal signor D’Amico”. Conte assicura che sulla vicenda dei presunti finanziamenti russi alla Lega, “non ci sono elementi che possano incrinare la fiducia che nutro verso tutti i membri del governo”. E in Aula afferma: “A questo consesso tornerò ove mai dovessero valutare le condizioni per la cessazione del mio incarico”.

Consulta boccia superpoteri prefetti

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Il potere sostitutivo del prefetto nelle attività di comuni e province è illegittimo perché lede l’autonomia degli enti locali e contrasta con il principio di tipicità e legalità dell’azione amministrativa. È invece legittima l’estensione ai presídi sanitari del cosiddetto Daspo urbano (divieto di accedere a taluni luoghi per esigenze di decoro e sicurezza pubblica) a condizione, però, che il divieto non si applichi a chi ha bisogno di cure mediche o di prestazioni terapeutiche e diagnostiche, poiché il diritto alla salute prevale sempre sulle altre esigenze.

È quanto ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza 195 depositata oggi (relatore Giovanni Amoroso) riguardante due aspetti del Decreto sicurezza: il potere sostitutivo dei prefetti, previsto dall’articolo 28, primo comma, e impugnato dalla Regione Umbria; l’estensione del Daspo urbano ai presídi sanitari, prevista dal primo comma, lettera a, dell’articolo 2, e censurata dalle Regioni Emilia Romagna, Toscana e Calabria. Illegittimo il primo; legittima la seconda purché, però, la disposizione sia interpretata in modo costituzionalmente orientato.

Nella motivazione della sentenza si spiega che il diritto alla salute prevale sulle esigenze di decoro dei luoghi e di contrasto alle condotte sanzionate in via amministrativa, quali lo stato di ubriachezza, gli atti contrari alla pubblica decenza, il commercio e il parcheggio abusivo (presupposti del Daspo urbano). Così interpretata, la norma è legittima: il diritto alla salute di chi ha bisogno di cure o di accertamenti sanitari rimane infatti pienamente tutelato e non vi è alcuna incidenza sull’organizzazione dei presidi sanitari, sicché non è violata la competenza regionale concorrente in materia di tutela della salute. La Corte ha invece cancellato l’articolo 28, primo comma, che ha inserito nell’articolo 143 del Testo unico degli enti locali (Tuel) – sullo scioglimento dei consigli comunali e provinciali per infiltrazioni e condizionamenti mafiosi degli amministratori locali – un nuovo sub -procedimento per l’attivazione dei poteri sostitutivi del prefetto sugli atti degli enti locali.

La Corte ha osservato che la norma, oltre a violare la complessiva autonomia costituzionalmente garantita degli enti locali (riconoscimento di funzioni amministrative proprie, autonomia regolamentare in ordine alla disciplina dell’organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite, autonomia finanziaria), introduce un nuovo potere prefettizio fondato su presupposti generici ed eccessivamente discrezionali, violando così il principio di tipicità e legalità dell’azione amministrativa. Infine, la sentenza mette in rilievo anche che il potere sostitutivo del prefetto, considerata la sua ampia incidenza nell’attività di comuni e province, avrebbe dovuto essere rispettoso della leale collaborazione, nel senso che la norma censurata avrebbe dovuto prevedere l’adozione della delibera del governo o il decreto del ministro dell’Interno.

Arriva il nuovo contratto dei medici

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Firmato il contratto dei medici e dei dirigenti del Servizio sanitario nazionale. Secondo quanto comunica una nota diffusa nella notte dalla Fp Cgil, è “finita un’attesa lunga oltre 10 anni con un risultato importante per i circa 130 mila professionisti della sanità interessati”. Un’ipotesi di rinnovo, quella siglata nella notte, relativa al triennio 2016-2018 e che prevede un aumento medio procapite di 200 euro al mese.

Andrea Filippi, segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, commenta positivamente: “Premiate le carriere gestionali e professionali e valorizzato finalmente il lavoro dei giovani neo-assunti che prenderanno una retribuzione di posizione minima di 1.500 euro annue da subito: un fatto storico mai accaduto prima. Così come lo è l’aver previsto la certezza di ottenere un incarico dopo 5 anni di servizio, con una retribuzione che sale di 2.000 euro all’anno”.

Inoltre, aggiunge il dirigente sindacale, “fondamentali anche i risultati ottenuti per attenuare il forte disagio che i medici vivono nelle gravi carenze di organico: aumentate le indennità di guardia da 50 a 100 euro, addirittura 120 nei pronto soccorso e, soprattutto, finalmente chi ha più di 62 anni può chiedere di essere esonerato dalle guardie. Risultati economici e normativi che segnano un solco con anni di assenza contrattuale. Con l’istituzione di un organismo paritetico, infine, nuovo strumento di relazioni sindacali, metteremo al centro il benessere dei lavoratori, come sulle questioni di salute e sicurezza, a partire dall’affrontare il tema dell’emergenza aggressioni al personale sanitario”, conclude Filippi.

“E’ fatta! Dopo 10 lunghi anni è stato firmato il rinnovo del contratto nazionale dei medici ospedalieri. Ringrazio i sindacati, Funzione Pubblica e Aran per l’impegno. Ora avanti insieme per un futuro migliore per il nostro #Ssn”. Festeggia su Twitter la ministra della Salute, Giulia Grillo, commentando la firma del Contratto.

Tavolo su Whirlpool

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Tavolo interlocutorio ma propositivo quello di oggi al Mise sul sito Whirlpool di Napoli di cui la multinazionale aveva denunciato nei mesi scorsi la crisi e la possibile cessione. Cinque le soluzioni messe nero su bianco dal Gruppo americano nel corso del confronto con Governo, Fim Fiom Uilm e Ugl per rendere possibile il contenimento delle perdite di 20 milioni denunciate dal gruppo e la salvaguardia dei 420 posti a rischio: la più percorribile quella che prevede la riconversione industriale del sito campano sotto una nuova realtà aziendale e con una nuova organizzazione del lavoro. Un’ipotesi questa già abbozzata in passato, ma che oggi risalta per Whirlpool come l’unica possibilità percorribile sia rispetto alla cessione del sito a un nuovo player industriale, che rispetto alla possibilità che l’azienda faccia ulteriori investimenti nella produzione di lavatrici a Napoli. “Anche se supportati da significativi incentivi finanziari negli anni gli investimenti non garantirebbero comunque una soluzione sana e sostenibile nel lungo periodo”, ha spiegato l’amministratore delegato Whirpool Italia Luigi La Morgia. Ma al tavolo il governo, che vuole evitare “una guerra tra poveri”, come dice Di Maio, e soprattutto scongiurare una vendita del sito, ha rilanciato: “E’ pronta una norma, da approvare nei prossimi giorni, che permetterebbe a Whirlpool di avere una decontribuzione per 17 milioni di euro nei prossimi 15 mesi, non pagando tasse sui contratti di solidarietà”. Un’offerta però che la multinazionale americana prende un po’ con le molle: “Abbiamo accolto con favore la proposta sulla decontribuzione e la valuteremo, ma ci servono i dettagli da poter incrociare con le proposte presentate oggi e valutarne tutte le implicazioni”, prosegue La Morgia. “Non è una questione di cifre, ma di capire il contenuto tecnico del testo per poi fare valutazioni perché, ripeto, abbiamo presentato 5 diverse ipotesi e in ognuna la proposta del Mise avrà un impatto differente: quindi dobbiamo valutare il tutto con attenzione. Stiamo parlando di 412 famiglie. E’ quindi fondamentale continuare un percorso rapido ma di dettaglio”, conclude La Morgia.

Al momento un’accelerazione non sembra all’orizzonte. Il nuovo round tecnico sarà convocato sicuramente a breve, ma per ora resta non calendarizzato. Il tavolo plenario invece potrebbe aggiornarsi direttamente a settembre. E non sembra neppure escluso, nel caso non arrivi a Whirlpool, nero su bianco e a stretto giro, la norma promessa dal governo, che l’azienda possa convocare in autonomia i sindacati per un’esame della situazione prima della pausa estiva. Riconversione industriale, dunque, al centro dell’attenzione della multinazionale americana che prevederebbe un cambio della missione produttiva di Napoli sotto una nuova realtà aziendale e con una nuova organizzazione del lavoro da accompagnare a un percorso formativo per sostenere lo sviluppo di nuove capacità e competenze del personale. Una opzione questa migliore, come dice l’azienda stessa, sia rispetto a uno spostamento delle produzioni campane in altri stabilimenti italiani, sia rispetto a quella che prevederebbe il reshoring della produzione dall’Est Europa ma “estremamente onerosa” per il gruppo stesso, sia di quella che prevederebbe la cessione sul mercato a determinate condizioni. Per Fim Fiom Uilm e Ugl, comunque, l’unica strada possibile sarebbe quella che preveda il mantenimento della produzione delle lavatrici a Napoli e il rispetto dell’accordo 2018. E questo hanno ribadito ancora oggi all’incontro. “Occorre innanzitutto concentrare a Napoli tutta la produzione dell’alto di gamma come previsto dall’accordo 2018 magari aggiungendovi anche alcuni segmenti intermedi provenienti dall’estero”, ha spiegato Gianluca Ficco della Uilm così come la Fiom che ha annotato come “finalmente sia finito il dialogo tra sordi”, e la Fim che si oppone alla reindustrializzazione “a favore di un piano con cui puntare su alta gamma lavatrici”. Anche per l’Ugl l’unica strada da percorrere “è rispettare l’attuale mission produttiva ed il rispetto dell’accordo ministeriale del 2018”.

Alitalia, sciopero differito

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E’ stato differito al 6 settembre lo sciopero di piloti e assistenti di volo di Alitalia, proclamato per dopodomani dalla Fnta, la federazione nazionale del trasporto aereo al quale aderiscono Anpac, Anpav e Anp. La protesta era stata ridotta da 24 ore a 4 ore. Lo sciopero riprogrammato per settembre sarà di 24 ore.

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25 Luglio 2019