Papa: “In Paradiso non c’è il numero chiuso”
“In Paradiso non c’è il ’numero chiuso’! Ma si tratta di attraversare fin da ora il passaggio giusto, che c’è, per tutti, ma è stretto. Questo è il problema”. Lo sottolinea il Papa in occasione dell’Angelus. “Gesù non vuole illuderci, dicendo: ’Sì, state tranquilli, è facile, c’è una bella autostrada e in fondo un grande portone…’. No, – osserva Bergoglio – Gesù ci parla della porta stretta, ci dice le cose come stanno: il passaggio è stretto. In che senso? Nel senso che per salvarsi bisogna amare Dio e il prossimo, e questo non è comodo!”.
Dice il Papa che “siamo chiamati a instaurare una vera comunione con Gesù, pregando, andando in chiesa, accostandoci ai Sacramenti e nutrendoci della sua Parola. Questo ci mantiene nella fede, nutre la nostra speranza, ravviva la carità. E così, con la grazia di Dio, possiamo e dobbiamo spendere la nostra vita per il bene dei fratelli, lottare contro ogni forma di male e di ingiustizia”.
Muore dopo 31 anni in stato vegetativo
Era in coma dalla primavera del 1988 a causa di un incidente in auto e da allora è rimasto per 31 anni in stato vegetativo quando venerdì scorso, all’ora di pranzo, è morto. Si chiamava Ignazio Okamoto, soprannominato ’Cito’ e, come riferisce ’Il Giornale di Brescia’, dal giorno dell’incidente è stato accudito dalla madre Marina e dal padre Hector, messicano di nascita ma giapponese di origini, che si è preso completamente cura di lui nella casa di famiglia a Collebeato, nel bresciano.
L’incidente avvenne la notte della festa del papà, tra il 19 e il 20 marzo del 1988, quando l’auto sulla quale viaggiano cinque amici bresciani uscì di strada lungo la A22 all’altezza di Nogarole Rocca. Tre giovani si salvarono mentre un 22enne di Lumezzane morì sul colpo e Ignazio Okamoto entrò subito in coma senza più uscirne.
Prof massacrato di botte
Un professore universitario è stato massacrato di botte senza motivo mentre stava tornando a casa. E’ successo ieri pomeriggio a Bologna, dove i Carabinieri del Nucleo Radiomobile del comando provinciale hanno arrestato un 52enne, clochard olandese, per lesioni personali aggravate. Il docente universitario, di 69 anni, è stato trasportato d’urgenza al Pronto Soccorso del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi per essere medicato e ricoverato a seguito delle numerose ferite riportate al volto, giudicate guaribili in 25 giorni.
Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, è emerso che l’aggressore, dopo aver incrociato il professore che stava tornando a casa, senza alcuna ragione, lo ha prima colpito al volto con due pugni, procurandogli uno choc iniziale e facendogli perdere i sensi. Poi, quando il malcapitato è caduto a terra, ha continuato a colpirgli la testa e il costato con estrema violenza.
Su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna, il 52enne è stato rinchiuso in camera di sicurezza, in attesa di comparire in Tribunale per l’udienza di convalida dell’arresto, prevista per domani. Nelle ultime due settimane l’uomo aveva già aggredito altri passanti, a Udine e a Pordenone. Per quei fatti era stato denunciato a piede libero e da alcuni giorni si trovava a Bologna.
Mirigliani: “Miss Italia in Rai? L’abbiamo proposto noi”
(Giannandrea Carreri) – Parla, spiega, ricorda, si accalora anche ma la sua vera risposta alle polemiche piovute sulla ’sua’ Miss Italia è una sonora risata, che stenta a interrompere. Patrizia Mirigliani, sola dal 2010 sul ponte di comando di Miss Italia dopo che il padre aveva governato il concorso dal 1959, risponde anzitutto così all’Adnkronos, a proposito del questione sull’opportunità o meno del ritorno del concorso sulla Rai, e precisamente su Rai1, sollevata da alcuni dei componenti il cda di viale Mazzini, questione che implica un giudizio fortemente critico sui contenuti del concorso, sul suo aderire agli obblighi che alla Rai derivano dall’essere servizio pubblico.
“Siamo criticati da quando siamo nati come concorso – dice fra il divertito e il rassegnato Patrizia Mirigliani – ma non c’è niente che possa scalfire una nave che da 80 anni va regolarmente in porto”. E le insinuazioni su una sua vicinanza alla Lega? “Non faccio politica. Il concorso si è fatto, è andato in tv, con ogni tipo di governo”, risponde. “In questo Paese il merito è un reato, se vali qualcosa sei da denigrare”, aggiunge, un po’ riferendosi al concorso e un po’ a se stessa.
“La mia famiglia fa Miss Italia da 60 anni, il concorso nacque di fatto 80 anni fa con il suo antesignano ’5.000 lire per un sorriso’ e noi Mirigliani lo gestiamo, siamo proprietari del marchio, dal 1959. Io sono una donna che lavora e in questi anni credo di aver portato avanti quel che il concorso ha sempre rappresentato e di averlo contemporaneamente aggiornato al cambiare delle sensibilità. Abbiamo realizzato i sogni di tante ragazze, riempito le piazze d’Italia,raccontato la provincia italiana e anche ’aperto’ la visione della bellezza al sociale, ai temi della contemporaneità”, rivendica Mirigliani.
“D’Alema, quando era Presidente del Consiglio propose mio padre come Commendatore al merito della Repubblica, nel 1999. Io ebbi lo stesso riconoscimento con il Governo Monti”, aggiunge Mirigliani e dice ancora: “Chi ci critica afferma, più o meno implicitamente, di difendere le donne ma a me sembra che per le donne non si stia facendo nulla a parte utilizzarle come pretesto per polemiche, battaglie, politiche”. Quanto infine, alle modalità del ritorno sulla Rai: “Abbiamo proposto noi di tornare, per gli 80 anni del concorso e credo che il ritorno sia una scelta di buonsenso – scandisce Mirigliani – del resto le nostre miss sono tutte icone Rai. Mi sembra logico”.