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ANTICHI CULTI TRADIZIONALI NELLA MEMORIA STORICA TARANTINA – V^

Prosegue quest’oggi la rubrica interamente dedicata alla Settimana Santa tarantina, in Puglia, vista e raccontata con occhi diversi.

Sono trascorsi ventuno secoli da quando, sul Golgota, fu crocefisso “il Giusto” che, per mandato divino, aveva fatto udire agli uomini la vera parola d’amore e di pace. Da quel tempo, l’umanità cristiana del Dramma Divino ha fatto il suo dramma, sintetizzando in esso il duro cammino dell’uomo su questa terra e dell’innocenza, trionfante dopo il Calvario. Ecco la verità eterna ed indistruttibile che balza, fulgida luce, dalla Via Crucis del Cristo. L’anima popolare sente con mestizia, mista a commozione e fervore religioso, i giorni della Settimana Santa che fanno meditare e ricordare la Passione del Divino Maestro. Le chiese, di sera, sono gremite di fedeli che, oltre ad ascoltare gli oratori sacri che spiegano i vari episodi della vita e del martirio del Redentore, assistono anche a tutte quelle altre funzioni liturgiche che si svolgono fino al Venerdì Santo.

A Taranto, successivamente i due anni di stop causati dalla pandemia di Covid-19, il momento culminante della sacralità dei Riti della Settimana Santa si raggiunge con le tradizionali processioni dell’Addolorata del Giovedì Santo in Città Vecchia e dei Sacri Misteri il Venerdì Santo presso il borgo, la città nuova in cui restano ben visibili i tratti della dominazione spagnola nell’Italia del sud, particolarmente a Taranto. I confratelli sfilano lentamente fino all’alba col capo coperto dal tipico cappuccio, i piedi scalzi, trascinando le statue della Vergine Addolorata, del Cristo Morto e tutte le altre statue richiamanti la passione di nostro signore Gesù. Il passaggio del corteo religioso fra due ali di folla è accompagnato da una musica intensa e solenne. Uno degli atti religiosi e devozionali che porta avanti il prosieguo della Settimana Santa tarantina avviene il venerdì pomeriggio, quando vi è stata la consegna della “troccola” per la processione dei misteri: si è avviata così la seconda giornata di processioni nell’ambito della settimana Santa presso la Città Bimare. Il suggestivo atto della consegna della “troccola” che precede l’avvio della processione dei Misteri a Taranto è stato seguito con enorme apprezzamento dalle autorità religiose e civili presenti. Poche parole da parte di don Marco Gerardo e del priore del Carmine, Antonello Papalia, in preparazione del corteo religioso. Il crepitacolo, che detta l’andatura del corteo, è stato consegnato al confratello Giuseppe Caso, che si è aggiudicato l’ambito simbolo nella “gara” della Domenica delle Palme. Presenti anche il prefetto Demetrio Martino e il commissario prefettizio del Comune Vincenzo Cardellicchio.

Dopo questo atto, il portale della chiesa del Carmine si spalanca; il troccolante, ossia il portatore della “troccola”, appare sulla soglia a volto scoperto ma di lì a pochissimo il cappuccio gli è stato calato sul volto, facendo scattare così l’applauso che risuonava in tutta la Piazza Giovanni XXIII antistante il sagrato. Quindi, l’uscita delle otto statue. La processione rientra nella mattinata di sabato santo, chiudendo così il triduo pasquale.

Ed ecco che, con l’uscita dalla chiesa del Carmine della prima posta dei “perdune” – così sono chiamati i confratelli che partecipano alle processioni, appunto i “perdoni” – hanno preso il via oggi pomeriggio i Riti della Settimana Santa a Taranto. Nel capoluogo ionico si svolgono gli eventi forse più importanti di tutta la Puglia in un mix di fede e tradizione che nutre la tendenza in crescita del turismo religioso. Qui le processioni sono due, la prima è quella dell’Addolorata, che esce alla mezzanotte di oggi dalla chiesa di San Domenico in città vecchia. La Madonna viene portata sulle spalle dei confratelli, che si sono aggiudicati il simbolo durante un’asta, poggiata sulle “sdanghe”. La seconda è quella dei “Misteri”. È partita nel pomeriggio del Venerdì Santo dalla chiesa del Carmine, in città nuova, alle ore 17:00 e vi farà rientro la mattina successiva attorno alle ore 07:00 dopo un percorso che, al di là della sosta verso la mezzanotte per il ristoro dei perdoni, dura almeno dodici ore. In Puglia i Riti del Giovedì e Venerdì Santo hanno un grande seguito e sono celebrati in molti altri centri.

Giovedì notte Filippo Santoro, Arcivescovo Metropolita di Taranto, ha ricordato le sofferenze della pandemia negli ultimi due anni: “Ho negli occhi e nel cuore tutte le sensazioni di quell’ormai lontano 2020 quando ho voluto io stesso mettermi sotto quelle che voi chiamate sdanghe. Intorno c’era un silenzio assordante ed inquietante, quando mi sono affacciato per benedire, questo spiazzo era tristemente deserto. Eppure vi ho sentiti. Le vostre preghiere erano percepibili con nettezza straordinaria, avevo la sensazione di potervi guardare negli occhi e di poter pregare con voi”. Concludendo, egli ha implorato con cuore di padre: “Ascoltaci o Madre di Gesù e Mamma nostra, non lasciarci nelle tante prove della vita, nelle prove di questa città, non lasciare che il vento della guerra spiri sul mondo” . Quindi, gli squilli di tromba di “A Gravame” hanno ulteriormente riempito di pathos l’atmosfera. E quante sofferenze anche per i musicanti: durante le esecuzioni erano compressi dalla folla da trovare a stento spazio dietro la Beata Vergine! Così, fra un “A Vittorio Emanuele” e un “Venerdì Santo”, la processione ha raggiunto piazza Fontana quando ormai “’U Relogge d’a Chiazze” aveva battuto da un pezzo le tre. Attorno alle sette del mattino l’Addolorata, fra una folla in altri tempi inconcepibile, ha oltrepassato il ponte girevole dirigendosi al Borgo. In tarda mattinata, la sosta all’istituto Maria Immacolata, dove i devoti si raccolgono in preghiera guidati da mons. Tonino Caforio. Quindi, il rientro attraverso via D’Aquino, giungendo di nuovo per il rientro presso la Chiesa del Carmine.

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II^:https://internationalwebpost.org/contents/ANTICHI_CULTI_TRADIZIONALI_NELLA_MEMORIA_STORICA_TARANTINA_-_II%5E_25615.html#.YleIY8hByR8

III^:https://internationalwebpost.org/contents/ANTICHI_CULTI_TRADIZIONALI_NELLA_MEMORIA_STORICA_TARANTINA_-_III%5E_25629.html#.YlldgehByR8

IV^:https://internationalwebpost.org/contents/ANTICHI_CULTI_TRADIZIONALI_NELLA_MEMORIA_STORICA_TARANTINA_-_IV%5E_25652.html?fbclid=IwAR15QBr4uvSoaXu4YqHsr38yR6TU1oSyk-JZVn-D8ILhYDQpn2vdUplp4Ug#.YloP4OhByR9

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Data:

16 Aprile 2022