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APOLLO E DAFNE

Apollo e Dafne – Piero del Pollaiolo (1480) – National Gallery London

Fonte: Wikimedia commons

Dipinto di uno dei fratelli Pollaiolo, probabilmente in questo caso Piero del Pollaiolo. Da un episodio tratto dalle Metamorfosi del poeta romano Ovidio, Apollo e Dafne.

Questo dipinto di piccolo formato (29,5 x 20 cm) che raffigura Apollo e Dafne, solitamente attribuito al grande maestro fiorentino Piero del Pollaiolo, è un gioiello.

Ci sono temi interessanti nella storia di Apollo e Dafne: la rivalità tra gli dei, il concetto di cambiamento o metamorfosi e il potere ed il pericolo dell’amore.

La storia si trova nel poema epico-mitologico “le Metamorfosi” di Publio Ovidio Nasone (43 a.C. – 17 o 18 d.C.)

Cupido, per vendicarsi di essere stato preso in giro da Apollo, lo colpi con la freccia d’oro che faceva innamorare. Si accese in lui un desiderio forte fino alla nausea per Dafne, una ninfa del fiume. Cupido colpì anche Dafne con una freccia di piombo che al contrario la aiutava a respingerlo: fuggì da lui fino a quando suo padre, il dio dei fiumi Peneo, la liberò definitivamente dall’abbraccio di Apollo, trasformandola in un albero di alloro.

Il paesaggio nel dipinto è probabilmente la valle del fiume Arno vicino a Firenze.

I due fratelli del Pollaiolo, Antonio e Piero lavoravano a stretto contatto nella realizzazione di opere d’arte e gioielli. E’ sempre vivo il dibattito per cercare di capire quali siano le opere realizzate dall’uno e dall’altro.

Una volta si pensava che il dipinto fosse una decorazione appartenente ad un mobile, poi invece che fosse stato realizzata come opera d’arte indipendente.

La delicatezza dei dettagli del dipinto, i fiori sparsi sulla collina, il riflesso degli alberi nel fiume, la bellezza delle montagne lontane e nebbiose, sono rappresentative della qualità e della raffinatezza delle opere dei fratelli del Pollaiolo e della loro bottega.

Reference:

Alison Wright. The Pollaiuolo Brothers. The Arts of Florence and Rome. Yale University Press. 2005.

Apollo e Dafne

This tiny painting of Apollo and Daphne (Apollone Dafne), usually attributed to the great Florentine master, Piero del Pollaiolo, is a jewel.

There are grand themes in the story of Apollo and Daphne: the rivalry of the gods, the concept of change or metamorphosis, and the power and danger of love.

The story is found most famously in The Metamorphoses by the Roman poet Ovid

(Publius Ovidius Naso. 43 aC – 18 dC).

Cupid, taking revenge on Apollo for his teasing, struck the god with a golden arrow of love, igniting a fierce desire in him for the nausea Daphne, a river nymph.

However, Cupid also struck Daphne with an arrow, which caused her to reject him. She fled from him until her father, the river god Peneus, helped her to escape Apollo’s embrace by transforming her into a laurel tree.

The landscape in the painting is likely to be the Arno river valley near Firenze.

There were two Pollaiuolo brothers, Antonio and Piero, who worked very closely together in crafting works of art and jewelry. There is always debate as to which Pollaiuolo crafted a particular work. This painting has also been attributed to Piero’s brother Antonio.

The painting was once thought to be part of a piece of decorated furniture, but it was likely made as an independent work of art.

The delicacy of the painting’s details, the flowers scattered across the hillside, the reflection of the trees in the river, and the subtlety in the depiction of the distant, hazy mountains, are representative of the quality and refinement of works by the Pollaiuolo brothers and their bottega.

Reference:

Alison Wright. The Pollaiuolo Brothers. The Arts of Florence and Rome. Yale University Press. 2005.

Apollo e Dafne – Piero del Pollaiolo (1480) – National Gallery – London

(traduzione dall’inglese a cura di Maria Casalanguida, con l’approvazione dell’autore)

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Data:

22 Gennaio 2021