L’omicidio stradale colposo diventa un reato a sé e viene sanzionato con un aggravamento delle pene, nel caso venga commesso sotto l’effetto di droghe o alcool. Si tratta di un provvedimento atteso da tempo da cittadini e associazioni, al quale nei prossimi mesi si affiancheranno iniziative sull’educazione stradale, l’aumento dei controlli e la manutenzione stradale e della segnaletica. E’ stato approvato alla Camera in seconda lettura, con 276 sì e 20 no. A favore si sono espressi i gruppi Pd, Ap, Lega, Fdi, Sc, Pi-Cd e i deputati del gruppo Misto.
Un iter iniziato ormai oltre due anni fa, che ha visto relatore al Senato Giuseppe Luigi Salvatore Cucca (PD), e che a questo punto dovrebbe concludersi entro la fine di quest’anno. Il reato di omicidio stradale viene graduato su tre varianti: resta la pena già prevista oggi, da 2 a 7 anni, nell’ipotesi base, quando cioè la morte sia stata causata violando il codice della strada; da 5 a 10 anni di carcere se l’omicidio è commesso in uno stato di ubriachezza (con un tasso tra 0,8 e a 1,5 grammi per litro) e in presenza di violazioni stradali (eccesso di velocità, guida contromano, il mancato rispetto del semaforo, sorpassi e inversioni a rischio); da 8 a 12 anni di carcere se l’omicidio è commesso in stato di ubriachezza grave (con un tasso superiore a 1,5 grammi per litro) o sotto effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope.
Al pari dei casi di omicidio c’è un inasprimento anche per le lesioni stradali se chi guida ha bevuto troppo o è drogato. La pena sale da 3 a 5 anni per lesioni gravi e da 4 a 7 per quelle gravissime. Se si supera la soglia di 0,8 grammi/litro, oppure la causa è la guida pericolosa, scatta la reclusione da 1 anno e mezzo a 3 anni nel caso delle lesioni gravi e da 2 a 4 anni per quelle gravissime. Scatta inoltre la revoca automatica della patente in caso di condanna e patteggiamento. Sarà possibile ottenereuna nuova patente dopo 5 anni, nel caso di lesioni, o dopo 15 anni nei casi di omicidio. Il termine di revoca sale però a 30 anni nei casi più gravi: non è l’ergastolo della patente che era stato richiesto da alcune associazioni, ma quasi.
Legge fortemente voluta da quanti hanno pagato un prezzo durissimo con la perdita dei loro cari, rimasta di fatto impunita in questo Paese, in una sorta di amnistia senza tempo e nello spazio per i più gravi reati della strada come l’omicidio o l’omissione di soccorso, molta la soddisfazione per un risultato che, in certi momenti, sembrava incerto o addirittura lontano dall’essere mai raggiunto. Tante sono e sono state le vittime delle strade italiane; 300.000 sono i feriti ed oltre 20.000 i disabili gravi prodotti da questa guerra non dichiarata. Basti pensare che, ogni anno, in Italia scompare un paese di cinquemila persone.
Dopo ogni incidente grave, inizia un doloroso ed estenuante iter legale che dovrebbe portare alla individuazione delle responsabilità, alla punizione dei responsabili con pene commisurate alla gravità dei loro reati, e ad assicurare alle vittime o ai loro familiari un risarcimento equo. Anche in questo campo l’Italia si è distinta, per lungo tempo, negativamente dal resto d’Europa, con una giustizia lenta ed approssimativa. Oggi, con il via libera della Camera all’approvazione del reato di omicidio stradale, possiamo dirci fiduciosi. Perché sia, questa, una norma che possa finalmente avere un impatto positivo nel combattere quella tanto temuta violenza stradale.