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Approvato il decreto Dignità

Approvato il decreto Dignità

cms_9604/lavoro_giovani_ftg_3-3-2606440338_3-3-4235058882_3-4-48916737_3-4-1458795908.jpgIl Cdm ha approvato il decreto legge ’Dignità’. Questo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi. Vita breve, quindi, per i contratti a termine ed estensione ai lavoratori interinali delle stesse tutele degli altri lavoratori. Sono questi, secondo quanto anticipato da fonti di Palazzo Chigi, alcuni dei punti salienti del decreto dignità che il Consiglio dei ministri ha varato. Sul fronte dei contratti a termine, si passa dalla durata di 36 mesi a 12 mesi senza causale. Dopo i 12 mesi, si può rinnovare soltanto per un massimo di 12 mesi, ma con obbligo di indicare la causale. La possibilità di prorogare contratti a termine diminuisce da 5 a 4. “Renderemo sempre più costoso il ricorso al contratto a termine”, spiegano le stesse fonti. Secondo quanto sottolineano le fonti, l’obiettivo del dl dignità è il “superamento del jobs act attraverso la guerra ai contratti precari“.

Stop, poi, ai licenziamenti selvaggi e questo attraverso l’aumento del 50% dell’indennizzo per i lavoratori ingiustamente licenziati. In caso di licenziamento senza giusta causa, l’indennizzo per il lavoratore può arrivare fino a 36 mensilità. “Più tutele per i lavoratori senza penalizzare gli imprenditori onesti”, sottolineano le stesse fonti.

STRETTA SU DELOCALIZZAZIONI – Contro la delocalizzazione attuata da imprese che abbiano ottenuto dallo Stato aiuti per impiantare, ampliare e sostenere le proprie attività economiche, il decreto dignità prevede, nella bozza del provvedimento visionata dall’Adnkronos, che “l’impresa beneficiaria” dell’aiuto pubblico “decade dal beneficio concesso ed è sottoposta, inoltre, a sanzioni pecuniarie di importo da due a quattro volte quello del beneficio fruito“. “L’arco temporale di mantenimento obbligatorio delle attività economiche che hanno beneficiato del sostegno pubblico è pari a cinque anni” si legge nella bozza. Il beneficio, inoltre, andrà restituito con gli interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali.

Il vincolo si applica a qualunque delocalizzazione, precisa la bozza, effettuata tanto in Paesi extra Ue quanto in altri Stati dell’Unione europea e trova applicazione nei confronti di imprese beneficiarie di tutti gli aiuti di Stato agli investimenti, indipendentemente dalla relativa forma (contributo, finanziamento agevolato, garanzia, aiuti fiscali, ecc.).

VIA SPLIT PAYMENT PER I PROFESSIONISTI– Lo split payment viene abolito solo per i professionisti. A prevederlo è l’articolo 11 della bozza del dl dignità tra le misure in materia di semplificazione fiscale. L’abolizione più precisamente riguarda le prestazioni di servizi rese alle Pa i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta o a titolo di acconto ai sensi dell’articolo 25 del dpr 600/1973. In pratica si tratta delle prestazioni rese dai professionisti che in una prima fase erano già escluse dallo split payment e poi erano state ricomprese con un provvedimento varato lo scorso anno.

STOP PUBBLICITÀ GIOCHI E SCOMMESSE – La bozza prevede poi lo stop a “qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro” con l’esclusione di lotterie nazionali con estrazione dei vincitori differita. Dall’entrata in vigore del provvedimento il divieto comprende la pubblicità di giochi e scommesse “comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni ed internet”.

Dal 1° gennaio 2019 il divieto “si applica anche alle sponsorizzazioni di eventi, attività, manifestazioni, programmi, prodotti o servizi e a tutte le altre forme di comunicazione di contenuto promozionale, comprese le citazioni visive ed acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli, attività o prodotti la cui pubblicità, ai sensi del presente articolo, è vietata”, si legge nella bozza del dl.

Mafia, l’affondo di Di Maio

cms_9604/dimaio_giornalisti_fg.jpg“La mafia è un atteggiamento prima di tutto, prima ancora di un’organizzazione criminale. Questo atteggiamento lo vediamo nelle organizzazioni criminali, quelle che Nino De Masi ha denunciato come imprenditore, ma lo vediamo anche in altri istituti che non sono criminali: lo vediamo in alcuni atteggiamenti delle banche perché ci sono sentenze che riconoscono l’usura fatta dalle banche”. Ad affermarlo è il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio al termine dell’incontro al ministero con l’imprenditore calabrese Nino de Masi.
E questo atteggiamento mafioso, rileva ancora Di Maio, “a volte lo vediamo in alcuni esponenti dello Stato e in alcune organizzazioni dello Stato“. Proprio per questo, sottolinea, “vogliamo portare avanti politiche e comportamenti per cui lo Stato debba cominciare ad essere rispettato”.

De Masi, spiega, “è uno di quegli imprenditori coraggiosi che hanno il coraggio non solo di denunciare le organizzazioni criminali, non solo di combatterle, ma poi di lottare ogni giorno per tenere aperta l’impresa, per salvare i propri dipendenti dalla disoccupazione e allo stesso tempo che ha avuto il coraggio di denunciare tutto quello che succede nel mondo delle banche e degli istituti di credito”.

De Masi, rileva ancora Di Maio, “ha firmato un accordo al Mise in presenza di esponenti del governo. A questo accordo partecipavano anche delle banche. Queste banche se ne sono infischiate dell’accordo firmato davanti al governo: se questi accordi non valgono più nulla, se il patrocinio e la parola dello Stato italiano non valgono più nulla a tal punto che le banche se ne fregano di un ministro e di un viceministro, allora c’è qualcosa che non va”, sottolinea.

Per Di Maio “questa gente”, come le aziende che delocalizzano dopo aver ricevuto incentivi e mancato alla loro parola sui livelli occupazionali, “è stata abituata troppo male dai politici di prima”: “Dobbiamo cominciare di nuovo a rivendicare rispetto, ad esigere rispetto dello Stato. Se lo Stato sarà rispettato lo saranno anche i cittadini”.

Quello che è successo a De Masi “non dovrà più accadere ad altri imprenditori”, sottolinea Di Maio annunciando che esponenti del Governo si recheranno nella sua azienda per far sentire la vicinanza dello Stato.

Vaccini, proroga più vicina per scadenza 10 luglio

Settimana decisiva per il futuro dell’obbligo vaccinale per l’iscrizione dei bambini a scuola. A quanto si apprende il ministero della Salute, d’accordo con il Miur, sta lavorando velocemente ad un atto amministrativo che dovrebbe concedere la proroga per presentare la documentazione comprovante l’effettuazione dei vaccini obbligatori per l’iscrizione alla scuola dell’obbligo per l’anno 2018/19. Il decreto Lorenzin prevedeva infatti come ultima data possibile martedì 10 luglio.

Secondo le indiscrezioni è proprio quest’ultimo paletto che verrà superato da una circolare, permettendo così a tutti gli alunni di entrare a settembre in aula anche se non in regola con le 10 immunizzazioni obbligatorie. Non è in discussione, invece, il numero dei vaccini per i quali è previsto l’obbligo.

A quanto si apprende, inoltre, dovrebbero essere superate le sanzioni previste per gli inadempienti. In parallelo, come prevede il contratto di governo tra M5S e Lega, si preparerebbe un percorso per un intervento legislativo in materia. “Stiamo lavorando per trovare la soluzione migliore, capace da una parte di garantire la frequenza dei bambini negli asili nido e che dall’altra parte metta al centro del dibattito parlamentare la revisione dell’impianto del decreto legge Lorenzin”, aveva affermato in una nota recente Giulia Grillo.

Disoccupazione ai minimi dal 2012

cms_9604/industria_afp_3-4-300544504.jpgMigliora il mercato del lavoro a maggio. A delineare il quadro è l’Istat che ha diffuso i dati provvisori di occupati e disoccupati. La stima delle persone in cerca di occupazione a maggio 2018 registra un forte calo (-2,9%, pari a -84 mila). La diminuzione della disoccupazione riguarda entrambi i generi e tutte le classi di età. Il tasso di disoccupazione si attesta al 10,7%, in calo di 0,3 punti percentuali su base mensile, mentre quello giovanile cala al 31,9% (-1,0). L’Istat evidenzia che a maggio la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 è ancora leggermente in calo (-0,1%, -13 mila). La flessione, spiega l’Istituto di Statistica, riguarda gli uomini e si concentra tra gli ultracinquantenni. Il tasso di inattività rimane stabile al 34,0%.

“Nei dodici mesi – scrive l’Istituto di Statistica- la crescita dell’occupazione appare consistente e si concentra tra i lavori a termine e, con riferimento all’età, tra i 15-34enni e soprattutto tra gli ultracinquantenni”. L’Istat rileva inoltre che “prosegue la contrazione della disoccupazione, che dopo i livelli massimi toccati a fine 2014 è tornata sui livelli della metà del 2012. Continua anche il calo dell’inattività, che si mantiene sul minimo storico”.

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A maggio 2018 la stima degli occupati registra un sensibile aumento (+0,5% rispetto ad aprile, pari a +114 mila). Secondo i dati provvisori su occupati e disoccupati diffusi oggi dall’Istat, il tasso di occupazione sale al 58,8% (+0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente). L’Istat rileva che la crescita congiunturale dell’occupazione coinvolge uomini (+80 mila) e donne (+35 mila) e riguarda i 25-34enni (+31 mila) e, soprattutto, gli ultracinquantenni (+98 mila). Crescono nell’ultimo mese sia i dipendenti permanenti (+70 mila) sia quelli a termine (+62 mila), mentre, dopo l’aumento dei due mesi precedenti, registrano una lieve flessione gli indipendenti (-18 mila).

L’Istat rileva inoltre che su base annua si rafforza la crescita occupazionale (+2,0%, +457 mila). L’espansione interessa uomini e donne e si concentra tra i lavoratori a termine (+434 mila), mentre restano sostanzialmente stabili i permanenti e sono in lieve ripresa gli indipendenti (+19 mila). Crescono, prosegue l’Istituto di Statistica, soprattutto gli occupati ultracinquantenni (+468 mila) e i 15- 34enni (+106 mila) mentre calano gli occupati tra i 35 e i 49 anni (-116 mila). Al netto della componente demografica si registra un segno positivo per l’occupazione in tutte le classi di età. Nei dodici mesi, indica ancora l’Istat, diminuisce in misura significativa il numero di disoccupati (-5,2%, -153 mila) e quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,6%, -345 mila).

Nel periodo marzo-maggio 2018 si stima una intensa crescita degli occupati (+0,9% rispetto al trimestre precedente, pari a +212 mila). L’aumento interessa entrambe le componenti di genere e coinvolge le persone tra i 15 e i 34 anni (+63 mila), ma soprattutto gli ultracinquantenni (+168 mila).

Crescono nel trimestre marzo-maggio tutte le tipologie professionali: +38 mila i dipendenti permanenti, +70 mila gli indipendenti e +105 mila i dipendenti a termine, rileva l’Istat segnalando che alla crescita degli occupati nel trimestre si accompagna il calo dei disoccupati (-0,5%, -15 mila) e quello più forte degli inattivi (-1,4%, -191 mila).

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2 Luglio 2018