Bracconaggio in Italia

La triste realtà della caccia illegale

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Il bracconaggio è una di quelle cose che balza poco alle cronache e di cui probabilmente gli italiani sanno ben poco. La caccia illegale è una triste realtà della nostra penisola che va analizzata attentamente. Nonostante negli ultimi anni sia diminuito il numero di bracconieri, resta ancora alta l’emergenza su tutto il territorio italiano, da farlo diventare uno degli habitat più a rischio per molte specie di uccelli.

Il campanello d’allarme scatta in autunno, quando nelle campagne si apre la stagione della caccia. Questo è il periodo dei bracconieri, persone che spesso e volentieri detengono un porto d’armi illegale e sparano alle specie protette di uccelli

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I bracconieri cacciano gli uccelli sia per puro divertimento sia per rifornire i ristoranti locali, come accade in Lombardia. Inoltre, molte specie cacciate vengono esportate all’estero, soprattutto nei paesi dell’est Europa, innescando un traffico illegale di volatili. I bracconieri spesso formano una vera e propria rete di persone, organizzazioni criminali, molto difficili da intercettare, perché riescono a eludere facilmente i controlli, proprio perché gran parte delle campagne non sono salvaguardate. A volte si creano anche gruppi di volontari per controllare i territori più a rischio, mettendo in sicurezza i nidi. Questo però è un lavoro rischioso e non sufficiente, perché i volontari sono ancora troppo pochi.

Alcuni uccelli vengono utilizzati anche come richiami vivi. Vengono catturati, cresciuti in cattività al buio e il loro canto fuori stagione viene utilizzato come esca sonora per attrarre uccelli selvatici da abbattere. Come se non bastasse, oggi è sempre più diffuso il turismo venatorio. Infatti, vengono organizzati dei veri e propri tour per i bracconieri italiani, che si spostano in alcune zone dell’Europa dell’est come Croazia, Bulgaria, Bosnia.

In Italia, il territorio più afflitto dal bracconaggio è la Sicilia, che rappresenta una vera stazione migratoria per gli uccelli che devono migrare verso il Nord Europa o verso l’Africa. Qui infatti le organizzazioni criminali alimentano il mercato nero dei rapaci, in modo particolare dei falconi, rivenduti all’estero a cifre esorbitanti.

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Altre zone dell’Italia afflitte dal bracconaggio sono: Lombardia-Veneto, Delta del Po, Puglia, coste pontino-campane, stretto di Messina e Sardegna.

Secondo la legge 157/92, il bracconaggio non viene considerato un vero reato con pena adeguata, se non affiancato da reati molto più gravi. Inoltre, nel codice penale è stata introdotta la non punibilità nell’ambito penale per sanzioni detentive non superiori ai cinque anni; ciò riguarda anche il bracconaggio. A seguito di alcune riforme, l’intervento di guardia forestale e carabinieri si è ridotto drasticamente. In conclusione, il fenomeno della caccia illegale non viene preso molto in considerazione anche dalle istituzioni regionali e locali.

La Lipu (Lega Italiana per la protezione degli uccelli) in questi ultimi anni ha provato anche a reinserire alcune specie di uccelli nel nostro Paese, ma con scarsi risultati.

Francesco Ambrosio

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