UNO TSUNAMI SILENZIOSO SI ABBATTENDO SUL FASHION SYSTEM

IL LATO OSCURO? DEL GLAMOUR

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Dal dorato mondo del cinema al patinato mondo della moda il passo è breve, ma felpato visto che lo tsunami che si sta abbattendo sul fashion system è per il momento ancora poco “cavalcato” dai mass media diversamente a quello che ha investito il mondo del cinema e che ha portato alla nascita del movimento Me Too.

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Oggi sul banco degli imputati è finito il fotografo delle star e del fashion system Marcus Hyde accusato di molestie sessuali da una modella di nome Sunnaya, la quale rispondendo su Instagram alla richiesta del fotografo che cercava nuovi volti da fotografare si è sentita fare una richiesta alquanto strana, quella di inviargli una sua foto completamente nuda. Al rifiuto della modella il fotografo avrebbe cominciato ad insultarla ed è qui che si inserisce il seguitissimo sito fashion Diet Prada che ha deciso di rendere pubblici gli scambi di messaggi tra il fotografo e la modella e che hanno inchiodato alle proprie responsabilità il fotografo spingendo così anche altre modelle molestate da Hyde a farsi avanti per raccontare le loro storie e che prontamente sono arrivate. L’unica star, tra le tante fotografate da Hyde, che ha dato la propria decisa solidarietà alle presunte vittime è stata la cantante pop Ariana Grande che in un post sui suoi social ha scritto di essere dispiaciuta per le vittime e per quello che hanno passato, ma ringraziando anche i tanti fotografi che hanno fatto sempre il loro lavoro con serietà e professionalità. Si attendono le reazioni delle tante altre star e top model che hanno collaborato o sono state fotografate da Marcus Hyde come Kim Kardashian grande sua amica e per cui ha raccolto venticinquemila dollari per aiutarlo nelle spese mediche quando a causa di un incidente stradale il fotografo era rimasto in sedia a rotelle. Per amore di verità, bisogna dire che, se pur timidamente, la Kardashian ha affermato di sentirsi rattristata e schioccata per le accuse che sono state rivolte ad Hyde, mentre ancora tutto tace sul fronte della cantante pop Beyoncé che dalla prima ora ha fervidamente appoggiato il movimento Me Too che ha investito lo star system cinematografico americano.

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L’affaire Marcus Hyde non è un caso isolato nel fashion system, già il famoso fotografo Mario Testino e il suo collega altrettanto famoso Bruce Weber erano stati accusati nel 2018 dal New York Times che aveva raccolto testimoniane di modelli ed ex collaboratori che accusavano i due guru della fotografia di molestie sessuali anche se i legali di entrambi hanno sempre respinto con fermezza tutte le accuse. Nello specifico il fotografo Mario Testino era stato appellato dall’ex modello, Ryan Locke come un vero e proprio predatore sessuale, mentre un suo ex collaboratore, Roman Barrett aveva dichiarato: “gli abusi sessuali erano una realtà costante”. Un’onda lunga che il fashion system ha cercato di arginare facendola viaggiare sottotraccia senza suscitare troppo scalpore, solamente il magazine Vogue ha immediatamente troncato ogni collaborazione con entrambi i fotografi. Bob Sauerberg manager di Condè Nast, casa editrice di Vogue ha rilasciando la seguente dichiarazione: “alla luce di queste accuse, non commissioneremo più alcun nuovo lavoro a Bruce Weber o Mario Testino in un futuro prevedibile”. Questo nuovo caso promette, secondo alcune gole profonde, sviluppi scottanti che tirerebbero in ballo grandi nomi di fotografi, ma anche di designer, perché è questa la vera pietra dello scandalo del fashion system che da molti anni è sotto gli occhi di tutti, ma di cui nessuno può o vuole parlare. Ci ha provato un’inchiesta del Boston Globe a raccontare il lato oscuro del fashion system che, secondo le fonti, conosceva, tollerava e nascondeva le molestie subite da modelle, ma soprattutto modelli perpetuati da fotografi e designer. Nell’inchiesta sono stati coinvolte venticinque persone tra fotografi e designer, ma tant’è che solo i nomi di fotografi come Patrick Demarchelier, David Bellemere, Andre Passos, Seth Sabal e Greg Kadel sono stati resi noti accompagnati da un solo e quasi sconosciuto designer, Karl Templer. La verità vera è che il fashion system ha fatto muro contro le accuse, dove tutti hanno respinto al mittente le accuse, dove altri hanno parlato di rapporti consenzienti e dove molti altri hanno affermato che è stato solo un grande equivoco dove modelle e modelli hanno frainteso certi gesti o comportamenti, ma dove in pochi, pochissimi hanno preso le parti dei giovani modelli (il fashion system è forse l’unico mondo dove gli uomini sono più molestati rispetto alle donne), senza mai mettere in evidenza che è un lavoro senza nessuna tutela, che coinvolge ragazzi giovanissimi che non hanno alcuna tutela legale.

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Nella scia del protezionismo corporativo si sono inserite le dichiarazioni che avevano suscitato grandi polemiche del defunto designer Karl Lagerfeld rilasciate dopo gli scandali che avevano toccato il fashion system e in particolar modo i fotografi Testino e Weber e il designer Karl Temper. Il designer aveva dichiarato al Numero Magazine di essere stufo di tutte queste modelle e modelli che accusano senza avere mai testimoni e dopo tanto tempo, ma la cosa più sconvolgente è leggere il commento a quello che sarebbe accaduto alla modella che si è “lamentata” del designer Temper perché avrebbe provato a tirarle giù i pantaloni: “se non vuoi che ti tirino giù i pantaloni, non diventare una modella! Vai in un convento, ci sarà sempre un posto per te lì”. Al netto del genio creativo che è stato Karl Lagerfeld leggere questo commento la dice lunga sul velo di ipocrisia e di protezionismo che avvolge il fashion system dove sono ancora poche le voci che si levano per un cambiamento di passo. Certamente in tutti i campi lavorativi quasi tutte le donne o uomini nel caso specifico hanno sperimentato molestie più o meno gravi, ma è davvero singolare che il fashion system rispetto al mondo del cinema, ad esempio, abbia cercato di far passare sotto silenzio l’accaduto senza rilasciare dichiarazioni chiare ed univoche e facendo in modo che gli accusatori non avessero la visibilità e la possibilità di poter dar vita ad un movimento d’opinione come è stato il movimento Me Too nel mondo del cinema che poi come un effetto domino ha contagiato altri settori lavorativi, ma caso strano non il fashion system. Mi auguro che oggi con i nuovi fatti che sono venuti alla luce l’intero fashion system e qui ci metto anche i fashion editor come la sottoscritta abbiano più coraggio di scrivere di “certe cose” e non solo scrivere del bello che la moda innegabilmente porta nella nostra vita. Perché è innegabilmente fashion scrivere di tendenze e di must have, ma è altrettanto innegabilmente fashion scrivere di sofferenze, di pressioni, dell’opacità che ogni giorno chi lavora in questo mondo può subire, perché non è mai oro tutto quello che luce anche nel dorato mondo della moda che oggi innegabilmente appare scrostato.

T. Velvet

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