Cosa resterà

Notizia dell’Ansa: dall’Italia i giovani scappano e, ormai, anche gli extracomunitari che vi risiedono iniziano a credere di non aver fatto un grande affare a venirci. Non è una novità, del resto, perché tutti possiamo constatare che nella stragrande maggioranza delle nostre famiglie vi sono figli costretti a guardare all’estero per realizzarsi, dato che, nel bel Paese, quel che c’è da spartirsi se lo spartiscono i soliti noti, e agli altri non resta nulla.
Dal sostanziale oligopolio nell’editoria e in tutti i settori dello spettacolo (e quindi nella cultura, che di fatto è imposta e quindi non è tale), dai baronati nelle Università, dalle strozzature in ogni ambito della Pubblica Amministrazione, dalla burocrazia asfissiante e autoreferenziale, dai potentati economico-finanziari, non v’è settore dove possa entrarvi in modo naturalmente selettivo qualcuno che lo meriti e non ruoti già nell’orbita di chi comanda (lecchini e prostituti compresi).
A parte i geni, che per fortuna emergono come fiori anche fra le crepe del cemento in cui siamo immersi, per le persone “normali” non c’è quasi scampo. Intendiamoci: in Italia l’andazzo è sempre stato questo, più o meno, ma prima della crisi economica così eccezionale e duratura come quella che viviamo, chi voleva darsi veramente da fare riusciva a ricavarsi una nicchia per vivere dignitosamente.
Ora questo spazio non c’è più, e si guarda a quello che avviene fuori di qui, dove forse non c’è l’Eldorado, ma certamente un’occasione in più per chi ha voglia di fare. E a quelli che vanno via dobbiamo rivolgere doppi auguri, allora, mentre su quelli che rimangono va spesa qualche considerazione.
Già, perché se la tendenza è quella di cui abbiamo parlato, vuol dire che qui resteranno, di generazione in generazione e parlando dei grandi numeri, i furbi, cioè i disonesti, e un ceto medio composto da anziani coniugi che non vedranno più i loro figli (tranne quando non gli si romperà il solito femore!) e sempre più tartassati su casa, auto e pensioni, uniche casseforti cui poter ricorrere per far fronte a una spesa pubblica che non vuole (chiaro? NON VUOLE), diminuire.
Vi prego: ditemi che sono afflitto da un pessimismo ingiustificato, che ho scritto un sacco di panzane, che le tinte sono molto più limpide di quelle che immagino io. Sarò lieto di ricredermi.
Meraviglioso Natale a tutti voi.
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