70ESIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DELLA MUSICA ITALIANA

LE PAGELLE DI SANREMO DELLA PRIMA SERATA

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Eh già io sono ancora qua, come cantava Vasco Rossi, a raccontarvi la settimana più surreale della televisione italiana, la settimana del Festival di Sanremo, dove tutto il resto è noia (sono già entrata nel mood canzonettistico) e rimandato al prossimo lunedì con buona pace del coronavirus. Devo confessarvi che quest’anno avrei preferito passare la mano e non guardare Sanremo sia per le arcinote infelici parole del conduttore Amadeus, ma soprattutto per la decisione imperterrita, nonostante le tante polemiche, di portare sul palco Junior Cally. La pezza di appoggio per Amadeus è arrivata, nell’ultima conferenza stampa, dal suo amico Fiorello che ha buttato il tutto nella solita caciara affermando che anche lui era stato scelto per il suo aspetto fisico e di aver invitato Junior Cally alla comunione della figlia. Tutto molto bello e tutto tragicamente banale nel liquidare così la questione femminile e la piaga dei femminicidi, perché per mettersi la coscienza a posto è bastato invitare Gessica Notaro, sfregiata dal suo ex con l’acido, e la giornalista Rula Jebreal, con il suo monologo da maestrina sulla violenza sulle donne, a sviare l’attenzione dallo scandalo di vedere cantare sul palco dell’Ariston il rapper. E non basta nemmeno l’assoluzione dei critici musicali come Luca Dondoni che in sala stampa ha consigliato di prestare particolare attenzione all’esibizione di Junior Cally per la splendida scenografia e ai giochi di luci perché il rapper verrà ricordato per questo e non per le polemiche. E’ come dire che per un omicida, ma ottimo pittore è meglio porre l’attenzione sui suoi quadri e non sull’omicidio che ha commesso; è davvero tutto un surreale! Dopo queste parole che sentivo di dover scrivere mi auguro solo di non addormentarmi, che il ritmo sia serrato grazie alle incursioni di Fiorello e di vedere tanto fashion e glamour sul palco dell’Ariston e che si possa scrivere “buona la prima”; almeno per quanto riguarda gli outfit.

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Il primo big ad esibirsi sul palco dell’Ariston è Irene Grandi con un outfit più adatto ad una serata in discoteca che alla prima serata del Festival di Sanremo, l’accoppiata top in raso di seta più pantalone in pelle è demodé come il colore dei suoi capelli e l’eyeliner glitter che fa tanto anni 2000. Irene Grandi con il suo outfit ci riporta sul palco del Festivalbar del 2004 invece che a Sanremo del 2020. Voto 4

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Diletta Leotta scende la scalinata dell’Ariston con un abito della maison Etro in tessuto broccato con leggero strascico (che non è mai una buona idea se non si è alte) sufficientemente glamour per il palco di Sanremo, ma niente di eccezionale. La nuance di giallo mal si adatta alla sua carnagione e al colore dei suoi capelli e la fascia in vita black è il colpo di grazia al giallo dell’abito. Voto 6

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Anche Rita Pavone sceglie il broccato per il suo blazer, ma il suo è più sfacciato, troppo gold e opulento che rende too much l’intero outfit, per non parlare della t-shirt con decorazioni o collana (l’arcano non sono riuscita a svelarlo) improbabili/le tanto per gradire sotto cotanto blazer. Voto 3

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Rula Jebreal nel suo abito della maison Giorgio Armani è chic, ma come la Leotta non riesce nell’intento di stupire. L’abito tempestato da micro cristalli e sottogonna in tulle di una nuance fredda stride con il sottotono caldo della Jebreal, ma le spalline incrociate sul retro mettono in risalto le sue spalle e braccia toniche. Perfetta la scelta di lasciare a casa qualsiasi bijoux e l’acconciatura appare più naturale rispetto a quella della Leotta, ma l’ispirazione è comune: Farrah Fawcett e le sue iconiche onde seventy. Voto 7

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Parlare dell’outfit di Romina Power è come sparare sulla croce rossa; i suoi outfit vengono creati in serie, cambia solo il colore. Qualcuno, per la salute di tutte noi fashioniste, dovrebbe avvisarla che per il make up non è più necessario rifarsi agli anni’80 e al trucco marcato in perfetto stile Alexis della soap opera Dynasty.Voto 2

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Il secondo outfit di Diletta Leotta delude le aspettative, la jumpsuit dallo scollo poco donante per il suo decoltè dai pantaloni aderenti e sontuoso strascico, recidivo e ancor più lungo, fermato in vita da una cintura sarebbe stata perfetta per una diva hollywoodiana degli anni ’40/’50 come la conturbante Lana Turner e non per una giovane donna che presenta Sanremo 2020. Questa 70esima edizione, almeno nella prima serata, sembra più un omaggio alla moda del passato che a quella del futuro prossimo. Voto 3

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Al netto del suo monologo che non voglio commentare, lascio a voi farlo, il secondo outfit di Rula Jebreal risolleva per un attimo il glamour del Festival, il suo abito full paillettes gold-rose (nuance perfetta per il suo sottotono caldo rispetto al primo dalla nuance fredda) a sirena con maniche a palloncino e scollo super sexy sulla schiena le cade a pennello. Peccato solo per i capelli lasciati sciolti che rubano la scena all’abito. Voto8

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La cantante Elodie non smentisce il suo sex appeal presentandosi con un mini dress con spalle strutturate e profondo scollo geometrico che lascia poco all’immaginazione e all’eleganza. Una sempre valida regola di buon gusto ci esorta a scegliere se scoprire sopra o sotto e viceversa, mai entrambi. Non riesco a capire il nesso tra l’abito post moderno e l’acconciatura retrò anni ’30. Voto 5

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Il terzo outfit di Diletta Leotta conferma il mood diva anni ‘40/’50, il suo abito in velluto nero con fodera a contrasto color fuxia modello sirena le segna perfettamente la silhouette, ma ancora una volta il suo abito è un dejà vu, niente di nuovo all’orizzonte come la scontatissima e datata combinazione abito nero più décolleté a contrasto che riprendono il colore della fodera. Voto 6 (si ritorna alla sufficienza del primo outfit)

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La cantante Emma arriva sul palco dell’Ariston con un abito in micro paillettes, profondo scollo a V e spacco laterale che le dona, ma per lei vale lo stesso discorso fatto per Elodie (scopri sopra, copri sotto e viceversa, anche se il suo spacco è meno sfacciato delle gambe in bella mostra di Elodie). Finalmente un’acconciatura al passo con il tempo futuro prossimo, Emma porta sul palco dell’Ariston un trend alert della prossima estate, il mood wet e nonostante lei abbia dichiarato di sentirsi una bionda dentro anche se per il momento non potrà tingersi i capelli per i recenti problemi di salute, ritengo che una colorazione più scura le doni profondità allo sguardo e non rende i suoi lineamenti “slavati” (l’effetto indesiderato dei capelli biondo platino). Voto 7

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Per il terzo outfit Rula Jebreal ritorna ad una nuance fredda (un verde chiarissimo) che poco le si addice, ma l’abito è veramente bello con il suo corpino impreziosito da ricami e cristalli, fiocco e micro plissé in vita con gonna morbida doppiata in tulle. Per le acconciature prenderei in seria considerare di cambiare hair stylist per le altre serate del Festival, in questa prima serata la maison Armani batte la maison Etro tre a zero. Voto 8 (peccato per la nuance dell’abito)

Se la prima serata del Festival di Sanremo è terminata alle ore 01:27 non oso immaginare a che ora andremo a dormine sabato, giorno della finale. La prima serata lascia sul palco una sottile scia di glamour retrò, pochi trend, nessun guizzo creativo, una brutta pagella di stile e l’auspicio “buona la prima” per gli outfit totalmente disatteso.

T. Velvet

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