“Il governo egiziano limita il dissenso”
Le novità sull’arresto dell’attivista Patrick George Zaki

La libertà di parola in Egitto è ormai un lontano miraggio. Quei pochi che ancora si battono per i propri diritti contro un governo, quello di Al Sisi, che spesso indossa la maschera della dittatura, finiscono in manette, o ancora peggio scompaiono in circostanze misteriose, per poi scontare lunghe condanne.
“Il governo egiziano limita il dissenso”: queste le parole pronunciate qualche anno fa dall’attivista Patrick George Zaki, 27 anni, che nella notte tra giovedì e venerdì è stato fermato all’aeroporto del Cairo. Lo stesso, dopo essere scomparso per alcuni giorni, è stato arrestato a Mansura, per un mandato di cattura risalente all’agosto del 2019. Sarebbe accusato di istigazione al sovvertimento della sicurezza nazionale e terrorismo per aver diffuso fake news sul web.
La notizia è stata riportata da Amnesty International Italia, dato che lo stesso Zaki da un anno frequentava il corso di Studi di Genere all’università Alma Mater di Bologna.
Secondo alcune fonti, il ragazzo avrebbe subito anche minacce e torture, ma purtroppo non si hanno notizie sufficienti sulle sue condizioni.
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, ha dichiarato: “Non sottovalutiamo d’aver fatto questo ‘rumore’, è una deterrenza per chi pensa che nessuno nel mondo sappia cosa succeda. E che quindi crede di poter trattare Patrick come gli pare, com’è accaduto quattro anni fa con Giulio. So che ci sono anche interrogazioni parlamentari in vista. Noi, da parte nostra, pretendiamo di sapere cosa c’è scritto sul mandato di cattura. Basandomi su analogie, se il mandato contiene un reato che non è altro che una legittima attività di denuncia, di informazione, di commento pubblico o critica, in questo caso scatta l’imputazione per diffusione di informazioni false, di minaccia per la sicurezza nazionale, di terrorismo poi sarebbe allucinante. Questo darebbe un alibi per legittimare una procedura del tutto illegale. Se nel mandato si leggono capi di imputazione che equivalgono a una attività legittima, va scarcerato subito, devono farlo sapere. Ci aspettiamo un susseguirsi di ordini di detenzione di 15 giorni, rinnovabili più volte, e naturalmente in questa situazione di detenzione prolungata, con la scusa di condurre indagini, il rischio è che le condizioni detentive siano equiparabili a tortura, se non la tortura stessa".
Intanto, la Farnesina sta monitorando attentamente la situazione, onde evitare un secondo “caso Regeni”, per cui si batteva lo stesso Zaki.
Amnesty International ha chiesto di poter visionare il mandato di cattura a carico del ragazzo, per valutare meglio la sua posizione.
Mina Thabit, portavoce dell’Egyptian Commission for rights and freedom, organizzazioneche si occupa di denunciare le violazioni dei diritti umani da parte del governo di Al Sisi, ha affermato che probabilmente l’arresto di Zaki durerà 15 giorni, per poi essere prolungato ad altri 15, trasformando la sua in una detenzione infinita, in cui di solito incorrono tutti i dissidenti politici.
(Foto dal Web)
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