A BOCCE FERME SI CONTANO I DANNI PROVOCATI DAL COVID19.

DE SANCTIS (FIB): UNA VERA TRAGEDIA. CHIEDIAMO AIUTO PER RIPARTIRE!

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Esattamente come altri settori dell’economia italiana, anche lo sport, come già evidenziato in altre occasioni, sta fortemente subendo la crisi provocata dal coronavirus. Danni gravissimi che hanno colpito non solo gli sport più popolari come il calcio, il basket o il tennis, ma anche e soprattutto quelli che sono considerati minori – non certo dal punto di vista sportivo – come pallanuoto, scherma o equitazione. Tra questi ultimi rientra anche un’altra disciplina sportiva, un gioco antichissimo, probabilmente risalente addirittura alla civiltà turca dell’epoca precristiana: il gioco delle bocce.

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Anche questo sport, dunque, sta pagando lo scotto da COVID19 come si evince dalle parole del Presidente della FIB (Federazione Italiana Bocce), Marco Giunio De Sanctis: “È un momento drammatico per il nostro sport – si legge sulla Gazzetta dello Sport – perché vista la fascia d’età dei praticanti, il bilancio in termini di contagi, ricoveri e morti è tra i peggiori in assoluto. Ma stiamo subendo gravi danni dal punto di vista economico perché In queste competizioni c’era una gran parte di autofinanziamento. Ora che tutto è fermo e abbiamo perso anche le sponsorizzazioni, ne pagheremo le conseguenze sia come Federazione che come società. All’incirca parliamo di 7 milioni di euro per le società e di 1,5 milioni di euro per la Federazione".

Non saranno certo i numeri del calcio, ma bastano ugualmente per affossare uno sport che conta, comunque, 1600 bocciodromi italiani e più di 90.000 persone che gareggiano dal punto di vista agonistico (oltre il milione circa di praticanti amatoriali).

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Una risposta incoraggiante verso tutto il settore, tuttavia, è arrivata proprio dal Presidente del CONI, Giovanni Malagò “Da parte mia – si legge sul sito FIB - assicuro che farò tutto quanto sarà possibile e oltre, per tutelare il nostro mondo, lo sport. Sono fiducioso che il Governo valuterà e individuerà, sulla base delle esigenze manifestate, gli interventi più opportuni”.

Una rassicurazione che fa ben sperare anche se è ancora presto per tracciare un bilancio reale del disastro provocato dal coronavirus e del conseguente impatto economico-sociale su Federazione e società FIB.

In effetti, al di là del problema economico, c’è da tener conto anche dell’aspetto sociale, in quanto la bocciofila è un punto d’incontro, un centro di aggregazione sociale importante dove si sviluppano relazioni e si creano amicizie. Non a caso, tante sedi, in Italia, hanno anche dei punti ristoro.

E non si può non tener conto del numero incredibile di persone che sono morte a causa del COVID19, quello che doveva essere, per alcuni scienziati, poco più di un’influenza. Si calcolano – secondo il Presidente De Sanctis in un’intervista al “Corriere della Sera” - centinaia di contagi e almeno 250 persone morte.

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Un’autentica tragedia anche perché l’aspetto relazionale sembra essere uno dei punti di forza di questa disciplina sportiva. In effetti questo è uno sport praticato da uomini, donne, disabili e soprattutto da persone anziane – ma si contano anche circa 3000 agonisti giovani - che amano ciò che fanno, giocano divertendosi e si divertono giocando. Le persone che giocano alle bocce sono per lo più amici che condividono una passione in modo altamente professionale. Lo dimostrano anche i diversi titoli vinti nelle relative discipline (Volo, Raffa e Petanque) ai Giochi Mondiali ed Europei.

Ecco perché il danno economico, pur essendo di vaste proporzioni, passa in secondo piano.

Ma quando tutto questo sarà finito bisognerà guardare in faccia la realtà e ripartire. Con un grande dolore nel cuore per la perdita di amici, bisognerà, tuttavia, andare avanti per non far morire un gioco che, non solo ha registrato una ripresa negli ultimi anni, ma che è in prima fila per il rispetto dei valori fondamentali dello sport.

(Foto da federbocce.it, adnkronos.com Afp– si ringrazia)

Rino Lorusso

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