Annullato Privacy Shield, accordo per il trasferimento dei dati personali

Incredibile capovolgimento di fronte: la Corte di Giustizia europea ha preso una decisione radicale che potrebbe mettere in crisi l’attività di colossi come Apple, Google e Facebook. L’Istituzione ha invalidato un accordo noto come Privacy Shield che fino ad oggi ha permesso il trasferimento di un enorme ammontare di dati personali riguardo i cittadini europei nei server americani. Dunque, in seguito alla sentenza, vi sarà un’intensificazione pronunciata dei controlli, volta a garantire sicurezza e privacy a tutti gli utenti. In Europa, infatti, vi è una maggiore cura concernente la tutela della privacy: esistono “innumerevoli limitazioni sulla protezione dei dati personali derivanti dalle leggi locali statunitensi che consentono alle autorità statali completo accesso a tutti i dati trasferiti dall’Unione Europea”. Ne deriva un trattamento di dati poco avvezzo alla sicurezza in materia di privacy.
Le problematiche legate al Privacy Shield sono state sollevate in seguito alla segnalazione di un cittadino austriaco, Maximilian Schrems, che ha lamentato un trasferimento non autorizzato dei suoi dati personali da Facebook Ireland a Facebook In, facente capo agli Stati Uniti d’America. L’uomo si era appellato alle autorità irlandesi per chiedere che le informazioni sensibili che lo riguardavano potessero tornare a far parte esclusivamente dei server europei. I tentativi di Schrems, tuttavia, non ebbero il successo sperato. Sfortunatamente, erano ancora i tempi del Safe Harbour, accordo siglato precedentemente rispetto al Privacy Shield, che controllava in modo piuttosto blando il flusso di dati diretto verso gli Stati Uniti. Raggiunto il nuovo accordo, infatti, i giudici hanno consigliato all’austriaco di presentare nuova istanza, il che ha comportato un intervento della Corte di Giustizia europea e conseguente indagine approfondita riguardo il Privacy Shield.
Dunque, come dovranno comportarsi adesso le grandi aziende extra-UE di fronte a questo estremo cambiamento? I cervelloni della Silicon Valley, e non solo, dovranno presto rimboccarsi le maniche e pensare a soluzioni alternative valide per una efficace e non troppo costosa riorganizzazione tecnica, come la raccolta dati in appositi server europei: le tante e importanti multinazionali nel mondo, infatti, fondano buona parte del loro business proprio sul trasferimento e sul trattamento di tali dati personali. Tuttavia, a rimetterci saremo principalmente noi. “Si prevede un impatto negativo sul PIL dell’UE tra lo 0,8 e l’1,3 %. Una crisi che si va a certamente sommare a quella già causata dall’emergenza Covid”.
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