MORGUE

L’addio non è mai davvero e fino in fondo un addio

1606365709MORGUE_8_Emozioni_in_un_click__.jpg

cms_20117/1.jpg

Mia madre non c’è più. Una parola rimbomba, simile a un’ombra scura nella mente, quando non ti aspetti di sentirla.
Ricordo il dolore associato ad essa come tanti piccoli spilli che penetrano ogni parte del corpo e lì si fermano, andando sempre più a fondo a ogni respiro, a ogni pensiero nostalgico.
Dovrò imparare a chiamarla con il suo nome. La ripeto ancora, quella parola, eppure non riesco mai a darle forma. La morte.
Ricordo come sia inevitabile ricordare. Ripensare ai momenti straordinari passati insieme, scintille di un passato che ora bruciano sulla pelle, perché ogni ora, ogni giorno, ogni mese la ferita di quella perdita continua ad aprirsi, e la voragine si allarga.

cms_20117/2.jpg

La morte sa raggiungere gli abissi dell’anima, infrangendo tutti gli apparati razionali e, a maggior ragione, quelli consolatori che non vogliono vedere quello che è lì davanti: il silenzio eterno di tutte le parole, di tutti i suoni, di tutti i profumi.
La morte è poesia inespressa.
La poesia cerca la parola ma non riesce a darle forma. Perché la parola è il linguaggio dei vivi, e al silenzio eterno manca il linguaggio.

cms_20117/3.jpg

Eppure quel silenzio risuona dentro di noi: ma, senza parola, questa risonanza che fuggevolmente da lontano ci sfiora, la lasciamo nell’inespresso, e lì custodita.
Anche alla custodia dobbiamo essere grati. E’ una forma di fedeltà a tutto ciò che con lui o con lei abbiamo vissuto, e che non possiamo sradicare se non sradicando noi stessi dalla nostra vita.
E il tempo non consola, perché è un tempo che testimonia solo il silenzio dell’altro e l’inadeguatezza di tutte le voci che vogliono sovrastarlo.

cms_20117/4.jpg

E allora, se vogliamo evitare la profanazione sottesa a quelle voci, dobbiamo andare alla ricerca del linguaggio capace di corrispondere a quel silenzio. E’ un linguaggio che non dice, ma che sa prendere dimora in quell’atmosfera evocativa che solo la poesia sa creare, quando non è biografia ma metafora della condizione umana.
E allora il silenzio eterno comincia a parlare non con i ricordi, che proprio perché ricordi sono sempre struggenti, ma creando quell’atmosfera interiore insolita, fino ad allora ignota, che chi se ne è andato ci dona, invitandoci a prendere dimora: la nostra nuova dimora.

L’addio non è mai davvero e fino in fondo un addio.

Fausto Corsetti

Tags:

Lascia un commento



Autorizzo il trattamento dei miei dati come indicato nell'informativa privacy.
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.

International Web Post

Direttore responsabile: Attilio miani
Condirettore: Antonina Giordano
Editore: Azzurro Image & Communication Srls - P.iva: 07470520722

Testata registrata presso il Tribunale di Bari al Nrº 17 del Registro della Stampa in data 30 Settembre 2013

info@internationalwebpost.org
Privacy Policy

Collabora con noi

Scrivi alla redazione per unirti ad un team internazionale di persone dinamiche ed appassionate!

Le collaborazioni con l’International Web Post sono a titolo gratuito, salvo articoli, contributi e studi commissionati dal Direttore responsabile sulla base di apposito incarico scritto secondo modalità e termini stabiliti dallo stesso.


Seguici sui social

Newsletter

Lascia la tua email per essere sempre aggiornato sui nostri contenuti!

Iscriviti al canale Telegram