IL VIAGGIO
Essere in armonia con la propria natura è avere occhi per vedere il bello in ogni particolare

Inizia dalla nascita, appartiene a ciascuno di noi: il viaggio. Ognuno di noi viaggia, ogni giorno, ora, minuto; cresce, apprende nuove cose e ne perde altre. I percorsi di noi persone comuni non saranno forse scritti nelle letterature o nei libri di storia, ma ognuno di noi intraprende una strada di vita che a sua volta si intreccia con quella di molti altri. Spesso il significato del viaggio è soprattutto nella sua direzione e la sua meta può materializzarsi in modo imprevedibile e talvolta può addirittura sfuggire, può essere perennemente e vanamente inseguita.
La vita germoglia proprio dentro ciascuna delle cose che abitano il tempo e lo spazio; è mimetizzata dietro al volto di quanti incrociano i nostri passi, si alimenta dei sentimenti, delle illusioni, delle passioni, delle sconfitte che affollano il cuore di quanti osano mettersi in cammino.
Sovente ci accade di vivere e di non accorgersene, di aspettare e di non riuscire a riconoscere, di intraprendere e di restare, comunque, insoddisfatti.
Il sentiero della vita non è tracciabile, non è mai riconoscibile prima di essere percorso.
E’ simile al volo di un gabbiano nel cielo, alla rotta di una barca sul mare: la traccia c’è, è riconoscibile, ma soltanto dopo, anzi proprio mentre si realizza.
Ricorda l’amore. Rimane misterioso il suo percorso, si realizza esattamente nel momento in cui si offre. Il cammino di un uomo e di una donna resta indefinibile, misterioso, eppure è avvolgente, appagante perché impastato di desiderio e di memoria, di passione e di nostalgia, di fisicità e di evanescenza, di provvisorietà e di eterno, di riconoscimento e di meraviglia.
E non c’è viaggio migliore di quello in cui si impara a lasciar scivolare dentro, nell’intimità, voci, luci, luoghi, sentimenti, timori, silenzi e spazi… consapevoli, alla fine, che nessun viaggio è definitivo.
La gioia o la delusione non vengono da fuori: affiorano dal proprio intimo.
Ciò che sazia è il desiderio. Ciò che soddisfa è l’inedito. Ciò che assicura pienezza e gioia è la capacità di cercare, di stupirsi per tutto ciò che c’è di nuovo nella vita e nei volti di coloro che la affollano.
Passare di luogo in luogo, di viaggio in viaggio, di passione in passione, di cuore in cuore, non è difficile, ma la scommessa, la sfida è un’altra: cercare, riconoscere, accogliere, far durare ciò che provvisorio non è, e che indossa tanto, tanto spesso le vesti della fragilità e del non evidente.
Per quanto ci sforziamo di fare bene ogni cosa, avvertiamo a volte nella nostra vita delle stonature. Siamo andati forse oltre la buccia della vita, e stiamo cercando il sapore del frutto vero, la dimensione nascosta.
“Sentimenti contraddittori” ci tormentano: la contraddizione è una componente di molte esistenze. Siamo contenti di quello che facciamo e abbiamo, però… Dentro di noi albergano sempre dei “però”, delle immaginarie alternative alla vita che viviamo, che mai potremo sperimentare, ma che ci illudono con le loro chimere.
Non che i nostri umanissimi desideri siano completamente sbagliati, ma la sofferenza che ne traiamo è uno spreco di energie, un’occasione di sofferenza inutile. E non perché non ci sia niente da fare, piuttosto perché ci allontanano dal nostro vero cammino e ci impediscono di raggiungere quella unificazione di anima, corpo e spirito che sola ci dà serenità e gioia.
Ciascuno di noi ha una sua personalissima via, un cammino da percorrere. Una volta individuato, è necessario perseguirlo con determinazione, non lasciandosi distrarre da altre ipotesi di vita.
Dobbiamo essere fermamente convinti che davanti a ogni persona c’è una via particolare, sua propria, nella quale e solo in quella, può trovare realizzazione, che significa anche unificazione.
Ciò accade quando nella nostra opera, qualunque essa sia, da quella più umile alla più eccelsa, dalla scelta familiare a quella sociale, noi impegniamo tutta la nostra persona.
Tentare di imitare le altre vie, le vie degli altri, o provarne invidia, oltre a farci inutilmente soffrire, consuma le nostre energie, sprecandole in una direzione sbagliata. Le rinunce sono naturalmente incluse; sono inevitabili e utili, per tutti, se vogliamo vivere correttamente, ma promettono anche, a chi resta fedele alla propria strada, gioia e pienezza.
La “ricetta” migliore per risolvere la contraddizione, cui ogni persona, è sempre soggetta, è tentare di mettere in sintonia la propria volontà con quella dello Spirito, che si rivela solo quando lo cerchiamo nella nostra profondità. Per questo è estremamente necessario dedicare uno spazio saliente, nella vita quotidiana, alla meditazione, alla contemplazione, alla preghiera, al silenzio che favoriscono il discernimento, l’equilibrio, l’armonia.
Essere in armonia con la propria natura è avere occhi per vedere il bello in ogni particolare. E quando “facciamo il pieno di bellezza” siamo anche più disposti ad amare la vita, ad abbracciare la nostra strada.
Il percorso, il cammino non è già tracciato e nessun viaggio è definitivo: anzi, il miglior viaggio è, incredibilmente, quello incompiuto.
Basta saper ricominciare.
(Servizio fotografico realizzato da Francesco Orlando)
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