LA FEDE COME STUPORE
Francesco invita a non essere sordi al grido dei sofferenti

Possono sembrare frasi di circostanza, messe lì per descrivere una festività, ma le intenzioni del pontefice sono altre. La domenica delle Palme, viene ricordata come la giornata della pace, del preludio a quello che poi sarebbe stato il sacrificio di Gesù. In questa ritualità che si ripete con cadenza annua, il vero senso della settimana santa si è smarrito.
Giusto rievocare le pie partiche come testimonianza storica devozionale, ma occorre guardare oltre per rendersi conto del gesto di Gesù. L’amore spinge ogni cosa, possiamo definirlo il motore della fede, in grado di superare ogni ostacolo. Eppure, con tutti convenevoli del caso, abbiamo smarrito la bussola. Non bastano dirette Facebook per alimentare la fede, perché (dati alla mano) la gente non va più in chiesa. Tante le domande, ma nessuna risposta. Il problema di fondo, sta nella mancanza di stupore perché tutto ci sembra normale o dovuto. I grandi padri della chiesa, ci hanno insegnato che la fede va alimentata con le opere e le azioni. Ad oggi, possiamo definirci cattolici da salotto incapaci di brillare.
L’amore è un tema per gli amanti delle poesie e gli stessi ministri di Dio non riescono ad essere concreti. Infatti, in questi mesi difficili, abbiamo assistito alla mancanza di solidarietà, come se tutto questo non riguardasse il popolo cristiano.
Eppure, il Vangelo parla chiaro: “Siate testimoni dell’amore perché voi siete miei amici”. Parole al vento, che ormai non scaldano il cuore. Per questo, Francesco ha avvistato il pericolo di una comunità tiepida al grido degli ultimi. Le sue parole nell’Angelus domenicale sono lapidarie: “Ripartiamo dallo stupore; guardiamo il crocifisso e ringraziamo per tutto il suo amore. Lasciamoci stupire da Gesù per tornare a vivere”. Proprio dalla croce bisogna ripartire, fissando nella nostra mente che dopo la croce ci spetta la gloria. Lo stupore di quella croce intrisa di sacrificio ci deve illuminare il cammino. Gesù è tra gli ultimi, i diseredati, tra coloro che non hanno voce. Oggi Gesù si manifesta in chi soffre nel silenzio del proprio cuore. Oggi tocca a noi cristiani tornare credibili davanti a coloro che sono nel dubbio. Siamo noi la lanterna di una nuova luce capace di stupire.
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