CLIMA ITALIA...LO STUDIO

150 anni di cambiamenti hanno modificato biodiversità 

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cms_22543/1.jpgTemperature aumentate di 2°C nell’ultimo secolo, precipitazioni diminuite del 12%, densità di popolazione di sei volte maggiore rispetto alla metà dell’Ottocento nelle aree più antropizzate: sono solo alcuni dei risultati appena pubblicati su Nature Ecology & Evolution che analizzano per la prima volta gli effetti dei cambiamenti climatici, la crescita della popolazione umana e i cambiamenti nell’uso del suolo sulla biodiversità degli invertebrati in Italia, utilizzando dati raccolti negli ultimi 150 anni.

Il team di ricerca dell’Università degli Studi di Milano è stato coordinato da Silvio Marta e Francesco Ficetola del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali e ha dimostrato come il clima (temperatura e precipitazioni), la densità di popolazione e gli ecosistemi siano cambiati in modo impressionante.

cms_22543/2.jpgNell’ultimo secolo le temperature sono aumentate in media di 2°C, ma non solo. Nello stesso periodo, le precipitazioni sono diminuite in media del 12%, mentre la densità di popolazione umana è aumentata in modo costante fino al 1980, per poi stabilizzarsi sui livelli attuali (circa sei volte più elevati rispetto all’inizio della serie). Inoltre, la quantità di habitat naturali e seminaturali è diminuita fino al 1950, per poi aumentare di circa il 15%, soprattutto nelle aree di montagna.

I cambiamenti nelle precipitazioni sono il fattore che ha avuto il più forte impatto sulla biodiversità: le comunità animali sono cambiate di più nelle aree in cui le precipitazioni sono diminuite maggiormente, comportando generalmente un aumento dei tassi di estinzione e colonizzazione. Gli impatti delle precipitazioni sono stati particolarmente forti nelle aree che hanno subito un aumento di popolazione umana o delle temperature.

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Gli aumenti delle temperature hanno avuto un impatto inferiore rispetto ai cambiamenti di precipitazioni. Come atteso, l’aumento delle aree naturali ha avuto effetti benefici sulla diversità, favorendo la colonizzazione e l’incremento della diversità, mentre l’aumento della popolazione umana è stato usualmente associato a decrementi in diversità biologica. Ciò evidenzia ancora una volta come il disturbo umano e gli impatti diretti e indiretti abbiano effetti deleteri sulle comunità biologiche.

“Gli studi degli impatti del cambiamento climatico sulla biodiversità spesso si concentrano sull’effetto degli aumenti delle temperature – spiega Silvio Marta, coordinatore dello studio - Tuttavia, nelle aree mediterranee come l’Italia, non bisogna assolutamente trascurare gli effetti delle precipitazioni, che possono avere impatti drammatici".

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"L’Italia- aggiunge - è uno dei Paesi in cui la biodiversità è studiata da più tempo, e le collezioni dei nostri musei forniscono dati preziosissimi, permettendo di ricostruire i cambiamenti che sono avvenuti nel nostro paese negli ultimi 150 anni, e di stabilire un legame diretto tra cambiamenti ambientali e perdita di biodiversità. Capire quanto è successo è una base fondamentale per gestire i cambiamenti che sono in corso ora ed avverranno nei prossimi decenni”.

Redazione

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