SCONTRO BEZOS-MUSK: IL VERDETTO DEL TRIBUNALE FEDERALE
Rigettato il ricorso del patron di Amazon contro l’accordo Nasa-Space X

Qualche tempo fa, il patron di Amazon Jeff Bezos, come ben sappiamo intenzionato ad esplorare lo spazio, ha intentato causa contro la Nasa. Il motivo? Il fatto che la celeberrima agenzia avesse firmato un contratto con la Space X, azienda aerospaziale statunitense fondata e attualmente guidata da Elon Musk. Anche quest’ultimo, chiaramente, “mira alle stelle”; va da sé che tra i due non corre buon sangue.
Poche ore fa la vicenda ha subito una svolta: un giudice federale avrebbe rigettato la richiesta di Blue Origin (l’azienda di Bezos), abilitando nuovamente la collaborazione tra Nasa e Space X, interrotta ormai da mesi. Ad aprile scorso era stato siglato un contratto da 2,9 miliardi di dollari per la produzione di un nuovo vettore, ribattezzato Starship. La stessa Nasa si è affrettata a far sapere che “riprenderà il lavoro con Space X il prima possibile” in una nota. Oltre il danno la beffa, si potrebbe dire, per il miliardario originario di Albuquerque. La buona sorte quest’anno sembra andare a favore del visionario Musk, che per di più ha superato Bezos in termini di patrimonio economico diventando l’uomo più ricco del mondo e della storia dell’umanità con 321.2 miliardi di dollari. Al fondatore di Amazon spetta il secondo posto nella classifica dei più abbienti, con “soli” 195.6 miliardi di dollari.
Torniamo alla causa che ha visto scontrarsi i due colossi della tecnologia. Blue Origin aveva denunciato quanto stava accadendo tra la Nasa e Space X al Government Accountability Office (Gao) poiché la selezione, a detta di Bezos, non era risultata equa. La Nasa, a suo dire, avrebbe dovuto rendersi disponibile per un altro contratto. Già il Gao aveva respinto tali osservazioni, ritenendole illegittime; ma il patron di Amazon non si è lasciato scoraggiare e ha fatto appello a un tribunale. Lo stesso tribunale, tuttavia, per voce del giudice Richard Hertling, ha validato le ragioni di Elon Musk e della Nasa; per il momento non sono disponibili ulteriori dettagli sul procedimento.
Dal canto suo, la Blue Origin continua a farsi sentire tramite una nota ribadendo di aver “messo in luce importanti problematiche di sicurezza del processo di appalto del Sistema di Allunaggio di Umani che devono ancora essere affrontate”, per poi annunciare: “Blue Origin rimane fortemente impegnata per il successo del programma Artemis. Abbiamo una vasta base di attività su molteplici contratti con la Nasa per raggiungere l’obiettivo degli Stati Uniti di ritornare sulla Luna per restarvi”.
Chi la spunterà? Staremo a vedere…
Lascia un commento
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.