LA “BUONA SCUOLA” ALLA CAMERA PER IL PASSAGGIO FINALE

Continuano in tutta Italia le proteste contro il DDL

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Le proteste sulla riforma della scuola non si placano e ieri, nel giorno in cui il testo del DDL è arrivato in aula, alla Camera, per l’ultima votazione dopo il voto di fiducia al Senato, Roma è stata nuovamente interessata da una manifestazione organizzata da tutti i sindacati di categoria e dai docenti organizzati. Al loro fianco esponenti di Sel e del M5S: "Oltre a uscire dal Palazzo per incontrarci con i manifestanti, faremo anche entrare i cittadini a Palazzo Montecitorio, invitandoli ad assistere dalle tribune ai lavori d’Aula.”

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È un iter lungo, carico di scontri, proteste e discussioni, quello che riguarda la Riforma della Scuola del Governo Renzi. Che pure, procede. Dal nodo delle assunzioni al ruolo del preside, dal potenziamento di alcune materie alla formazione degli insegnanti, dalle detrazioni fiscali per le famiglie con figli alla paritaria agli interventi di edilizia scolastica, al 5x1000, la “Buona Scuola” non piace ai docenti italiani. Cosa accadrà nelle scuole italiane dal prossimo anno scolastico? Un caos organizzativo senza precedenti. È quello che molti temono possa accadere, dopo che il Governo ha deciso di intervenire in soli tre mesi con il machete su dieci temi centrali per la nostra istruzione pubblica: alternanza scuola-lavoro, istituti tecnici superiori, competenze digitali, organico autonomia, competenze del dirigente scolastico, piano straordinario assunzioni, formazione e merito, concorsi, sentenza Corte di Giustizia Ue, funzionalità scuole.

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E ciò, sebbene siano stati contestati da tutto il mondo della scuola, con scioperi con adesioni da record e innumerevoli manifestazioni di piazza, oltre che da diversi parlamentari, relegati all’angolo, e che hanno comunque costretto la maggioranza a chiedere la fiducia al Senato per evitare sorprese.

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Intanto il ministro Giannini apre al dialogo sul suo profilo Facebook: "Diventerà una pagina pubblica su cui riprenderanno il dialogo e il confronto con tutti voi - promette - sui provvedimenti che stiamo approvando in materia di Istruzione e sulle innovazioni a cui lavoriamo nel settore della Ricerca e dell’Università." Un dialogo a lavori ultimati e qualcuno si chiede che senso abbia.

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Nel frattempo i sindacati si organizzano anche per il post-approvazione, con gli uffici legali di tutti i sindacati all’opera per attaccare giuridicamente il testo. Mentre i Cobas promettono uno scontro permanente in ogni istituto. Anche l’ANIEF si prepara ai ricorsi per la declaratoria di incostituzionalità della chiamata diretta, per l’inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento del personale abilitato, per l’assunzione di tutti gli idonei dei vecchi concorsi, per la contestazione, anche attraverso le Rsu d’Istituto, dei criteri di assegnazione del merito al personale, per la stabilizzazione dei precari e la corresponsione del risarcimento, per la partecipazione dei laureati ai nuovi concorsi e dei ricorrenti attuali ai corsi-concorsi per dirigente scolastico. “Sono soltanto alcuni dei migliaia di ricorsi che investiranno la scuola italiana, per colpa di una riforma – afferma il presidente Anief - voluta soltanto dal premier”.

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Non ci resta che aspettare la fine dei lavori di un riforma molto controversa, anche se già si preannuncia un autunno infuocato per la scuola italiana.

Mary Divella

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