VALERIA ANGELINI: ARTISTA DELL’EQUILIBRIO

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Pittura, scultura e fotografia: tre arti che, nelle mani di Valeria Angelini, diventano una cosa sola. Una sorta di “trinità” sacra che si lascia umilmente plasmare per divenire veicolo di un messaggio di speranza.

“L’arte è l’unica possibilità che abbiamo di salvarci, di vedere oltre” - afferma l’artista,come a mettere in chiaro fin da subito il senso di tutta la sua produzione.

Valeria Maggiolo Angelini - questo il suo nome completo - nasce come pittrice ma è a tal punto appassionata di fotografia da mescolare tra loro le due arti, rendendo quasi impercettibile la linea di demarcazione.

Valeria è anche scultrice; nelle sue mani il colore diventa materia solida. Si definisce inoltre pittrice e fotografa astrattista.

Ma vediamo da dove nasce e come si sviluppa il percorso di questa artista fuori dagli schemi.

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Valeria Maggiolo Angelini

“Sono pittrice perché ho questa passione fin da quando ero bambina - racconta. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti a Roma, la vita mi ha portata ad intraprendere esperienze professionali diverse. Questo fino a qualche anno fa, quando ho deciso di dedicarmi esclusivamente alla pittura. Quella che è sempre stata una costante del mio percorso - per quanto marginale - è diventata oggi una scelta di vita.”

“Per dare valore a quello che siamo come persone - incalza - dobbiamo attingere alle nostre risorse interiori, offrendo così gli altri e a noi stessi il meglio che abbiamo”.

Valeria spiega che dipingere non è un atto fine a se stesso ma è il tirar fuori qualcosa che ci aiuta ad entrare in empatia con gli altri, creando una connessione ci fa crescere umanamente. “Noi esistiamo come realtà solo perché ci confrontiamo con gli altri, non possiamo vivere come essere isolati”, afferma giustamente. Ed è per questo motivo che percepisce l’arte come il miglior veicolo per far fluire il nostro mondo interiore: pensieri, emozioni, passioni, insomma tutto ciò che ci costituisce e ci differenzia da altri esseri viventi.

Sulla base della mia personale esperienza, ho constatato come il tema ricorrente di questi ultimi anni sia proprio quello dell’arte come strumento per “andare oltre”. Essa ci consente di avere una visione differente, facendo evolvere non soltanto l’autore ma anche il fruitore.

Quindi, malgrado viviamo una fase di “salto quantico”, portata all’estremo da un’apparente ma efficace “blocco” delle attività, la realtà profonda è che si sta accentuando il lavorìo interiore e pratico degli artisti. È diventata una cosa estremamente potente e, aggiungerei, inarrestabile.

La storia, del resto, ci dimostra come le persone sottoposte a grandi stress, abbiano trovato nell’arte una valvola di sfogo per esternare il proprio stato d’animo.

Pensiamo a Vincent Van Gogh, per citare un nome famoso.

Ma senza andare troppo lontano, ricordiamoci che negli anno ’90 la popolazione di Sarajevo continuava a coltivare le arti, nonostante i continui bombardamenti.

Ecco che l’arte, oltre ad essere uno strumento di “canalizzazione” del dolore e dell’ansia, diviene un mezzo per scavare nell’inconscio e toccare l’animo umano nei suoi aspetti più spirituali.

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“PAESAGGIO 1” - fotografia digitale, 2019 by Valeria Angelini

È a causa di “Paesaggio 1” che ho deciso di incontrare e di intervistare Valeria Angelini. Più che originale, ho trovato significativo questo quadro a forma di puzzle e mi sono chiesta: cosa vorrà dirci l’artista con questa forma?

“Dal mio punto di vista il puzzle è una forma elementare - spiega. Cercavo una formula che mi permettesse di far passare il concetto che una piccola parte corrisponde ad un’equazione universale. Ovvero: nel piccolo, l’immenso. Dal momento che la ricerca del senso della vita non è legata solo alla spiritualità ma anche alla fisica, alle scienze, alla filosofia, ho sintetizzato nella figura del tassello il senso dell’Universo. Il puzzle rappresenta quindi questa equazione di vita, a cui cerco di dare un senso attraverso il mio lavoro artistico.”

Un percorso iniziato un po’ per caso - come spesso succede - ma sul quale lavora ormai da diversi anni.

Ispirandosi al primo capitolo della Genesi, Valeria Angelini si cimenta in una sintesi non tanto religiosa quanto culturale sulle domande fondamentali della vita: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?

In un momento come questo, in cui viviamo una sorta di livellamento culturale, dobbiamo salvaguardare la nostra identità, impedendo che si perdano quelle “sfumature” che ci rendono unici. “Quello che cerco di fare attraverso il mio lavoro - spiega - è recuperare e approfondire il nostro legame con l’Origine, per poter trovare la forza di proiettarci verso il futuro”.

Sulla base di questa ricerca, nascono diverse opere che prendono spunto dalle primissime parole del libro della Genesi: “In principio”. “Paesaggio 1” è fra queste.

L’opera finita è la risultante di una sovrapposizione di fotogrammi. All’inizio emergeva il paesaggio buio, trafitto da fasci di luce che penetrano l’oscurità, simbolo della consapevolezza che illumina le nostre vite.

Queste foto sono prese da paesaggi reali, soprattutto paesaggi vulcanici che, per aspetto, sono simili a quello che poteva essere un paesaggio primordiale” - racconta.

Valeria ha cercato di conservare, nei vari passaggi, i colori originali, pur creando quella trasparenza che ci fa compiere il viaggio da una realtà fisica ad un’altra più astratta.

Fissata su uno sfondo magnetico, quest’opera è nata con l’intento di poter essere staccata e riattaccata, in modo da stabilire una interazione con lo spettatore. Una sorta di gioco che coinvolga, oltre alla vista, anche gli altri sensi.

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“Frammenti DMN” (serie “I figli della luna”) - acrilico, pastelli su carta fatta a mano applicata su tela, foglia oro, fotografia su zinco - 2020by Valeria Angelini

A Valeria piace contaminare la pittura con la fotografia ma non disdegna neppure il contrario. Quale delle due arti è sbocciata per prima?

“È nata prima la pittura! Amo i colori e penso che l’energia che dà il colore sia qualcosa che abbiamo dentro. È come per la musica: la senti e ti entra nell’anima, ti coinvolge. Lo stesso vale per il colore: lo guardi e, al di là delle tue preferenze personali, ti entra dentro. Per me la pittura e tattile, visiva e anche olfattiva. Per questo motivo amo introdurre i diversi elementi in un’unico contesto, creando così la MATERIA”.

L’opera qui sopra ha, al suo interno, frammenti di una foto che dà uno spessore diverso al quadro: uno spessore scultoreo.

L’opera “Pensiero profondo” racconta della creazione dell’uomo e della donna. “Adamo ed Eva sono stati creati dal fango con un soffio di energia pura. Da principio è stato creato l’uomo, che era per metà maschio e per metà femmina, contenendo in sé stesso - in un’unica entità - l’energia maschile e quella femminile.”

L’artista ha voluto raccontare, da un lato il dualismo che porta al confronto e, spesso, allo scontro tra uomo e donna - in senso più ampio, tra gli individui.

Dall’altro, il senso di equilibrio che il Creatore ha saputo infondere nella Natura, malgrado le alterazioni che essa ha subito a causa dell’intervento umano.

Perfezione e imperfezione in un’unica opera, che ristabiliscono un equilibrio: quello del senso della vita e della nostra identità più profonda. In una parola: ARMONIA.

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“Pensiero profondo” (serie “I figli della luna”) by Valeria Angelini

Lo sfondo oro, che rimanda alle icone bizantine - colore riservato alla divinità - ci lascia supporre un afflato mistico o forse religioso nelle opere di Valeria Angelini. È così?

C’è una matrice spirituale e religiosa oltre a quella storica ed esistenziale?

“La mia non è una posizione prettamente religiosa - spiega - ma sono convinta che dietro a tutta questa perfezione ci sia una mente pensante che ha organizzato l’Universo come un orologio perfetto. Sono religiosa nel senso ampio del termine, in quanto ho un grande rispetto per tutto ciò che si manifesta intorno a me. Laddove una persona non considera se stessa come un evento casuale, ecco che riesce a dare senso ad ogni cosa.”

Valeria Angelini, arista dell’equilibrio, ha saputo mettere insieme non solo i sinonimi ma anche i contrari, realizzando così quella magia che, sola, è in grado di soddisfare la sete di felicità insita in ognuno di noi.

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L’intervista che segue è stata realizzata da “Tavoli HeArt” per la Social TV della storica Libreria Bocca di Milano, all’interno della splendida cornice di Galleria Vittorio Emanuele II.

La Libreria Bocca dal 1775 è locale Storico d’Italia con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.

L’articolo è pubblicato su “International Web Post” che, nella persona del suo fondatore e direttore Attilio Miani, si fa portavoce della partnership tra un magazine di informazione internazionale e una libreria storica unica nel suo genere.

#socialtvlbocca

Dove trovare Valeria Maggiolo Angelini:

https://www.valeriangelini.com/

https://www.facebook.com/valeria.maggiolo.9

https://www.instagram.com/vlangelini/

Simona HeArt

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