PERCORSI DI-VINI

La Guarnaccia bianca, un vitigno fantasma

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Quanti di voi hanno mai sentito parlare di questo vitigno? Eppure da secoli è presente sul nostro territorio, addirittura se ne perdono le origini certe, tanto che si presume sia arrivato dalla Grecia, nel VII secolo a.C., oppure che il nome sia originario della Spagna…

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Storie, leggende, fantasie, di certo abbiamo soltanto la sua presenza anche se sporadica.

Non ci sono molte aziende a coltivarlo, e la produzione si concentra quasi esclusivamente nella regione Calabria, nei comuni di Altomonte, Saracena e Verbicaro.

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Altomonte

Vitigno a bacca bianca, vinificato in purezza, si presenta, nel nostro calice, con un colore giallo paglierino carico e trasmette fin da subito sensazioni olfattive floreali con evidenza dei profumi erbacei e minerali. Al gusto lo troviamo fine, corposo, intenso, di buona acidità ed interessante freschezza.

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Il carico che si porta dietro è millenario ed è considerato nel mondo dei vini una vera rarità che ancora non si manifesta pienamente al grande pubblico, che perlopiù lo ha conosciuto in assemblaggio con le uve Addoraca, Moscato e Moscatello dove ha dato origine al più rinomato Moscato di Saracena, un vino da dessert degno del pranzo di un re.

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Saracena

Lo abbiamo definito un vitigno fantasma, poiché è uno di quei vitigni in grado di entusiasmare e sorprendere senza farsi mai identificare pienamente. E’ in mezzo a noi da secoli ma ne sconosciamo l’origine. Produce un Moscato di Saracena invidiabile nel mondo, ma il mondo non conosce la Guarnaccia bianca… insomma esiste ma nessuno lo sa, e lui fa di tutto per non farsi trovare.

E’ un vitigno che potremmo definire silenzioso, solitario, unico come unici sanno essere i possessori di grande personalità.

Prima della vendemmia esprime la sua elegante corporatura donandoci la visione di grappoli di media grandezza, leggermente allungati e conici, con acini che variano di colore dal verde biancastro al giallo ambrato, molto succosi e dal sapore gradevole abbastanza simile ad un uva moscato.

E’ espressione di un territorio a nostra disposizione non ancora del tutto ammirato ed osannato per le sue eccellenze e forse è proprio questo il mistero che avvolge il vitigno.

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Verbicaro

Se per un attimo ci fermiamo a riflettere sui secoli che inesorabilmente sono trascorsi dalla sua prima presenza sul territorio, ci rendiamo conto di come la natura riesca a percepire il tempo come un valido compagno di viaggio, sfruttandone le potenzialità e creando al contempo dei vitigni che potremmo identificare quali “viaggiatori del tempo”.

E’ sicuramente il caso del vitigno fantasma la Guarnaccia bianca.

Buona degustazione… scoprendo la Calabria.

Carlo Dugo

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