ALLA SCOPERTA DELLA CAPPELLA SISTINA (XIX)

Il giudizio universale (prima parte)

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Il nostro lungo viaggio alla scoperta della Cappella Sistina, iniziato un anno fa (il 15 febbraio 2021) e articolato in diciannove tappe, si conclude con l’opera più celebre: il Giudizio Universale. Per mesi l’abbiamo scorta nella copertina, ritratta nella profondità dell’ ambiente incantevole che è un hub di meraviglie in cui l’immergersi è conoscere l’identità culturale della storia del Paese. In due appuntamenti contigui ne esploriamo ora i particolari. Agli autori de “Alla Scopertadella Cappella Sistina (Orietta Paganotti con il suo gruppo e Grazia De Marco) porgo il ringraziamento da parte dei tanti lettori. E la mia personale gratitudine. (Antonella Giordano)

Il Giudizio universale (1536-1541) è un affresco di Michelangelo Buonarroti, realizzato tra il 1536 e il 1541 su commissione di Papa Clemente VII per decorare la parete dietro l’altare della Cappella Sistina, una delle più grandiose rappresentazioni della parusia, ovvero dell’evento dell’ultima venuta alla fine dei tempi del Cristo per inaugurare il Regno di Dio, nonché uno dei più grandi capolavori dell’arte occidentale.

L’opera segnò la fine di un’epoca e costituì uno spartiacque della storia dell’arte e del pensiero umano: all’uomo forte e sicuro dell’Umanesimo e del primo Rinascimento, che Michelangelo stesso aveva esaltato negli Ignudi della volta, subentra una visione caotica e angosciata che investe tanto i dannati quanto i beati, nella totale mancanza di certezze che rispecchia la deriva e le insicurezze della nuova epoca.

Altri grandi artisti avevano realizzato dei grandi lavori prima del giudizio universale di Michelangelo come gli arazzi progettati e creati da Raffaello Sanzio per Leone X.

Nel 1534, mentre Michelangelo era ancora impegnato in altri importanti progetti (come la tomba di Giulio II), si diresse a Roma per cominciare ufficialmente a realizzare nella Cappella Sistina giudizio universale.

Nello stesso anno, Papa Clemente VII morì, ed il Buonarroti pensava che il suo lavoro sarebbe terminato ancor prima di cominciare.

Con la nomina del nuovo Papa Paolo III, il progetto nella cappella venne confermato nuovamente, costringendo Michelangelo a continuare questo complesso lavoro.

Prima di poter dipingere il Giudizio finale, la Cappella Sistina richiedeva alcune sostanziali modifiche, tra cui la tamponatura di due finestre e l’alterazione di uno spazio con l’ausilio di alcuni mattoni, che avrebbero reso questa zona idonea per la realizzazione dell’affresco.

Purtroppo, proprio a causa di queste modifiche, alcuni affreschi realizzati dal Perugino in precedenza, andarono perduti definitivamente.

Terminate le difficili modifiche tecniche, il progetto della Cappella Sistina di Michelangelo poteva finalmente continuare, ma ci fu un altro problema legato ad una controversia che nacque con Sebastiano del Piombo, artista ed amico del Buonarroti: Sebastiano, volendo evitare un lavoro troppo faticoso e complesso, aveva intenzione di far preparare una sorta di incrostatura su cui avrebbe potuto dipingere successivamente ad olio la grande scena.

Michelangelo, disgustato dalla bassissima qualità finale che alla fine il lavoro avrebbe avuto, ripudiò il suggerimento dell’artista e preferì realizzare un grande dipinto a fresco, che avrebbe visto l’inizio solo nel 1536.

Dopo aver montato i ponteggi preparatori per questo dipinto giudizio universale, Michelangelo si fece aiutare unicamente da Francesco di Bernardino d’Amadore da Casteldurante, conosciuto anche come Urbino, rifiutando categoricamente altri aiuti ed arrivando così a completare il lavoro nel 1541.

Lo straordinario capolavoro di Michelangelo venne amato e criticato ancor prima del suo completamento per diversi motivi: era rivoluzionario poiché, differentemente dalla tradizione, non era presente solo la cerchia dei beati che ascendeva al cielo, ma anche un gran numero di personaggi che impegnati in combattimento ed aggrovigliati, con l’Inferno li risucchiava.

In origine, tutti i protagonisti erano completamenti nudi, e questo aspetto suscitò non poche critiche. Nel 1564, Daniele da Volterra, dato che le proteste diventavano sempre più costanti, venne incaricato di censurare completamente ogni elemento osceno presente nel quadro Giudizio Universale.

L’intervento di censura da parte di Daniele da Volterra non fu massiccio, soprattutto perché quest’ultimo era grande ammiratore di Michelangelo e non voleva rovinare il capolavoro del Buonarroti.

Queste grandi modifiche, realizzate dopo la morte di Michelangelo, continuarono anche dopo la dipartita di Daniele da Volterra, passando il testimone nelle mani di Girolamo da Fano e Domenico Carnevale.

Nonostante le vistose coperture introdotte nell’affresco, le critiche comunque, non accennavano a diminuire, e così nel 1825 venne concluso un vastissimo lavoro di copertura che eliminò qualsiasi elemento osceno rimasto.

Infine, per via di alcuni restauri effettuati negli anni Novanta, le ultime coperture introdotte negli interventi più recenti vennero eliminate, lasciando visibili solo quelle realizzate nel Cinquecento.

IL GIUDIZIO UNIVERSALE DESCRIZIONE

L’affresco, data la sua complessità, è suddivisibile in varie sezioni. Noi procederemo descrivendo generalmente ogni parte del capolavoro di Michelangelo. Ecco la suddivisione che seguiremo:

  • Angeli di Michelangelo rappresentati nelle lunette in alto
  • Cristo Giudice e la Vergine nella parte centrale
  • Angeli di Michelangelo che annunciano l’Apocalisse, permettendo l’ascesa dei giusti e la caduta dei peccatori all’inferno

ANGELI MICHELANGELO NELLE LUNETTE

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“Giudizio Universale” (Lunetta sinistra) Michelangelo Buonarroti

Nelle due lunette superiori del Giudizio Universale, sono presenti due gruppi di angeli: questi stanno trasportando la Croce ed altri simboli della Passione di Cristo; tali elementi alludono al sacrificio di quest’ultimo per garantire la salvezza degli uomini.

Nella lunetta sinistra sono presenti degli angeli senza ali, chiamati angeli apteri, esteticamente perfetti, e ritratti in un momento di grande azione e movimento, che ricorda da vicino l’impeto presente nella battaglia di Cascina, sempre di Michelangelo.cms_24741/2_1644369127.jpg

“Giudizio Universale” (Lunetta destra) angeli Michelangelo Buonarroti

Nella lunetta destra, è presente un altro gruppo di angeli che sta trasportando, con molta difficoltà, la colonna dove Gesù venne legato e frustato.

Il movimento di questo gruppo di angeli è simmetrico a quello della lunetta di sinistra; sulla destra, accorre un angelo che regge tra le mani il bastone su cui venne posta la spugna con l’aceto utilizzata per Gesù, e spostando ancor più dietro lo sguardo, si intravede anche la scala utilizzata per inchiodarlo sulla croce.

CRISTO GIUDICE E MARIA

Al centro del grande Giudizio Universale viene rappresentato Cristo e la Vergine circondati da profeti, sibille, apostoli e patriarchi.

Spostando lo sguardo sopra Gesù, proprio dove inizia la volta della Cappella Sistina, Michelangelo ha realizzato la figura del profeta Giona.

La scelta di accostare Giona e Gesù è stata volontaria: la volta della Cappella Sistina dove si trova il profeta, rappresenta il mondo del Cristianesimo prima della venuta di Cristo.

La scena del Giudizio Universale con Cristo al centro, invece, rappresenta il cristianesimo dopo la nascita di Gesù; inoltre, secondo il Vangelo, Giona, tre giorni dopo essere stato inghiottito da un pesce, riuscì a salvarsi tre giorni dopo, e allo stesso modo, Cristo, tre giorni dopo essere morto sulla croce, risorse.

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“Giudizio Universale” (dettaglio del Cristo Giudice e Giona) Michelangelo Buonarroti

Differentemente dalla tradizione, Michelangelo sceglie di non rappresentare Gesù su un trono, ma decide di affrescarlo mentre sta avanzando, coperto unicamente da un velo; questa scelta rende Cristo molto somigliante a delle rappresentazioni pittoriche di Giove.

La posizione delle braccia di Cristo è molto importante: con l’arto sollevato, secondo gli studiosi, Gesù starebbe chiamando a se i beati e gli eletti, mentre con quello abbassato invece potrebbe star condannando gli empi ed i peccatori.

Lo sguardo di Cristo è rivolto verso lo scenario circostante, con un’espressione molto concentrata; Maria è al fianco di Gesù e sta guardando i beati, mentre si trova seduta da parte, sapendo di non poter interferire con l’operato di suo figlio.

PRIMO ANELLO DI FIGURE

Attorno a Cristo e la Vergine, Michelangelo dipinge una cerchia di cinquanta persone, composta prevalentemente da apostoli, santi e patriarchi.

L’artista ha studiato i movimenti di questo folto gruppo di persone cercando di conferire un equilibrio e simmetria alla scena; le espressioni di questi protagonisti sono altrettanto varie: c’è chi è angosciato, chi guarda la catastrofe, chi è sconvolto davanti all’apocalisse e così via.

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“Giudizio Universale” (Primo anello di figure) Michelangelo Buonarroti

Tra i personaggi identificati in questo primo anello, c’è la figura di san Lorenzo e quella di san Bartolomeo: il primo ha una graticola appoggiata sulla spalla, mentre il secondo regge nella sua mano la propria pelle.

Ci sono varie letture riguardanti la pelle di san Bartolomeo di Michelangelo: c’è chi pensa che questo particolare attributo del santo possa essere un autoritratto del Buonarroti, ma c’è anche chi sostiene che si tratti di un’allegoria della privazione del peccato.

Alla destra di Gesù sono presenti sant’Andrea con una croce in mano e san Giovanni Battista, con un perizoma aggiunto successivamente da Daniele da Volterra e con un manto di pelo di cammello.

Alla sinistra di Cristo emerge la figura di san Pietro, che sta restituendo le chiavi del Paradiso al figlio di Dio, poiché, essendo arrivato il giorno del giudizio, non sono più necessarie.

Accanto al santo ci sono altre figure la cui identità ancora è oggetto di discussione: tra le ipotesi più papabili, spiccano i nomi di Giovanni evangelista, san Paolo e san Marco.

SECONDO ANELLO DI FIGURE

Questo vasto gruppo è suddiviso in due parti a sinistra ed a destra; fondamentalmente ci sono martiri, confessori della Chiesa e beati.

Nel gruppo di sinistra ci sono donne, vergini e personaggi fondamentali dell’Antico Testamento: tra queste, spiccano una donna con il seno scoperto in primo piano, e l’altra più in basso che la sta abbracciando cercando protezione; secondo alcune letture critiche, entrambe potrebbero simboleggiare la Chiesa Misericordiosa e la Chiesa Devota.

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“Giudizio Universale” (Secondo anello di figure: Gruppo a sinistra) Michelangelo Buonarroti

Nel gruppo di destra ci sono degli uomini, e nel vasto gruppo, salta all’occhio il vigoroso uomo appoggiato sulla croce: secondo alcuni si tratta dell’uomo che aiutò Cristo sulla via Crucis, mentre per altri sembrerebbe Disma, uno dei ladroni crocifissi con Gesù.

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“Giudizio Universale” (Secondo anello di figure: Gruppo a destra) Michelangelo Buonarroti

In questo gruppo sulla destra dell’affresco, sono presenti diversi martiri:

  • San Biagio con i pettini chiodati
  • Santa Caterina d’Alessandria, con la ruota dentata spezzata
  • San Filippo con la croce
  • Simone Zelota con la sega
  • Adamo ed Eva
  • Abramo o Giobbe e la moglie
  • Mosè
  • Santi Cosma e Damiano

(Continua)

Grazia De Marco

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