ALLA SCOPERTA DELLA CAPPELLA SISTINA (XIX)

IL GIUDIZIO UNIVERSALE (seconda parte)

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FASCIA INFERIORE

Mentre nella parte superiore di questo straordinario affresco sono rappresentati i Santi e gli eletti, nella sezione inferiore c’è una grande sezione dedicata alla rappresentazione della fine dei tempi, suddivisa in varie parti, con:

  • Gli angeli con delle trombe che annunciano l’arrivo della fine dei tempi
  • Il risveglio dei morti
  • L’ascesa degli eletti
  • La cacciata dei dannati
  • La rappresentazione dell’Inferno

Michelangelo, nella descrizione Caronte e delle altre creature infernali e quelle demoniache, trae liberamente ispirazione dalla Divina Commedia di Dante Alighieri (protagonista anche di un celebre quadro di Bouguereau).

Sotto la figura di Cristo, si trova un gruppo di angeli senza ali che stanno suonando con molta forza le trombe per annunciare l’arrivo dell’Apocalisse; alcuni di loro trasportano i libri delle Sacre Scritture e contemporaneamente, svegliati dalle trombe degli angeli, riprendono vita i morti.

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“Giudizio Universale” (Angeli dell’Apocalisse) Michelangelo Buonarroti

Spostando lo sguardo più in basso, si notano i cadaveri dei morti che stanno risorgendo, come se stessero riprendendo i sensi dopo un lungo sonno: alcuni stanno letteralmente sgusciando fuori dai propri sepolcri, mentre altri stanno riacquistando pian piano tutte le proprie facoltà fisiche.

Poco più a destra dei morti appena risorti, si notano altri cadaveri appena risvegliati che sono contesi tra angeli e demoni.

Per quanto riguarda l’identificazione di alcuni personaggi in questo gruppo, la critica ipotizza la presenza di un autoritratto di Michelangelo forse anche il poeta Dante Alighieri.

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“Giudizio Universale” (Resurrezione dei corpi) Michelangelo Buonarroti

Poco sopra a questo gruppo di persone, si può notare un altro piccolo gruppo che sta ascendendo verso il cielo: alcuni sono sospinti verso l’alto, altri vengono trascinati, altri issati attraverso delle corde e così via.

Nella realizzazione di questo particolare gruppo, Michelangelo ha dato sfogo alla propria fantasia, affrescando questi personaggi nelle posizioni più disparate.

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“Giudizio Universale” (Ascesa dei Beati) Michelangelo Buonarroti

In netta contrapposizione al gruppo appena descritto, sul versante opposto si contano più di venti figure che stanno cadendo verso l’inferno: si tratta dei dannati condannati agli Inferi.

Sono presenti alcuni elementi che permettono di capire di quale colpa si sono macchiati alcuni dei peccatori qui rappresentati: uno tra loro, rappresentato a penzoloni, presenta sul suo mantello un piccolo sacchetto con del denaro e delle chiavi, simboli dell’avarizia e dell’attaccamento ai beni materiali fino alla morte; un altro viene trascinato per i testicoli ed ha il volto coperto, simboleggiando il peccato di lussuria.

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“Giudizio Universale” (Discesa dei dannati) Michelangelo Buonarroti

Più a sinistra del gruppo di dannati, si trova un uomo seduto su una nuvola, con altrettanti due dannati che lo stanno trascinando verso il basso, mentre un serpente lo avvolge nelle sue spire: quest’uomo, come si evince dalla sua espressione, rappresenta la disperazione.

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“Giudizio Universale” (simbolo della disperazione) Michelangelo Buonarroti

GIUDIZIO UNIVERSALE INFERNO

Nella parte in fondo a destra del grande affresco, si trova la rappresentazione dell’inferno: in un ambiente dominato da un cielo rossastro colmo di fiamme, sulla sinistra si trova il traghettatore infernale Caronte, che sta utilizzando il proprio remo come arma per cacciare i dannati, obbligandoli a presentarsi davanti al giudice Minosse, facilmente riconoscibile per il serpente che lo avvolge (la descrizione di Minosse e la descrizione di Caronte sono un evidente richiamo alla Divina Commedia di Dante).

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“Giudizio Universale” (Inferno) Michelangelo Buonarroti

Michelangelo aggiunge alla scena altri demoni, i quali stanno trascinando i peccatori via dalla barca di Caronte, e l’artista, oltre che realizzare un’eccezionale istantanea dominata dal caos e violenza, dimostra una maniacale attenzione sulla descrizione dei particolari del corpo umano, dimostrando ancora una volta un’eccezionale abilità artistica.

Michelangelo, avendo ben presente la Divina Commedia, sceglie di non rappresentare i castighi inflitti ai dannati, ma preferisce concentrarsi sul terrore ed il rimorso dei colpevoli condannati all’inferno.

(Fine)

Grazia De Marco

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